Il vento caldo dell’estate: un flusso di coscienza musicale

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La risposta è soffiata dal vento, a volte, quello d’estate lancia certezze e quesiti: “Io vado al mare voi che fate”. 

Il vento dei Litfiba tiene a mente Tienanmen ed è un vento di speranza, al contrario degli Alan Parsons Project in Tales of Mystery and Imagination, dove i refoli erano talmente forti da trasformarsi in fischi tempestosi.

Vento e tempesta, come la copertina di Wind e Wuthering dei Genesis, che preannuncia un po’ di inquietudine la stessa che per breve periodo, data la fuoriuscita di Steve Hackett dal gruppo, li attanagliò. Vento di cambiamento ad attenuare gli scorpioni velenosi che eressero quel muro che divideva in due la Germania.

“Eppure il vento soffia ancora
Spruzza l’acqua alle navi sulla prora
E sussurra canzoni tra le foglie
Bacia i fiori, li bacia e non li coglie”. 

“Il fuoco e l’acqua con certa calma, serata di vento”. 

Il vento alimenta le speranze, accarezza l’anima infondendole tranquillità, ma soffia anche sui fuochi che stanno devastando il nostro pianeta. 

Rispetta Madre Terra e il suo modo di dare o ci giocheremo il futuro dei nostri figli”

A volte troppo vento può essere pericoloso, come la scorsa sera all’Arena di Verona, capace di far crollare il palco a Nick Cave & the bad Seeds.

Mi si perdoni per questo flusso di coscienza musicale, ma è “One of these days” in cui il vento è venuto a trovarmi, come il Vento caldo dell’estate che mi ricorda il mio paese delle meraviglie: la musica.