Gran Bretagna e Irlanda nel mondo astrale

Posted by

Le cartografie mappali

Sin dal 1993 ho eseguito numerose cartografie dedotte dalle mappe di città e località in genere, ma anche da interi stati e continenti. Il procedimento relativo è chiaramente comprensibile, perché sono gli elementi mappali, fra palazzi, strade, fiumi ed altro, a farle configurare, il resto sorge dalla una mia capacità di veggenza.

A quel tempo cercai di darmene una spiegazione ritenendo di essere una sorta di sensitivo di nuovo genere, non contemplato nella casistica ‒ mettiamo ‒ dei noti veggenti che riguardano il mondo del cosiddetto paranormale, ma si tratta di tutt’altra cosa. Nel 1997 ebbi modo di far pubblicare le mie prime cartografie mappali da due periodici esoterici, Il giornale del Mistero e I misteri. Seguirono poi vari abboccamenti con studiosi dell’esoterismo che vollero approfondire il mistero che si rivelava attraverso le mie cartografie mappali, una sorta di surrealtà di natura astrale.

Nel 1999 entrai in relazione con il Dott. Mauro Bigagli, il coordinatore della rivista Energie di Studi, Ricerca e Scienza dello Spirito di Cosentino. Mi rivelò che era dotato di considerevoli capacità di chiaroveggenza, nota a pochi, tant’è che a giugno del 1999 mi scrisse una lettera in seguito ad una mia in relazione sulle mie configurazioni terrestri per spiegare i miei elaborati grafici. Non la riporto per intero ma solo per la parte che riguarda le cartografie mappali in questione, che è questa:

«…La sua sensibilità è tale che non può essere compreso facilmente dall’Uomo di oggi. Lei nelle sue cartografie vede una realtà astrale, appartenente ad una dimensione eterica che nessuno può concepire; questa è la verità. Ciò che dice è vero ma appartiene alla realtà dell’energia astrale. Ho approfondito molto le sue cartografie e questa è la mia conclusione. La sua sensibilità lo eleva e vede cose che altri non vedono. Lei ha una trance lucida…».

La prima cartografia mappale della Gran Bretagna e Irlanda

La cartografia mappale, mostrata con l’illustrazione qui sotto, richiede una spiegazione che ci viene dal filosofo Rudolf Steiner [1]. Egli, nel vangelo di Luca da lui commentato in alcune sue conferenze, parla di come Gesù sia nato. In particolare fa capire che nella rivelazione ai pastori riapparve la luce del grande Budda che risplendette un tempo in India. E con lui riapparve la grande religione che un tempo aveva commosso, in India, gli spiriti e i cuori, la religione della compassione e dell’amore che ancor oggi è alimento spirituale per gran parte dell’umanità.

Tuttavia, trattandosi di fatti, pur sempre connessi con la lingua inglese – ed è qui la risposta ricercata –, si scopre che la supposta presenza buddica prende una sua strada per rivelarsi, quella attraverso la mia cartografia mappale della Gran Bretagna e Irlanda come farò vedere, oltre a molte altre cose che vi sono legate per forza maggiore. Ma ogni cosa a suo tempo e perciò cominciamo da certe premesse formali.

Illustrazione 1: La prima cartografia mappale della Gran Bretagna e Irlanda. Orientamento verso il Nord. Il volto di San Tommaso Becket. Gli fa da sostegno un essere che lascia trapelare il suo volto. Opera grafica dell’autore.

Capita di riuscire a fare configurazioni cartografiche di mappe orientate col Nord verso l’alto e anche verso il basso e così è stato, per il caso della Gran Bretagna e Irlanda in esame.

Per cominciare, in relazione all’illustr. 1, viene mostrata quella col Nord rivolta verso l’alto. Poi sarà la volta della mappa capovolta.

