Lei.
I capelli raccolti secondo un ordine impreciso, il volto rigato e umido come se fosse caldo, e invece il gelo fuori.
Alle sue spalle lui, camicia sbottonata, senza scarpe, aria incredula e ferita.
I due, schiena contro schiena, nella stanza rotante delle coscienze e delle vergogne.
Nel vortice delle confessioni, nel vento delle ammissioni, è bella tempesta vista da una finestra.
E se ti dicessi che ho sbagliato?
Ti arrenderesti tu?
Finirebbe questa guerra?
O il suo senso assomiglia a uno scopo?
Non sai quanto io ti trovi adorabile anche ora, anche così.
Irrisolta, con la rabbia negli occhi e la malcelata paura di chi deve scegliere.
E si, adesso dopo una vita insieme ti dico che fare la tua conoscenza ogni giorno è un piacere, un privilegio diresti tu.
Sono nuda innanzi a te, spoglia dell’orgoglio, più forte che mai, più forte di te.
Incontriamoci a metà strada in questa lotta, ascoltami e ci salveremo. Tornerò quella di un tempo e sarà solo per guarire insieme.
Hai creduto fossi prevedibile, che le mie mosse fossero calcolabili, una probabilità . Sfugge a ogni logica la passione che ci lega, l’irrazionalità del per sempre, in amore, obbedisce alla legge della sfrenata felicità .
Dimentica i numeri e approssima i calcoli, capovolgi la razione e ogni giorno la costanza ci regalerà il nostro amore.
Seduti, schiena contro schiena guardando in due diverse direzioni in quella notte mi regalasti la tua luce e la tua oscurità in nome dell’Amore.
Amore che ci nutre mentre Costanza resiste alla vita.