Perché Tutto il Calcio Minuto Per Minuto era pura adrenalina

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“Scusa, è Ameri! La Roma è passata in vantaggio a Milano al trentacinquesimo minuto del secondo tempo! Ha segnato Pedro Manfredini!”

Erano queste le parole dello storico radiocronista italiano Enrico Ameri che, oltre ad annunciare un semplice aggiornamento di risultato durante una partita di calcio della massima serie del campionato italiano, segnavano una nuova era per le trasmissioni radiofoniche sportive, in particolare di Tutto il calcio minuto per minuto.

Il 31 dicembre del 1961, allo stadio S. Siro di Milano (poi nel 1980 sarà intitolato a Giuseppe Meazza), andava in scena il big match Inter-Roma. Entrambe le squadre godevano di un buon piazzamento in classifica: la squadra guidata da Helenio Herrera si contendeva lo scudetto con il Milan, la Roma di Manfredini ed Angelillo (trasferitosi proprio dall’Inter durante la sosta estiva) lottava per una posizione tra il terzo ed il quinto posto con Bologna e Fiorentina.

Nonostante i preparativi per il tradizionale cenone di S. Silvestro, milioni di tifosi italiani, in quel 31 dicembre del 1961, erano incollati all’unica trasmissione radiofonica che comunicava in diretta i risultati del campionato, raccontando anche l’evoluzione delle dinamiche di gioco. Bisognerà poi attendere l’avvento di 90° minuto per vedere le gesta dei propri beniamini sfidarsi sul terreno di gioco.

Il format di Tutto il calcio minuto per minuto che in quel momento stava intrattenendo gli appassionati di calcio, fu introdotto nella stagione 1959/60 quando Guglielmo Moretti, allora dirigente della Redazione Sportiva Rai, ebbe l’intuizione di importare in Italia il struttura del programma radiofonico francese “Sports et Muisque”, in cui gli inviati si collegavano in diretta dai campi per raccontare le partite del campionato di Rugby.

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Il programma fu avviato in fase sperimentale nell’autunno del 1959. È il 10 gennaio del 1960 quando andò in onda la prima trasmissione ufficiale sulla stazione radiofonica Programma Nazionale, nominata poi Radio Uno Rai nel 1975. Il ruolo di conduttore fu affidato a Roberto Bortoluzzi. In quella storica prima puntata egli coordinava i tre campi di gioco da cui gli inviati raccontavano le partite: Milano, Bologna e Alessandria. Le squadre a contendersi i tre punti erano:

  • Milan-Juve; radiocronaca assegnata a Nicolò Carosio
  • Bologna-Napoli; radiocronaca assegnata a Enrico Ameri
  • Alessandria-Padova; radiocronaca assegnata a Andrea Boscione

Tuttavia la struttura del programma aveva alcune divergenze rispetto a come la conosciamo noi oggi. Innanzitutto gli incontri non erano raccontati integralmente ma i collegamenti dai campi iniziavano a partire dai secondi tempi. Prima del fischio di avvio della seconda frazione di gioco, il radiocronista esponeva una breve sintesi degli episodi principali avvenuti durante il primo tempo. Soltanto a partire dalla stagione 1987/88 verrà introdotta la radiocronaca anche dei primi tempi.

Tutto il calcio Amarcord Campionato 1972-73 9a Giornata (Integrale)

Inoltre, se oggi possiamo ascoltare gli aggiornamenti riguardanti le massime categorie di altri sport come la pallavolo, il basket, la Formula 1 o la MotoGP, è grazie all’innovazione strutturale ideata sul finire degli anni ‘80 che permetteva il collegamento dedicato anche ad altre discipline sportive.

Da non sottovalutare era l’interruzione del programma durante le ultime giornate di campionato. Infatti, per evitare condizionamenti sulla lotta per la conquista dello scudetto e della permanenza in Serie A, le ultime giornate di campionato non potevano essere trasmesse in radio. Questo silenzio radiofonico sugli eventi calcistici si prolungò sino al 1970, dunque questo smentisce la frase leggendaria «Clamoroso al Cibali!» messa in bocca a Sandro Ciotti durante un Catania-Inter del 4 giugno 1961, visto che in quel 4 giugno non andò in onda alcuna puntata di “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Una ulteriore differenza sostanziale con il format di oggi riguardava gli stessi collegamenti dai campi. Ogni radiocronista aveva il suo tempo a disposizione per raccontare gli eventi di gioco e nessuno poteva interromperlo. I risultati venivano aggiornati soltanto dal conduttore in regia al termine di ogni collegamento. Questo fino a quella partita del 31 dicembre del 1961 che vedeva fronteggiarsi Inter e Roma.

La partita fu aspra e le occasioni da gol scarseggiavano. Il ritmo di gioco non era certo favorito dall’intensità della pioggia abbattutasi su Milano proprio in quel 31 dicembre. Lo scontro sembrava concludersi sul risultato di parità. Lo 0-0 d’altra parte poteva andar bene anche alla Roma visto che si trovava di fronte una squadra davvero forte, e per di più la squadra capitolina giocava in trasferta in uno stadio ostico come il S. Siro, definito poi “La scala del calcio” per via della sua maestosità. Invece a 10 minuti dal termine, Pedro Manfredini porta in vantaggio i giallorossi ed Enrico Ameri si sentì in dovere di annunciare quel risultato clamoroso in diretta. Così interruppe la radiocronaca di un suo collega riferì agli italiani del gol di Manfredini. Quella violazione del regolamento da parte di Ameri fu in realtà una geniale intuizione che mutò radicalmente la trasmissione, rendendo il programma più agile per aggiornare più rapidamente i tifosi all’ascolto.

Enrico Ameri

Oggi, con l’avvento delle pay-tv, gli smartphone e ogni tipo di tecnologia che permette di essere sempre aggiornati in qualsiasi momento su ogni avvenimento in ogni parte del mondo, i racconti di Tutto il calcio minuto per minuto sembrano risultare anacronistici. Tuttavia hanno caratterizzato la storia delle trasmissioni radiofoniche del nostro Paese, raccontando a milioni di appassionati le vicende sportive in tempo reale quando, magari, per i motivi più svariati, non potevano assistere ad un evento dal vivo. Ma se ci troviamo alla guida della nostra automobile, durante un viaggio, o uno spostamento di media durata, o in un locale in cui la tv è assente, un radiocronista che ci tiene aggiornati sugli avvenimenti sportivi di nostro interesse può rivelarsi utile anche nell’era tecnologica.

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