Come tutte le cartografie mappali che ho potuto eseguire, c’è sempre più di una cosa che sorprende in modo speciale per il contenuto che si rivela a sorpresa. Questa della Gran Bretagna e Irlanda poi, come si fa a capirla a prima acchito, così emblematica, eppur semplice nei contenuti? Così è stato per me, infatti non è stato facile disegnarla. Ma poi un po’ alla volta ne sono venuto a capo, tuttavia non si finisce mai di restare sorpresi per qualche piccolo ritocco che occorre fare strada facendo. Tuttavia già è tanto per capire che i nessi riscontrati sono risultati assai interessanti e molto proficui. Il primo fra tutti è stato quello che legherebbe (nulla è certo e si è sempre sul piano delle ipotesi) la testa della lepre, disegnata a ridosso di un volto d’uomo, che sembra far da mamma (o papà?) al cagnolino (così mi è parso: con la testa rosso scuro e il corpo in parte giallo), alla famosa lepre della geometria inseguita dal cane alla sua caccia (immaginata dai matematici per disegnare una particolare curva che fa parte degli inviluppi geometrici). Ma qui è diverso, entrambi sono amorevolmente presi l’uno per l’altro, e non c’è più segno di ostilità del cane e paura della lepre. E non bisogna trascurare il lato della storia che ha visto nel XX secolo l’Irlanda e la Gran Bretagna definitivamente separate in seguito ad accese rivalità belliche. La realtà terrena è una cassa di risonanza del mondo astrale in cui hanno origini le concezioni della vita sulla Terra.

Ma ancor prima che li due stati arrivassero a conbattersi e poi a dividersi, di certo una latenza che ha avuto i suoi germi nella chiara diversità fra la lepre inglese e il cagnolino irlandese che pare più un riccio, o è l’uno e l’altro. Di certo a causa di questa ambiguità, un animale spigoloso e irascibile, un fatto che poi si rivelato con la loro divisione. Tuttavia certi fenomemi astrali non accadono per caso perché si rivelano provvidenziali. Si tratta dei misteriosi matrimoni astrali, noti agli alchimisti come coniunctio oppositorum che alla fine si perviene a dei soggetti alchemici noti come rebis, Un re e una Regina in perfetta armonia, o quasi perfetta. In alchimia non si finisce mai di tentare di raggiungere la perfezione, cosa impossibile. E così la lepre inglese da che era solo una animale corridore eccellente, col matrimonio e scambio di beni, ottiene di avere dei baffi a mo’ di aggressivi pungiglioni da cui stare alla larga. Un potere, più che qualità, che nella storia è servito molto agl’inglesi fino a culminare nel diventare un impero con la Regina Vittoria. E ritorniamo indietro sul conto della lepre.

Per altri versi, la lepre è come se facesse parte del corpo mentale della testa dell’Uomo inglese che sembra piacevolmente assorto in un sonno profondo.

Ci troviamo sul piano dei simboli, questo si sarà capito, perciò, per completare la visione della lepre occorre immaginare che al posto delle sue lunghe orecchie appare una sorta di volatile che potrebbe essere un’aquila, oppure una farfalla, oppure ancora una foglia di fico. E per completare, il tutto di questi possibili simboli, mi è venuto di disegnare al posto di queste tre cose una sorta di aureola, segno di santità, ma anche segno legato ai corpi sottili superiori della costituzione occulta dell’Uomo inglese in esame. Naturalmente quello rappresentato con la lepre sul suo capo.

Per esempio potrebbe trattarsi del “corpo buddico” [2] contemplato nelle diverse culture esoteriche e vedremo perché.

Budda, la leggenda della lepre e l’alchimia

La cartografia dell’illustr. 1 è difficile da comprendere, considerato che non è stato facile per me nel tentare di concepirla, e tanti sono i nessi che in questa immagine si intrecciano. All’inizio, nell’impatto con la mappa della Gran Bretagna e Irlanda, pensando ai combattimenti dei due classici animali alchemici, fra aquile, leoni, cani, draghi, ecc., tutti convergenti ai cosiddetti “fisso” e “volatile” che si devono unire, nel mio pensiero è sorta l’idea di intravedere nelle due grandi grandi isole, come già detto in precedenza, una lepre e un riccio contrapposti. Questo fino a pochi giorni, fa quando sono stato portato a riprendere in mano la mappa in questione, per cercare delle connessioni alla lepre e all’immaginario riccio nel quale, in seguito, cominciavo a intravedervi, invece, un piccolo cagnolino innocuo quasi coccolato dalla lepre che prendeva forma, ma solo con la testa. Il resto dell’intera cartografia non riuscivo a legarlo ad essa e persino le sue orecchie non potevano configurarsi con la complicata regione del nord d’Inghilterra. Ma con la mente rivolta sempre all’alchimia, ecco sorgere in me un barlume nell’immaginare una sorta di aquila che apre un orizzonte per spiegare il resto della lotta fra il fisso e volatile che, infine, giungono alla ricercata sublimazione per dar luogo al rebis filosofale. Si sa che per operazioni del genere, i Filosofi dicono che occorrono da sette a nove “aquile”, dunque è così che va visto lo scenario anglo-irlandese in questione? Strada facendo, quest’idea si rafforzava in me nel cercare di completare l’allegoria poiché il risultato della sublimazione la intravedevo nel cagnolino, affettuosamente coccolato da mamma lepre, un grembiulino bianco. Non pensando a questa cosa l’avevo disegnato così come si vede nell’illustrazione ricalcando i relativi contorni geografici esistenti. Ma questo riguarda un’immagine che vi corrisponde, in relazione ad una seconda cartografia fatta successivamente, considerando la mappa di riferimento capovolta, come detto in precedenza. Perciò ora l’immaginaria Opera Alchemica si delinea ancor più nell’intravedere nel preteso grembiulino bianco il colore che la contraddistingue. Ma non basta perché a questa spiegazione di ordine alchemico se ne aggiungono altre in altre direzioni. Una di queste è che quel grembiulino bianco mi ha suggerito il grembiule dei massoni: ecco un altro probabile nesso che ora si aggiunge al resto.

