Resident Evil: la storia completa di un capolavoro dei videogiochi

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In un periodo estremamente delicato come quello di oggi, tra restrizioni, quarantene e  stop ad aree aperte, potrebbe risultare utile scoprire o riscoprire abitudini che la normale fretta di tutti i giorni ci fa accantonare. Tra i vari intrattenimenti, quello videoludico è ormai da decenni un fenomeno che non contempla solo i giovanissimi, ma si estende praticamente quasi a tutte le generazioni.  Dai primi Vic 20 fino ai Commodore 64 passando per il meraviglioso mondo della cartuccia con Nintendo, Super Nintendo, Sega Master System e Mega Drive. Queste straordinarie piattaforme hanno accompagnato negli anni milioni di giocatori con relativi grandi titoli, storie e aneddoti sui quali si potrebbe dibattere all’infinito.

Ma oggi siamo a Parlarvi di una consolle che ci ha introdotti al concetto di videogioco moderno e sulla quale sono transitati molti dei più importanti e ben riusciti titoli di sempre: sua Maestà la Playstation. Era il 1994 e la sua uscita sancì il passaggio al cd-rom. Con un avanzato software di nuova generazione e un’importante solidità economica, Sony conquistò quasi tutti gli utenti superando i diretti rivali anche grazie ad un’originalità e uno strapotere mediatici ancora oggi di grande impatto. La proposta di Sony si è dimostrata qualitativamente superiore rispetto la concorrenza fin dall’inizio. In tal senso è opportuno menzionare  proprio uno dei primi e più bei videogiochi mai concepiti: Biohazard, così conosciuto nella sua patria, il Giappone, è per noi  europei il fantastico Resident Evil.

La genesi dell’opera è datata 1993 per mano di quel genio creativo chiamato Shinji Mikami. Sostanzialmente quasi tutto il soggetto della saga ha come tema principale lo sviluppo e gli esperimenti condotti su un virus geneticamente modificato, chiamato Virus T , generato in laboratorio da una potente corporazione internazionale, la Umbrella Corporation.  La risultante di questi esperimenti è la creazione di esseri non umani le cui azioni sono rivolte al cannibalismo. Nel quadro cronologico esiste un inizio, anzi un pre-inizio. Parliamo di Resident Evil 0 e di una squadra, la Bravo, specializzata in tattiche speciali e di salvataggio, spedita nell’area nord di Racoon City, proprio dove sembrano trovarsi le prime “creature“.   La squadra Bravo non tornerà mai più dalla sua missione e in suo soccorso sarà mandata la sezione Alpha le cui avventure giustificheranno il secondo capitolo, Resident Evil  (1) i cui componenti sono divenuti negli anni personaggi iconici non solo per l’intera saga, ma proprio nel mondo del gaming in generale: parliamo di Chris Redfield, Jill Valentine e Albert Wesker.  

Siamo giunti al 1998 e il titolo ha già un ottimo riscontro di vendite e critica. Viene pubblicato così dal colosso Capcom il secondo capitolo ufficiale della serie. Siamo a Racoon City e uno dei ricercatori alle dipendenze della Umbrella Corporation, Wiliam Birkin, nel tentativo di difendere la sua ultima creazione, il Virus G, durante un’azione di furto ad opera di un commando inviato segretamente dalla Umbrella fa cadere erroneamente i campioni contenenti il ben più pericoloso Virus T. Lo stesso virus a contatto con i topi diverrà la causa scatenante del contagio a Racoon City. Nel gioco vengono introdotti due dei protagonisti più amati della serie. Il primo è Leon Kennedy, agente scelto della Stars, il corpo speciale che mandò in ricognizione le squadre Bravo e Alpha. Con Leon Kennedy ci viene presentato un altro importante personaggio, Claire Redfield, sorella dell’altro agente scelto Chris. Il terzo capitolo della serie, Nemesis, ha il suo svolgimento sempre nella città di Racoon City, con protagonista la sopracitata Jill Valentine della squadra Alpha, in fuga dalla città e da un nuovo derivato di laboratorio chiamato appunto Nemesis.

