Dovevamo pensarci prima

Posted by

Dovevamo pensarci prima.

È questa la frase che mi è venuta in mente quando ho ascoltato lo stentoreo annuncio con cui l’ufficio stampa dell’Università di Stanford in USA ha trionfalmente reso nota l’avvenuta realizzazione e messa in opera di un’invenzione magnifica, quella del drone con gli artigli. L’invenzione era però già stata promossa diversi anni prima, ideata da Bhargav Gajjar nei laboratori di Brighton (Massachusetts). Si legge nell’agenzia stampa che aveva diffuso la notizia nel 2014: “Il drone è dotato di artigli comandati da piccoli motori elettrici che gli permettono una presa sicura anche in condizioni estreme. Per realizzarli Gajjar ha passato parecchio tempo a studiare dal vivo le zampe dei volatili e fotografarne il movimento con telecamere ad alta velocità”.

La pertinacia con cui ricercatori delle massime università scientifiche del pianeta trascorrono anni e anni della propria vita a studiare il volo e le zampe degli uccelli per copiarne, drone e incolla, i risultati, e disputarsene l’invenzione, ci pare che contenga qualche elemento di una non ben identificata mania, quantunque leggera, come un volo d’uccello, che aleggia su questa pletorica umanità.

Sergio Padovani, Stelle Aperte (particolare), Olio, bitume, resina su tela, 230×160, 2021.

(di Sergio Padovani e altri grandi artisti è in corso, fino al 30 gennaio 2022, una mostra celebrativa al Museo Eremitani a Padova, A riveder le stelle, a cura di Barbara Codogno)

Non basta. Preciso meglio la mia riflessione e stavolta la esprimo a voce alta: dovevamo pensarci prima.

Leggo da: Il fatto quotidiano del 18 febbraio 2021: “Un momento atteso da mesi. L’ammartaggio della sonda Perseverance sul suolo del Pianeta rosso. Un’emozione enorme e qualche lacrima per gli scienziati della Nasa”, e pure, da: il Fatto quotidiano del 15 maggio 2021: “Il rover cinese Zhurong è atterrato con successo su Marte, hanno riferito i media del Paese: un trionfo per le ambizioni spaziali di Pechino”.

A parte lo scontato e perché sempre attuale discorso sul denaro che viene speso immotivatamente  mentre migliaia di bambini muoiono di fame nel mondo, ma, a parte questo, cinesi e statunitensi non si potevano mettere d’accordo, per andare insieme su Marte con una sola sonda?

Dell’inutilità di queste spedizioni su Marte parla Michel Mayor, Nobel per la fisica nel 2019: “L’idea di una migrazione dell’umanità su Marte, sento parlare di mandare un milione di persone su Marte, è qualcosa in cui non credo, un’idea completamente sciocca. Marte ha un’atmosfera irrespirabile, il terreno è sterile, manca dell’infrastruttura biologica necessaria alla nostra vita. Il deserto più inospitale sulla Terra è un paradiso al confronto con Marte”.

Chi siamo non lo sappiamo, ma dove andiamo e perché ancor meno.

E poi, in cielo si sta talmente stretti che le nazioni si accusano tra di loro in quanto astronauti e satelliti sono stati sfiorati da razzi interplanetari o da voli di piacere (quelli dei turisti celesti portati fuori del pianeta terra da Elon Musk e da un’altra società concorrente).

Abbiamo talmente alzato l’asticella delle nostre tragiche e goffe tragedie, da interessarne i cieli.

A proposito di empirei, nonostante la ridda di scritti, di conferenze, di seminari in occasione delle celebrazioni dantesche, nessuno si è preso la briga di chiedersi che cosa avrebbe pensato il sommo poeta di tutto questo, nel vedere riportate a terra o spedite in orbita tutte le sue peggiori fantasie.

Gianluca Abbate, da PANORAMA, video, 2014, Best short film at 32° Torino Film Festival,
Nastro d’Argento 2016, Videoformes 2015 Award Clermont-Ferrand, Visioni Urbane Award at 21° Visioni Italiane, Genova Film Festival Award – Special Jury Award / Special Mention,
Call4Robot Award | Robot Festival Buenos Aires, Fondazione Libero Bizzarri | Andrea Pazienza Prize

Il virus della follia alberga nell’uomo, con maggiore disinvoltura di quelli influenzali.

Di fronte a tali evoluzioni dell’umana scienza, interi popoli marziani si grattano la pelata verde, sbigottiti.

Intanto mia moglie non riesce a ricucire bene le calzette bucate e borbotta, spazientita: “Dovevo pensarci prima a non farle bucare”.