Prima di tutto, mi convinco che il resto dell’immagine allegorica, che non può rappresentare il corpo della lepre, e perciò ho pensato che poteva trattarsi di un volto d’uomo, e non mi è stato difficile configurarlo. E senza modificare certi contorni della geografia esistente, è risultato quel che si vede, un volto di un uomo assorto serenamente nel sonno e sembra trasognato.

Di qui, la ricerca diventa meravigliosamente avvincente nell’immaginare il resto dei nessi sul conto di questa coppia di figure compenetrate, alle quali, già in anticipo, ho accostato certe immagini della cultura esoterica d’Oriente, raffiguranti il busto del dio Budda e di conseguenza il “corpo buddico” della costituzione occulta dell’uomo contemplata nelle diverse culture esoteriche d’Occidentee d’Oriente. E così ci si avvicina alla premessa iniziale sul conto della nascita di Gesù così come viene raccontata dal vangelo di Luca. A questo punto è il momento propizio per entrare nel merito della presenza del bodisatva Budda fra gli uomini ai quali donò nutrimento spirituale.

« Queste cose generalmente – dice Rudolf Steiner commentando il vangelo di Luca – non sono ancora riconosciute dalla scienza esteriore. Spesso però fiabe infantili e leggende vi alludono. […] L’anima umana ha sempre sentito, nel suo profondo, l’importanza del fatto che prima qualcosa fluisce dall’alto, che poi diventa possesso dell’anima umana, e che da questa irraggia nuovamente nello spazio universale. […] Questa verità sul bodisatva, nei paesi in cui egli visse, si espresse in una strana leggenda:

Un tempo il Budda visse in forma di lepre; il quel tempo tutti gli altri esseri viventi cercavano alimenti; ma ogni alimento era esaurito. I vegetali, che per la lepre rappresentavano il nutrimento adeguato, non servivano a tutti gli altri che erano carnivori; allora la lepre (che era in realtà Budda) vedendo un bramino, decise di sacrificarsi e di offrirsi come alimento. In quell’istante giunse il dio Sakra che vide il sacrificio della lepre, Nel monte si formò allora una fenditura che accolse in sé la lepre. Poi il dio Sakra prese una tintura e dipinse sulla Luna l’immagine della lepre.  Da allora in poi, sulla Luna si può vedere l’immagine del Budda in forma di lepre. (In Occidente si usa parlare invece di un uomo che si vede sulla Luna).

Ciò è narrato ancora più chiaramente in una leggenda calmucca: nella Luna dimora una lepre che giunse una volta lassù, perché il Budda si sacrificò e lo spirito stesso della Terra disegnò sulla Luna l’immagine della lepre. Così viene espressa l’alta verità del bodisatva che diventò Budda, e del sacrificio del Budda che consiste nell’aver dato all’umanità, come alimento, quello che prima era il proprio contenuto. In tal modo questo contenuto può irraggiarsi ora nel mondo movendo dai cuori degli uomini. » [3]. Ecco, finalmente il nesso fondamentale sulla reale consistenza del simbolo della lepre costituitasi nel tempo nella mente umana, al punto farla imprimere anzitempo come “orma” sulla crosta terrestre. Allo stesso modo si può interpretare l’“orma” del nome attribuito alla geometria dell’inviluppo della “curva di inseguimento del cane a caccia della lepre”. Ma ora diventa interessante capire com’è che questa lepre la si trova stampata sulla planimetria della Gran Bretagna e Irlanda e questo lo si può capire – ma si tratta sempre di ipotesi probabili – esaminando certi fatti storici partendo da quella dell’India dove si è propagato il Buddismo. Attenzione però, perché il ragionamento sul piano terreno, che è il piano degli effetti, in relazione a ciò che ho appena argomentato si inceppa rapportando i fatti allo scorrere del tempo, se non ci si dispone a dividerli da quelli che si determinano sul piano delle cause, sempre in anticipo.