Resident Evil games evolution 1996 - 2019

Da questi primi capitoli e dal loro successo ne sono derivati altri sia ufficiali che spin off. Dal Code Veronica successivo al Nemesis, dove in sostanza si scopre l’esistenza di una corporazione parallela e ostile alla Umbrella alla cui direzione c’è proprio Albert Wesker, fino ad arrivare al capolavoro Resident Evil 4. Leon Kennedy diventa protagonista in un’operazione di salvataggio della figlia del Presidente degli Stati Uniti, sequestrata per mano di una nuova e potente organizzazione chiamata i Los IlluminadosResident Evil Revelations vede Jill Valentine alla ricerca di Chris Redfield, intenta a contrastare un nuovo gruppo bioterroristico, Il Velcro, mentre nel Revelations 2 assistiamo al rapimento di Claire Redfield con Moira Burton a supporto. Nelle operazioni di recupero ricompare una vecchia conoscenza, Barry Burton, padre di Moira Burton ed esperto armaiolo del primissimo team Alpha. Questi due passaggi rappresentano due spin off e hanno ottenuto buone risposte (soprattutto il secondo) dal punto di vista delle vendite.

Resident Evil 5 rappresenta invece una novità dal punto di vista tecnico. Oltre al ritorno in grande stile di un pompatissimo Chris Redfield, che dividerà la scena con la sua nuova compagna d’avventure Sheva Alomar. In questo nuovo capitolo lo scopo del team Capcom è creare orrore in ambienti prevalentemente illuminati come quelli africani, scegliendo lo svolgersi delle principali azioni di giorno e contravvenendo alle “regole classiche“ della grammatica horror, nella quale si cercano ed accostano le sensazioni di paura generalmente al buio. Il risultato è un gioco valido quasi quanto Resident Evil 4.  Non mancarono però in uscita polemiche di matrice razziale, in quanto il gioco ambientato nell’Africa subsahariana vedeva nemici di colore. Questo diede il via ad alcune controversie basate sull’esempio “dell’uomo bianco che conquista il nero indigeno”. Le vendite comunque sia alla sua uscita nel 2009 che successivamente andarono molto bene, con più di otto milioni di copie vendute su tutte le piattaforme.

Siamo al 2012 ed esce cosi il sesto capitolo ufficiale della storia. Resident Evil 6 vede il ritorno dei grandi protagonisti, Leon Kennedy e Chris Redfield. Questo non basta però a offrire una visione almeno sufficiente al classico giocatore di Resident Evil, che vede e ricerca nel gioco atmosfere horror cupe e dal ritmo meditativo. Il sesto capitolo della saga si rivela essere un action con vaghe e insufficienti rimasticature survival horror. Una corsa continua, molte scene di lotta e quasi completamente spariti i classici indovinelli alla Resident. Poco originale anche la trama con un nuovo Virus, il C,  diffusosi in Edonia e Cina. Vi è la necessità dunque di un vero ritorno al passato, di ritrovare atmosfere autentiche di classico film dell’orrore, per non deludere i milioni di fan, per non perdere terreno rispetto ad altri grandi titoli concorrenti (Silent Hill, Last of Us) e per confermarsi titolo Survival Horror definitivo.

Presto fatto, Capcom a Gennaio 2017 lancia il suo Settimo capitolo ufficiale. Le new entries sono costituite sostanzialmente da un ritorno al passato sotto il profilo del ritmo, gradevolmente lento, dei colori e della gestione di luce e atmosfera. Cambia la prospettiva, ora in prima persona rispetto le precedenti in terza persona sopra le spalle (RE4,RE5,RE6). Il gioco fa realmente paura, il buio praticamente quasi sempre totale enfatizza a dismisura la sensazione di orrore. Non aprite quella porta è molto presente nella costruzione della storia e sotto il profilo estetico. Sono presenti camei importanti che ci riconducono ai vecchi capitoli, ma la resa tecnica non sempre è impeccabile. Fra tutte l’effetto del movimento delle vespe in alcune parti del gioco risulta molto meccanico con una logica di movimento a loop.  

