Lizzie Halliday: una vedova nera nella New York di fine ‘800

Lizzie Halliday, una serial killer di origine irlandese che sconvolse l’America di fine ottocento, ha il triste primato di essere stata la prima donna condannata alla sedia elettrica.

Un prigioniera pericolosa

Quel giorno Nelly Bly, antesignana del giornalismo d’inchiesta, avrebbe potuto finalmente intervistare un figura che era entrata con prepotenza negli incubi degli americani. Lì, nella Sullivan County Jail di Monticello, nello Stato di New York, era rinchiusa una prigioniera dal comportamento così selvaggio da aver attirato l’attenzione dei quotidiani di tutto il mondo e di aver solleticato le più morbose fantasie del pubblico. Addirittura, con un certo volo di fantasia, qualcuno sosteneva che la donna fosse in qualche modo coinvolta nei crimini di Jack Lo Squartatore. Costei si chiamava Lizzie Halliday e si era lasciata alle spalle una scia di sangue più lunga di quanto gli inquirenti credessero. Proprio nelle due interviste con Nelly Bly, Lizzie svelò gli ultimi tasselli della sua storia. Ma andiamo con ordine.

Una serpe in seno

Lizzie era entrata a servizio di Paul Halliday, un benestante settantenne che aveva una fattoria a Burlingham, nel 1889 quando aveva trent’anni. Paul era vedovo e aveva due figli, Robert e John, quest’ultimo purtroppo mentalmente disabile. Lizzie e Paul non ci avevano messo molto a sposarsi, ma la donna proprio non sopportava i figliastri, in particolare quello malato. In aggiunta a funestare il matrimonio arrivarono le crisi di follia della Halliday e i suoi comportamenti inspiegabili. Arrivata a rubare immotivatamente dei cavalli fu arrestata e riconosciuta colpevole ma il suo avvocato la fece assolvere per infermità mentale e internare in manicomio. Paul, ignaro della pericolosità della consorte, commise il tragico errore di aiutarla a tornare a casa.

Nel maggio del 1981 parte della fattoria degli Halliday fu improvvisamente avvolta dalle fiamme e bruciò fino alle fondamenta, uccidendo John. I sospetti caddero immediatamente su Lizzie, ma non fu possibile provare nulla. In agosto Paul scomparve nel nulla e la moglie asserì che si era recato in un paese vicino per lavoro. Nessuno le credette e infine fu emesso un mandato di perquisizione per la sua proprietà.

Gli omicidi

I primi due cadaveri furono rinvenuti in un granaio e appartenevano a due donne, Margaret e Sarah McQuillan. Il fatto che la famiglia delle due vittime l’avesse molto aiutata in passato e che le conoscesse fin da prima di partire dall’Irlanda non le aveva impedito di ucciderle a colpi di pistola. Lizzie, interrogata, diede solo risposte incoerenti, poi fu tradotta in prigione. Ci volle un po’ di più per trovare il terzo corpo, quello di Paul Halliday, che marciva sotto le assi del pavimento. Una volta in custodia nella nella Sullivan County Jail Lizzie cominciò a non mangiare, aggredì la moglie dello sceriffo, provò a dare fuoco al proprio letto e cercò di uccidersi più volte, tanto che alla fine dovette essere incatenata.

Proprio in cella riuscì a incontrarla Nelly Bly, che con le sue domande scoprì che probabilmente quelli per cui era accusata non erano primi delitti di Lizzie. Paul era stato solo l’ultimo di una lunga serie di mariti morti o miracolosamente sopravvissuti.

Una macabra intervista

Lizzie Halliday

Lizzie Halliday, nata Eliza Margaret McNally, venne alla luce intorno al 1859 nella contea di Antrim , in Irlanda,  e la sua famiglia si trasferì in America quando lei era molto giovane. Nel 1879 sposò un uomo che si faceva chiamare Charles Hopkins  (il suo vero nome era Ketspool Brown) e pare che la coppia ebbe un figlio che per un motivo a noi non noto fu messo in un istituto. A meno di un anno dal matrimonio Charles morì improvvisamente. Nel 1881 fu la volta di Artemus Brewer, anche lui deceduto alcuni mesi dopo averla presa in moglie. Il terzo marito fu più fortunato e la lasciò poco dopo le nozze. Al quarto consorte, il veterano di guerra George Smith, fu riservata un tazza di tè corretta con l’arsenico, ma l’uomo riuscì a salvarsi e Lizzie dovette fuggire. Rifugiatasi nel Vermont sposò il quinto marito, Charles Playstel, ma lo lasciò dopo meno di due settimane. Probabilmente Charles ringraziò la sua buona sorte per tutta la vita.

Nel 1888 Lizzie Halliday fece la sua comparsa a Philadelphia, dove soggiornò presso una famiglia che viveva accanto alla sua quando erano in in Irlanda: I McQullians. Non molto tempo dopo Margaret e Sarah avrebbero pagato cara questa loro gentilezza. Mentre era a Philadelphia Lizzie aprì un negozio, ma in breve decise di bruciarlo per avere i soldi dell’assicurazione. Fu scoperta e condannata a due anni di carcere. Uscita dall’istituto di correzione conobbe Paul Halliday.

Ancora sangue

Nessuno sa con certezza cosa sia accaduto ai primi due consorti di Lizzie, ma apparve chiaro a tutti che l’elenco degli sventurati che hanno incrociato la sua strada conti più punti di quelli noti. Il 21 giugno 1894 la Halliday fu condannata per l’omicidio di Margaret e Sarah McQuillan, che quasi certamente non furono le prime vittime e purtroppo non furono nemmeno le ultime.

Lizzie Halliday fu la prima donna ad essere destinata alla sedia elettrica, ma data l’infermità mentale la pena venne commutata in un ergastolo da scontare in una clinica psichiatrica, il Matteawan State Asylum. Qui, nel 1906, la serial killer avrebbe riscosso il suo ultimo tributo di sangue pugnalando decine di volte un’infermiera, Nellie Wickes.

Lizzie Halliday morì il 28 giugno 1918.

Articolo pubblicato originariamente su annamariapierdomenico.it e concesso ad Auralcrave per la ripubblicazione.

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