Da San Tommaso Becket a Gandi

La lepre, supposta legata a Budda, che si configura sul territorio anglosassone presuppone una correlazione storica, perlomeno. Ma non è difficile legare il Buddismo con il Regno Unito della Gran Bretagna iniziando proprio dall’India, dove Budda visse, e da lui si propagò la sua religione, se si pensa al relativo dominio coloniale inglese che durò molto tempo.

L’India entrò a far parte dell’impero britannico nel 1876 e vi rimase all’incirca per due secoli, e l’inglese divenne la lingua ufficiale poiché vi si parlavano diverse lingue. Non importa tanto in questa sede esaminare minuziosamente il lato economico sociale ed altro che ne derivò che, comunque cerco di riassumere brevemente.

Dunque il domino avvenne in due fasi grosso modo. Il duro sfruttamento economico sociale dapprima, da che in precedenza si basava su un enorme insieme di villaggi autosufficienti. Poiché ciascun villaggio produceva il necessario richiesto dai suoi abitanti, e i campi erano proprietà di tutti: questa “tradizione” era durata centinaia di anni. Successivamente, dopo alcune ribellioni, l’Inghilterra cambiò rotta nel modo di governare, si impegnò anche a modernizzare la sua economia e a creare una classe media di funzionari indiani istruiti e ben addestrati che collaborassero nell’amministrazione del paese. Questo non fu una vana cosa, se messa in confronto al modo di amministrare l’economia di una nazione in uso nell’Ottocento, anche se era d’uopo fare così onde mantenere il controllo di quel vastissimo dominio.

Ecco, dal punto di vista del tema che si sta svolgendo, almeno tutto questo andava detto per capire ciò che ha concorso alla concezione della geomimesi della Gran Bretagna e Irlanda. Perciò si può immaginare che il concorso dei britannici servì a concepire un’unione forzata – mettiamo ‒ alchemica di un certo “fisso col volatile”. Poi cominciò ad attuarsi un seconda fase con la rivalsa del popolo indiano che tentava di rendersi indipendente e a questo servì in modo meraviglioso l’opera di Mohandas Karamchand Gandhi politico e filosofo indiano, una delle più importanti guide spirituali dell’India del Novecento. Di certo in Gandi, se pur professava la religione indù, si incarnava la forza propulsiva di pace e amore di Budda. L’appellativo di mahatma (grande anima) che gli fu conferito, per il suo impegno a favore della pace e per la teoria e la pratica della non violenza, era il suo confacente attributo. Fu così che con la pratica assidua del suo modello di lotta, non senza grandi sacrifici, l’India conquisterà l’indipendenza il 15 agosto 1947. A tal punto lo scopo era raggiunto, nel senso che negli inglesi, reduci dall’esperienza coloniale, la lezione gandiana, aveva fortemente concorso a modellare per intero il loro corpo eterico in tutte le relative parti sottili. Ma ciò che dovette contare fu l’evoluzione del  corpo buddico, del quale si è accennato in precedenza. Di modoché la lepre simbolica buddica prende forma sul territorio. Si capisce che non si tratta di trasformazioni eteriche che seguono di pari passo i fatti mondani che sono solo effetti, ma fatti avvenuti sul piano delle cause, ma già in precedenza ne avevo parlato.

Questa storia, però, non avrebbe una base di appoggio se non ce ne fosse un’altra a monte che doveva permetterle di inserirla nel tessuto connettivo del territorio anglo-irlandese. In India gli inglesi hanno incarnato i principi della saggezza, bontà e sacrificio trasmessi, “via Gandi”, dalle forze buddiche, ma si tratta di un principio a guisa di una sorta di iniziazione del corpo mentale anglosassone, che in modo formale si riferisce proprio a quel volto d’uomo dormiente della surrealtà mappale dell’illustr. 1.