Al di là dei giudizi e opinioni personali e andando oltre anche all’analisi di ogni singolo capitolo, il dato è abbastanza oggettivo e chiaro. Non si può prescindere da Resident Evil nell’universo dei giochi horror. La grandezza di questo titolo è tale da superare la sua importanza all’interno della categoria dei videogiochi. Probabilmente quando un’idea è valida, la costruzione del mondo circostante è intelligente e concepibile. I riferimenti cinematografici all’interno della saga sono innumerevoli. Primo fra tutti e forse il più palese è alla struttura filmica di un certo George Andrew Romero. Più persone costrette all’interno di un unico ambiente gravate dal pensiero di sopravvivere ad un pericolo esterno. La notte dei Morti Viventi, quel meraviglioso capolavoro assoluto riletto in chiave videoludica offre alla trama una spinta fondamentale. Dal primo Resident Evil, con i protagonisti all’interno di una villa che devono far fronte ad esterne creature spaventose, fino a Resident Evil 2, questa volta in una città con orde di zombie. La trasposizione, malgrado trattasi di giochi concepiti e realizzati  più di vent’anni fa, ha tutto il valore di un’opera studiata e intelligente.

In Resident Evil viene rispettato il tempo, attraverso il quale si ha la possibilità – seppur non in maniera proprio serena – di affrontare enigmi e soprattutto di pensare. La piacevole contemplazione attiva di scenari dettagli personaggi viene costantemente interrotta da momenti di incredibile spavento o apprensione. Il raccapriccio e l’orrore vengono rappresentati con tempismo ed equilibrio perfetti, soprattutto nel secondo capitolo, tra tutti universalmente riconosciuto come il migliore. L’impatto mediatico è stato incredibile, basti pensare all’originalità degli spot dell’epoca, chi non li ricorda? Compreso quello realizzato dallo stesso Maestro Romero.

Un impatto cosi importante da condizionare numerosissimi altri giochi di genere e relativi altri creatori. Così come Matrix nel cinema (e del capolavoro delle sorelle Wachowski vi è riferimento nel quarto capitolo della serie in alcune sequenze di animazione dei protagonisti che ricordano palesemente le azioni in Bulletime di Neo e compagni n.d.r.), anche Resident Evil diventa un fenomeno generazionale dal quale è difficile non rimanere piacevolmente inebriati. Un’influenza nella cultura pop talmente grande e capillare che ha convinto i vertici di Capcom a realizzare con la moderna ingegneria grafica un remake di Resident Evil 2. Il gioco ripercorre le vicende di Leon Kennedy e Claire Redfield a Racoon City, ricostruita fedelmente cosi come il glorioso Racoon Police Department. I risultati come era prevedibile sono stati più che positivi, con praticamente tutte le maggiori testate e riviste di settore che lodavano il progetto e milioni di copie vendute al lancio.

A pochi giorni dalla commercializzazione mondiale del remake di Resident Evil 3: Nemesis, prevista per il 3 Aprile, sono diversi gli spunti e le considerazioni sul gioco e più in generale sul gaming moderno. Con Playstation e Xbox negli ultimi vent’anni abbiamo assistito ad un progresso grafico incredibile. Il punto di domanda è il seguente: vi sono più opere prime o creativi in grado di concepire nuovi capolavori? La sensazione è quella di vivere un momento di grande disponibilità e tecnologia. Probabilmente il numero dei giocatori on line è aumentato e sta aumentando la richiesta di titoli sviluppati e orientati prevalentemente verso il gaming on line, a scapito della costruzione di storie originali e solide. Il riferimento a Resident Evil si basa su un periodo nel quale il gioco on line non era neanche concepito e, forse per questo, la cura del  dettaglio, la costruzione del soggetto, la ricerca di un’idea scaturivano in risultati divenuti ormai capisaldi.

L’analisi è meramente oggettiva e scevra di qualsiasi ambizione malinconica. Il punto più alto o basso dipende dai punti di vista, questo momento di “transizione“ è costituito tra i tanti titoli anche da Fortnite, dove milioni di utenti guerreggiano, “killano“ e “buildano“ a velocità supersoniche, in grandi spazi aperti graficamente resi in stile cartoon. La difficoltà maggiore nel comprendere titoli come Fortnite sta forse nell’aver assistito ad opere gigantesche e Maestose come Resident Evil o Metal Gear Solid (per chi non conoscesse quest’ultimo titolo è sufficiente andare su Google e cercare “il più grande videogioco di tutti i tempi“, ma questa è una lunghissima e bellissima altra storia). In attesa adesso dell’uscita di Resident Evil 3: Nemesis, vi consigliamo caldamente il seguente veloce ripasso: Resident Evil, Resident Evil 2, Resident Evil 3: Nemesis e Resident Evil 4 .

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