Otto nuvole cariche di poesia: Carnage di Nick Cave

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Skeleton Tree è stato il primo capitolo della “trilogia del dolore” di Nick Cave. Uscito poco dopo la scomparsa del figlio Arthur, è stato il disco che ha visto i Bad Seeds incidere meno dal punto di vista sonoro. Più spazio alle atmosfere e a Warren Ellis, membro dei Bad Seeds, polistrumentista e “direttore artistico” delle sonorità di questo lavoro.

Il successivo Ghosteen è una sorta di requiem per Arthur ed è privo della furia sonora tipica di Nick Cave & The Bad Seeds. Più di Skeleton Tree. Sarebbe stato curioso ascoltarlo dal vivo, purtroppo però non è stato possibile. Il motivo? Lo sappiamo tutti. Ciò nonostante lo scorso anno è uscito Idiot Prayer, un album dal vivo suonato in solitaria live all’Alexandra Palace, pieno di solitudine, ma anche di forza interiore riverberata dalla profondità della sua voce e dal suono del pianoforte Fazioli. Nick ha continuato a scrivere come se fosse un impiegato zelante al servizio della scrittura, ma anche a rispondere alle domande dei fan nel suo sito The Right Hand Files. Ad una di queste rispose di star lavorando ad un nuovo disco di inediti.
Evidentemente questo periodo storico per Nick, questa stasi, deve aver fatto nascere in lui una serie di immagini che gli si sono impresse a tal punto che per “liberarsene” le ha riversate su carta.

Quelle di Carnage sono canzoni scritte di getto, figlie dell’urgenza di Nick di urlare cosa significhi per lui vivere adesso, così Nick e Warren Ellis si sono ritrovati a registrare queste otto canzoni per un totale di 40 minuti di musica ancora una volta sbalorditivi.

Una copertina minimale quella di Carnage, un fondo bianco panna su cui è stagliato in stampatello, in rosso e nero, il titolo del disco. in corsivo invece, il nome degli autori: Nick Cave e Warren Ellis. Carnage ancora non è uscito “fisicamente” (uscirà in vinile e in cd il 28 maggio), al momento lo si trova solo sulle piattaforme streaming e quindi non ci resta che premere play.

C’è l’ossessività di Hand Of God, che dopo un inizio apparentemente morbido, cambia immediatamente mood come una flotta di nuvole che si avvicinano all’orizzonte per rovinare una giornata di sole.

La dolce fragilità di Albuquerque, che potreste ascoltarla durante questi giorni di zona rossa, concedendovi il lusso di abbassare la mascherina il tempo necessario per fumare una sigaretta e pensare alla bellezza.

White Elephant è soffocante a tal punto che non si riesce a respirare. Nick Cave in questi testi frutto di un periodo apparentemente sterile come quello del Covid, ne ha per tutti, compresi i responsabili dell’omicidio George Floyd.

Old Time è febbrile, noir, il violino di Ellis è profondo, odora delle cose più intense della vita ed è sexy. Nick canta, salmodia parole che sono come al suo solito visioni, ritratti cupi, hopperiani, ma meravigliosi.

Sono otto canzoni che insieme costituiscono la personale fotografia di Nick Cave su questo momento storico. Otto brani nebulosi come nuvole cariche di pioggia e di amore per la vita ed ascoltandoli piove su di noi tutto questo.

In Carnage c’è la vita raccontata dal suo punto di vista, quello di un uomo che ne ha viste tante e che vuole ricordarci come alla fine la vita sia più forte di qualsiasi avversità, anche quando ci sembra di non viverla fino in fondo.

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