Marie Curie: la prima donna a vincere il premio Nobel

Marie Curie è stata una chimica e fisica polacca naturalizzata francese, nota per la scoperta del polonio e del radio e per essere stata la prima persona a vincere due Nobel.

La giovinezza

Maria Skłodowska nacque a Varsavia il 7 novembre 1867.

Maria iniziò gli studi con il padre, poi li proseguì a Varsavia. A 15 anni concluse le scuole secondarie, guadagnando anche una medaglia per essere stata tra gli studenti migliori.

Tornata a Varsavia dopo aver trascorso un anno in campagna insieme all’adorata sorella Bronisława, Maria aderì al progetto dell’”Università Volante”, un circolo di ragazzi e ragazze che coltivavano clandestinamente il positivismo, un pensiero filosofico basato sull’esaltazione del pensiero scientifico.

Nel 1885 Maria strinse un patto con la sorella Bronisława, che desiderava studiare medicina a Parigi. Maria decise infatti di lavorare per pagarle gli studi e in cambio quando Bronisława si fosse laureata avrebbe aiutato economicamente Maria. Fu così che quella che sarebbe diventata una delle più straordinarie scienziate della storia iniziò a guadagnarsi da vivere come governante.

Dopo essere stata in casa di una famiglia di avvocati di Varsavia, a Maria venne offerto un lavoro dalla famiglia Zorawski, lontano da casa ma con uno stipendio più alto, e lei accettò. Nella nuova dimora accadde ciò che la ragazza non aveva previsto: Casimiro, il figlio maggiore dei Zorawski,  tornato a casa per le vacanze di Natale si innamorò di lei. I due progettarono di sposarsi, ma la famiglia del ragazzo si oppose. Casimiro, deluso, decise di tornare a Varsavia, ma Maria fu costretta a rimanere per altri tre anni, fino alla fine del contratto.

Nel 1891 Maria poté finalmente trasferirsi a Parigi, ospite di sua sorella Bronisława e del marito Casimiro Dluski. Dopo aver francesizzato il suo nome in Marie, si iscrisse alla Sorbona.

Pierre e Marie Curie nel 1903

La radioattività

Marie e Pierre si incontrarono nel 1894. Lui era un fisico e matematico parigino che lavorava come istruttore di laboratorio alla Scuola di fisica e chimica industriale e che stava studiando i fenomeni della piezoelettricità.  Inizialmente Maria era restia a perdere la sua indipendenza, ma finì col capitolare e i due si sposarono: da quel momento fu conosciuta come Marie Curie.

Marie Curie dedicò la sua vita all’isolamento e alla concentrazione del radio e del polonio, presenti in minime quantità in un  minerale radioattivo chiamato pechblenda, che è una delle principali fonti naturali di uranio. Bisogna sottolineare che la radioattività era stata da poco scoperta dal fisico Becquerel che, mentre investigava la fosforescenza dei sali di uranio, si era reso conto che il materiale emetteva dei raggi senza bisogno di un’eccitazione da parte della luce.

Marie e Pierre notarono che alcuni campioni avevano una radioattività troppo elevata per essere costituiti da uranio puro. Esaminando tonnellate di minerale, riuscirono infine ad isolare un nuovo elemento, che chiamarono Polonio. Esperimenti successivi mostrarono a Marie Curie e a suo marito che nella pechblenda c’era anche un altro nuovo elemento, il radio, che divenne l’argomento della tesi di dottorato di Marie.

A quel punto L’Accademia delle scienze aprì ai Curie un credito di 20.000 franchi per “l’estrazione delle materie radioattive”, da utilizzare in ambito terapeutico e industriale. Marie Curie decise di non depositare il brevetto per il processo di isolamento del radio, per favorire la ricerca in questo settore.

Gli studi sulla radioattività valsero a Marie Curie il premio Nobel, che ricevette nel 1903 insieme a Pierre e a Becquerel. Fu la prima donna nella storia a conseguire tale onorificenza.

Dopo la morte di Pierre Curie

Il 19 aprile 1906 Pierre morì travolto da una carrozza e fu sepolto nel cimitero di Sceaux. A Marie Curie fu assegnata la cattedra di fisica generale alla Sorbona, appartenuta precedentemente al marito.

Nel 1911 Marie Curie si ritrovò al centro di uno scandalo per aver intrapreso, durante il primo congresso Solvay, una relazione con il collega scienziato Paul Langevin,  sposato e padre di quattro figli. La storia ebbe tale risonanza che Marie Curie fu vittima di numerosi attacchi da parte della stampa e che l’Accademia svedese fu sul punto di non assegnarle il secondo premio Nobel.  Alla fine a Marie Curie fu conferito il Nobel per la chimica, facendo di lei anche la prima persona a vincerne due. Attualmente rimane l’unica donna ad averne vinti più di uno e, insieme a Linus Pauling, è l’unica ad averlo vinto in due aree distinte. Dato lo scandalo, a Marie Curie fu consigliato di non partecipare alla cerimonia, ma lei non si lasciò fermare.

Marie Curie nel 1920

Durante la prima guerra mondiale Marie Curie lavorò come radiologa per il trattamento dei soldati feriti e alla fine del conflitto divenne attiva nella Commissione Internazionale per la Cooperazione Intellettuale della Lega delle Nazioni, allo scopo di migliorare le condizioni di lavoro degli scienziati. Nel 1909 fondò a Parigi L’Istituto Curie e, nel 1932, una struttura analoga a Varsavia.

Negli ultimi anni della sua vita fu colpita da una grave forma di anemia aplastica, quasi certamente a causa dall’esposizione alla radiazioni, di cui all’epoca non si conosceva la pericolosità. Morì a Sancellemoz di Passy in Alta Savoia, nel 1934.

Tutti i suoi appunti sono ancora considerati pericolosi per il contatto con le sostanze radioattive e sono conservati in apposite scatole piombate.

Articolo pubblicato originariamente su annamariapierdomenico.it e concesso ad Auralcrave per la ripubblicazione.

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