Il caso Leopold e Loeb: il delitto perfetto che non riuscì

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22 Maggio 1924. A Chicago comincia a correre la notizia che Robert Franks, figlio tredicenne del miliardario Jacob Franks, risulta scomparso. Quello stesso giorno il padre riceve una strana e inquietante lettera:

Caro signore, come certamente saprà a questo punto suo figlio è stato rapito, ma non deve temere alcun danno fisico per lui, a condizione che si attenga scrupolosamente alle seguenti istruzioni, e ad altre che riceverà in futuro. Tuttavia, se dovesse disobbedire anche solo leggermente a una delle nostre istruzioni, la pena sarà la sua morte.

Nella missiva sono presenti alcune indicazioni: non avvisare le autorità, preparare 10.000 dollari e metterli in un contenitore ben chiuso e rimanere a casa dopo le una del pomeriggio. La lettera è firmata con uno pseudonimo, George Johnson.

Prima che Jacob possa mettere da parte la cifra per il riscatto, giunge una terribile notizia. Il cadavere di Robert è stato ritrovato in Pennysilvania, in prossimità della ferrovia e nelle vicinanze del fiume Calumet. Il giovane è stato colpito numerose volte alla testa con un oggetto contundente e sul suo volto è stato gettato dell’acido. Un delitto terrificante e crudele che lascia sconvolta l’intera popolazione e getta nella disperazione la famiglia.

Gli inquirenti avviano le indagini, concentrandosi inizialmente sull’ambiente scolastico. Ispezionano la posizione dei vari insegnanti ma non emerge niente di significativo. Attraverso l’analisi della scena del crimine si ottiene un indizio cruciale: sul posto sono infatti presenti un paio di occhiali da vista che non appartenevano alla vittima. L’oggetto aveva una montatura particolare e una successiva ricerca porta a scoprire che ne sono state vendute soltanto tre copie in tutta Chicago. Alla fine il campo verrà ulteriormente ristretto e porterà con una buona dose di certezza al proprietario di quegli occhiali: Nathan Leopold Jr, studente di 19 anni figlio di una ricca famiglia della zona.

Inizialmente il ragazzo nega qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, gli interrogatori proseguono e nell’inchiesta viene coinvolto anche Richard Loeb, 18 anni, amico di Nathan, anch’esso proveniente da una famiglia borghese. Due ragazzi molto intelligenti. Erano soliti passare tanto tempo insieme e avevano una relazione particolare. Leopold provava un’attrazione fisica nei confronti di Loeb e quest’ultimo utilizzava questo fattore per convincere l’amico a seguirlo in ogni iniziativa. Gli ispettori cominciano a sospettare che abbiano progettato insieme qualcosa di losco.

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Dopo una serie di lunghe e stringenti interviste Nathan e Richard decidono di liberarsi e confessano l’omicidio di Robert Franks.

Il delitto perfetto

La confessione porta alla scoperta del folle piano che il duo aveva organizzato

“Avevamo pianificato dall’autunno scorso – credo a novembre – di rapire un ragazzo ricco, ucciderlo e ottenere dal padre i soldi per il riscatto. Avevamo pianificato tutti i dettagli con settimane di anticipo. Avevamo in mente diversi ragazzi. Non sapevamo quale avremmo rapito quando abbiamo iniziato. Il ragazzo dei Franks è arrivato per caso e l’abbiamo preso”.

“Avevamo pianificato di versare acido cloridrico sul suo volto in modo che i suoi lineamenti fossero irriconoscibili. Abbiamo comprato uno scalpello in un negozio sulla Grove, vicino alla 43esima strada, e lo abbiamo avvolto nel nastro adesivo. Pensavamo di colpirlo alla testa e di mettergli un bavaglio in bocca. Se non fossimo riusciti a ucciderlo in questo modo, avremmo usato l’etere.”

“Fu più facile di quanto pensassimo. Era debole. Quando ha iniziato a resistere lo abbiamo colpito alla testa e gli abbiamo infilato il bavaglio in bocca. Non abbiamo avuto bisogno di usare l’etere. Doveva essere morto entro cinque minuti dall’inizio, mentre stavamo ancora percorrendo la 50ª strada”.

“Abbiamo girato con lui in macchina per quasi quattro ore, fino a quando non si è fatto molto buio. Poi abbiamo iniziato a spogliarlo in macchina; gli abbiamo tolto tutto tranne le mutande e le calze prima di arrivare al canale di scolo. Le abbiamo tolte lì. Nel buio ci sfuggì una delle calze, ma lo scoprimmo solo quando bruciammo i vestiti nella cantina di Dick. La coperta che avevamo avvolto intorno a lui è stata bruciata sulla riva del lago, all’altezza della 73esima strada. Era piena di sangue e non volevamo portarlo con noi”.

“Era una cosa che ci avrebbe eccitato e volevamo fare soldi facili. Abbiamo commesso alcuni errori. Avrei dovuto raccogliere gli occhiali. Non sapevo di averli fatti cadere. Pensavamo di aver fatto tutto a prova di bomba, ma non era così. Tutto qui”.

Leopold e Loeb avevano messo in atto un diabolico disegno, sacrificando una giovane vita nella speranza di poter raccogliere dei soldi credendo di non essere scoperti.

La condanna

Nel Settembre 1924 viene emesso il verdetto nei confronti dei responsabili dell’omicidio: ergastolo per entrambi. Vennero rinchiusi alla Joilet Prison. Il che suscitò già da sé grande scalpore, perché i due riuscirono ad evitare la pena di morte nonostante aver confessato l’omicidio, grazie alla bravura del loro avvocato che accumulò una attenuante dopo l’altra, fino a convincere la giuria che i due non meritavano la morte.

Il 28 Gennaio 1936 Richard Loeb subisce un’aggressione dal suo compagno di cella, James Day, il quale lo colpisce numerose volte con un rasoio fino ad ucciderlo. Day riferì di essersi difeso da un tentativo di aggressione sessuale da parte di Loeb. Le successive indagini confermarono la versione di James e lo assolsero per legittima difesa.

Nel 1958 Nathan Leopold venne rilasciato sulla parola. Andò a vivere a Porto Rico, dove ottenne un master presso l’Università e finì a lavorare come investigatore dei servizi sociali per il Dipartimento della Salute. Nel 1961 si sposò.

Il 29 Agosto del 1971, all’età di 66 anni, muore a causa di un attacco cardiaco.

Il caso di Leopold e Loeb sconvolse l’opinione pubblica per la sua efferatezza e ispirò numerose opere, iniziando dallo spettacolo tetarale Rope del 1929 da cui trasse ispirazione Alfred Hitchcock per il film Nodo alla gola del 1948. Nel 1956 esce il romanzo Compulsion di Meyer Levin e tre anni dopo il racconto venne adattato per il grande schermo da Richard Fleischer, la pellicola venne distribuita in Italia con il titolo Frenesia del delitto. Nel 2002 esce Formula per un delitto, diretto da Barbet Schroeder, ispirato alla vicenda e interpretato da Sandra Bullock, Michael Pitt e Ryan Gosling.

Fonte: chicagology.com – Leopold & Loeb