Illustrazione 2: San Tommaso Becket

Ma se questo volto appare così serafico, tanto da costituire come terreno fertile per la semina buddica, è perché anzitempo è stato mirabilmente lavorato da agricoltori della messe cristiana. Sappiamo della storia del XIII secolo, mista a leggenda, dei cavalieri della Tavola Rotonda e del Graal e poi successivamente dell’azione dei cavalieri templari, un tutto di un sorgente Cristianesimo che ha dovuto innestarsi in popolazioni dedite al paganesimo dei druidi, difficile da addomesticare, ma in cambio capace di dominare forze preziose della natura e metterle al servizio dell’uomo. Di qui si comprende quando sia importante coniugare questa forza, tanto vitale per l’uomo, con l’altra buddica capace di moderarla in un matrimonio indissolubile.

E qui ora facendo scorrere velocemente le ore del tempo arriva l’ora del “Budda del sacrificio” in Gran Bretagna, come fu per l’India con Gandi che venne assassinato il 30 gennaio 1948. Nel volto d’uomo della geomimesi della Gran Bretagna e Irlanda, non ho avuto dubbi di intravedervi Tommaso Becket, (illustr. 2) Lord Cancelliere del Regno d’Inghilterra dal 1154, eletto arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra nel 1162. Ostile ai propositi di Enrico II di ridimensionamento dei privilegi ecclesiastici, venne ucciso (forse per ordine del sovrano) il 29 dicembre 1170. Nel febbraio 1173 venne proclamato santo e ascritto nel catalogo dei martiri da papa Alessandro III durante un soggiorno dello stesso a Segni nei pressi di Anagni.

L’amicizia di Enrico II gli consentì di essere nominato, pare riluttante, nel 1162 (il predecessore Teobaldo di Bec era morto, nell’aprile del 1162), proprio perché il re voleva evitare conflitti, arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra: il nuovo ufficio determinò un mutamento nell’atteggiamento di Tommaso Becket, che da allora difese soltanto gli interessi del clero, incurante dei progetti politici del sovrano.

Tommaso Becket non a caso mi è parso l’uomo giusto da porre come effige, a mo’ di un lato di una moneta, nella surrealtà anglosassone, per la seguente ragione da non trascurare:

Divenuto cancelliere di Enrico II, era la persona più vicina al re, e, custode del sigillo reale, era la persona di maggior fiducia (Pietro, abate di Troyes, in una lettera gli scrisse: Chi non sa che voi siete secondo al re in quattro regni?) che aveva più potere di Riccardo de Lucy, detto il Leale (1089 – Lesnes Abbey, 14 luglio 1179), Gran Giustiziere d’Inghilterra dal 1154 al 1179. [4]

La seconda cartografia mappale della Gran Bretagna e Irlanda

Illustrazione 3: La seconda cartografia mappale della Gran Bretagna e Irlanda. Orientamento verso il Sud. Merlino, il Drago e la Dama del Lago. Opera grafica dell’autore.

Con l’illustr. 3 mostro la seconda cartografia mappale della Gran Bretagna e Irlanda, orientata con Sud vero l’alto. I colori sono rimasti invariati rispetto alla precedente geomimesi, ma la configurazione è diversa come si vede.

Senza dubbio da parte mia, la configurazione mostrata nell’illustr. 3, che ho eseguito senza difficoltà, si confà alle leggende e miti riportati dalla letteratura del XIII secolo. Se ci si attiene alla cartografia ora in mostra, assume consistenza il mito di Merlino e la Dama del Lago e con loro si frappone il noto drago dei racconti sul loro conto. Merlino, colorato in viola, lo si distingue in alto, mentre in basso si nota chiaramente il volto della Dama e tutto il resto del corpo un po’ abbozzato. In varie opere vengono attribuite alla Dama del Lago gesta diverse; fra l’altro, viene talvolta rappresentata come colei che consegna a Re Artù la spada Excalibur; come colei che porta il re morente ad Avalon dopo la Battaglia di Camlann; come colei che alleva Lancillotto rimasto orfano del padre; e come colei che seduce e imprigiona il Mago Merlino.

