D’amore non si muore

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“L’amore ha la virtù di denudare non i due amanti l’uno di fronte all’altro, ma ciascuno dei due davanti a sé”

12 ottobre 1940 – Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere”

Esasperiamoci, mordiamoci arrossendo di imbarazzi sentimentali, saziamoci infrangendo sentieri predisposti ad una razionalità imperativa. 

Parole, parole, parole, frastagliate e furiose relazioni messe in croce da discorsi equivocabili-inequivocabili. 

Facciamo del contatto un’opera d’arte, smentiamoci di illusioni-pudori-rigori, sentenziose assordanti infrastruttureumane, solitudini beate di incoscienti affanni, assassini di coppia. 

Diamoci alla caccia dei baluardi dell’inganno, dedichiamoci al vizio dell’amore. 

“L’amore non è altro che un inganno del «genio della specie» (ovvero la volontà) che mira alla perpetuazione della vita. Il fine dell’amore, dunque, è solo l’accoppiamento e la procreazione. Infatti, anche il breve senso di appagamento dell’atto sessuale non è altro che un’illusione” 

Arthur Schopenhauer

Anche Schopenhauer si è innamorato, si è illuso (arreso) all’illusione universale.- Anche noi – sentenziamolo e condanniamolo, odiamolo e amiamolo. 

Cosa può essere l’amore se non un corto circuito di menti e gesta?

Detestato da impulsi animaleschi e attrazioni eccitate da incontri e scontri.

 Annientiamoci, escludendoci alla pacata riflessione del niente e gettiamoci in rami di necessità fisica di vita.

L’uomo che più uomo non è non progetta ma distrugge.

L’uomo che più uomo non è, si predispone disponibile alla solitudine imposta da un io, smantellato da paura d’essere.

L’uomo che più uomo non è, si incrimina al sesso sbiadito di “passione voglia”, scoordinato alla seduzione mai amata e mai amante.

“Abbracciamo la distruzione sentimentale, e utilizziamo un’emozione estetica giustamente o erroneamente (relativamente) affine al battito impazzito”. Dostoevskij, mandaci in crisi e implicaci sofferenza, facci innamorare per soffrire, e detestaci se il corpo non si tortura di ciò. 

Supplichiamo i muscoli facciali e forziamoli a rappresentare una necessità umana di stare con l’altro e l’altro di stare con noi.

Ebbrezza di affinità incompatibili, disgustati dall’onestà/disonesta di non provare e sentire, di non amare. 

“Hannah Arendt, pur con tutto l’orrore provato per l’adesione di Heidegger al partito nazista, decise di restare sempre in contatto, mentale e no, con lui! Nonostante le sofferenze, le incomprensioni e le oscurità.

Non esiste perdono, ma disponibilità di non rinnegare ciò che era stato l’evento dell’amore”.

Scorriamoci dentro, come se fossimo pazzi e impazziti. 

Necessitiamo di un letto di egoismi, sottraiamoci alla nemica fiducia vestita da eterna sfiducia, non rendiamoci impossibili, impraticabili.

Viviamo d’amore e viviamo senza.

Elogiamolo.

“(…) l’amore è associato all’essenza dell’altro e si concentra sul momento in cui quest’ultimo fa irruzione con tutta l’anima nella nostra esistenza, che viene quindi sconvolta e trasformata”

Alain Badiou

Innamoriamoci per denudarci, svuotiamoci alimentandoci di labbra screpolate e graffiamoci al rischio di caderci e intrappolarci tra cosce e tele di capelli. 

Coinvolgiamoci e avvolgiamoci tra le reti di occhi bagnati e mani fredde.

Droghiamoci di irriverenti curiosità, di corpi appiccicati e incollati da dipendenze straordinarie.

Pungiamoci come Baudelaire fa con la sua rosa, che rosa non sarebbe senza petali, senza spine.

Doniamoci a dannata schizofrenia irascibile, patteggiamo con l’odio e diseduchiamoci ai maleducati dispetti di lontananze tangibili e dissacranti.

Sbagliamolo!

Accarezziamoci sguazzando nella profondità di un inconscio psichico ribaltiamo la mente alla ribellione lussuriosa e viziamo le bocche asciutte all’amore.

“E poi fate l’amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo
i baci lenti sulla bocca,
sul collo,
sulla pancia,
sulla schiena,
i morsi sulle labbra,
le mani intrecciate,
e occhi dentro occhi.
Intendo abbracci talmente stretti
da diventare una cosa sola,
corpi incastrati e anime in collisione,
carezze sui graffi,
vestiti tolti insieme alle paure,
baci sulle debolezze,
sui segni di una vita
che fino a quel momento
era stata un po’ sbiadita.
Intendo dita sui corpi,
creare costellazioni,
inalare profumi,
cuori che battono insieme,
respiri che viaggiano
allo stesso ritmo.
E poi sorrisi,
sinceri dopo un po’
che non lo erano più.
Ecco,
fate l’amore e non vergognatevi,
perché l’amore è arte,
e voi i capolavori”

Alda Merini