5 Giugno 1947. È il giorno del Corpus Domini e la vita scorre tranquillamente a Toiano, un piccolo paesino della provincia di Pisa. Elvira Orlandini è una ragazza di 22 anni, figlia di una famiglia di lavoratori dei campi. Quel giorno, intorno alle due del pomeriggio, Elvira esce per andare a prendere l’acqua alla fonte. Un tragitto di circa quattrocento metri.
Passano due ore e la ragazza non è ancora rientrata. La famiglia comincia a preoccuparsi, La madre Rosaria esce per andare a cercarla, comincia a chiedere in giro, ma nessuno sembra aver visto Elvira nei paraggi. Rosaria decide allora di rincasare e avvertire Antonio, il padre della ragazza, il quale insieme al cognato Giovanni parte alla ricerca, dirigendosi verso la fonte.
Arrivati sul posto notano per terra delle tracce di sangue e di trascinamento che portano verso il bosco. Quell’area si chiama Botro della Lupa ed è caratterizzata da una fitta vegetazione. I due si dirigono in questa direzione. Ad un certo punto trovano le ciabatte di Elvira, e accanto ad esse la brocca con cui era uscita per raccogliere l’acqua. Pochi metri più avanti una visione terribile: il corpo della giovane ragazza senza vita. Una pozza di sangue, la gola squarciata di netto.
Vengono così avvertiti i carabinieri del posto.L’autopsia rivela che in seguito allo sgozzamento che ne provocò la morte, seguirono altre coltellate inferte al cadavere ormai senza vita della vittima. Un omicidio carico di una brutalità impressionante.
Ma chi ha ucciso Elvira?

Le indagini si concentrano fin da subito sulla figura di Ugo Ancillotti, fidanzato e promesso sposo di Elvira. Contadino, ex reduce di guerra, considerato in paese come un ragazzo tranquillo e riservato. Cominciano a circolare voci sulla sua gelosia e sulle liti che avrebbe avuto con la fidanzata, mentre vengono trovate alcune macchie di sangue umano sui suoi pantaloni.
Ugo viene così arrestato e nel Marzo del 1948 ha inizio il processo.
L’opinione pubblica si divide tra innocentisti e colpevolisti. Proprio durante il processo gli indizi a suo carico cominciano a crollare: le macchie di sangue rinvenute nei pantaloni sono troppo piccole per pensare che siano dovute ad un azione omicida di tale brutalità. Inoltre pare che la mattina stessa della morte lui ed Elvira fossero stati insieme fino alle 13:30, orario in cui Ugo l’avrebbe riportata a casa. Quindi sembra poco probabile che lo stesso abbia avuto il tempo materiale per organizzare l’omicidio.
Un altro elemento che depone a favore dell’innocenza di Ugo viene dai rilievi fatti sul posto. Vennero infatti ritrovate vicino al cadavere di Elvira delle impronte di scarpe numero 40. Ancillotti invece portava il numero 43.
Ugo Ancillotti viene ufficialmente assolto il 21 Luglio 1949 per assenza di prove. L’omicidio di Elvira Orlandini rimane senza un colpevole tutt’oggi.
Toiano è diventato un paese disabitato, smarrito come quell’assassino che tolse la vita alla giovane. Considerata come la ragazza più bella del paese, di lei ci rimane la sua immagine, ritratta in tutta la sua bellezza e dotata di uno sguardo profondo.
Resiste la speranza di riuscire prima o poi a capire che cosa accadde in quel pomeriggio del 5 Giugno 1947, passato tristemente alla storia come il giorno dell’omicidio del Corpus Domini, per rendere giustizia alla memoria di Elvira.