Diversi autori attribuiscono diversi nomi alla Dama: per esempio Nimue, Viviana, Niniane, Nyneve, e Coventina. Dunque la verità che assume corporeità è per me, per forza maggiore, quella che emerge dalla configurazione che ho fatto. Qui Merlino è come la lepre della cartografia precedente che svolge il ruolo buddico della bontà, della compassione e del sacrificio, in seno alla mente umana. Merlino è invece la Excalibur mitica deposta sul corpo dell’eros sublimato, il Drago che a sua volta sembra a cavalcioni della Dama del Lago, che è la Natura in amore. Ma invece è come sospeso in aria perché sia il Drago, sia la Dama trovano il nesso con l’alchimia immaginando che i due si legano al serpente Uroboro che caratterizza la nostra terra astrale, quello che gli alchimisti chiamano anche Ouroboros.

«L’Uroboro (dal greco οὐροβόρος, dove οὐρά, urà, sta per “coda” e βορός, boròs, sta per “mordace”, aggettivo riferito al serpente) è l’immagine di un serpente che si morde la coda e la inghiotte. Questa diffusissima figura simbolica rappresenta, sotto forma animalesca, l’immagine del cerchio personificante l’eterno ritorno. Esso sta ad indicare l’esistenza di un nuovo inizio che avviene tempestivamente dopo ogni fine. In simbologia, infatti, il cerchio è anche associato all’immagine del serpente che da sempre cambia pelle e quindi, in un certo senso, ringiovanisce. L’Uroboro rappresenta il circolo, la metafora espressiva di una riproduzione ciclica, come la morte e la rinascita, la fine del mondo e la creazione. Nella simbologia alchemica l’Uroburo è l’immagine allegorica di un processo, in sé concluso, che si svolge ripetutamente e che avviene attraverso l’aumento della temperatura, l’evaporazione, il raffreddamento e la condensazione di un liquido, ciclo che serve alla raffinazione delle sostanze. Per questo motivo il serpente, che va a costituire un cerchio, è spesso raffigurato con due creature che collegano la bocca alla coda. La creatura superiore, segno della volatilità, è rappresentata come un drago alato, quella inferiore, senza ali, come espressione del fisso.» [5]

Nella precedente cartografia dell’illustr. 1, che corrisponde alla fase più evoluta del processo alchemico in atto nel tempo per la Gran Bretagna e Irlanda, le posizioni dei tre precedenti, cioè Merlino-Drago-Dama, si sono invertite. Merlino e il Drago fanno la parte di San Cristoforo (la testa di San Tommaso Becket) che reggono l’Aureola, l’emblema di Gesù Bambino, secondo la leggenda.


[1] Rudolf Joseph Lorenz Steiner (Murakirály, 25/27 febbraio 1861 – Dornach, 30 marzo 1925) è stato un esoterista e teosofo austriaco. È stato il fondatore dell’antroposofia, dottrina di derivazione teosofica che concepisce la realtà universale come una manifestazione spirituale in continua evoluzione, che può essere osservata e compresa mediante l'”osservazione animica” (una sorta di chiaroveggenza) e che può essere studiata, assieme al mondo fisico, con un approccio (a suo dire) scientifico (mediante la cosiddetta “scienza dello spirito” o antroposofia).

[2] Secondo la teosofia l’essere umano è costituito da sette corpi differenti la cui sostanza, la cui composizione atomica, è diversa per ogni corpo. Il corpo fisico, il solo visibile durante la vita terrena – eccetto per i “sensitivi” che percepiscono anche gli altri – è animato da un secondo corpo: il doppio eterico che lo compenetra essendo una sostanza più sottile della materia fisica. Questo doppio eterico sarebbe in qualche modo la sede della forza vitale. Avremmo inoltre un corpo “astrale”, centro della sensibilità fisica e psichica, più sottile ancora del doppio eterico e che pervade il doppio come fa con il corpo fisico. Il “doppio” degli esperimenti di esteriorizzazione della sensibilità e dello sdoppiamento post-letargico mi sembra essere identificato con il corpo eterico e quello strale della teosofia. In seguito vengono, secondo un ordine di progressiva sottigliezza, il corpo mentale, sede dell’intelletto; il corpo causale, centro della coscienza psicologica; poi i corpi “budhi” [il corpo buddico – ndr.] e “atma”, ancora poco sviluppati nell’uomo attuale, e che racchiudono uno stato latente delle potenzialità superiori. (Magnetismo, ipnotismo e suggestione di P. G. Jagot – Books Google Play).

[3[ Rudolf Steiner, Il vangelo di Luca, pagg. 62-63. Editrice Antroposofica.

[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_Becket

[5] https://psicologiaalchemica.wordpress.com/simboli-e-significati/luroboro-il-serpens-qui-caudam-devorat