La bellezza nel Diario Pendolare di Rossella Tempesta

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Quale è la quota di Bellezza in ogni nostra quotidianità?
La pendolarità è l’occasione letteraria per mostrarcela.

L’uso di un mezzo di trasporto quotidiano è una distensione fisica e mentale nello spazio di uno scompartimento che scorre sui binari tra paesaggi.

È la meta, il viaggio quotidiano stesso, a cui inconsapevole il pendolare, unito al comune destino di altre vite, giunge e porta verso un iperuranio di paesaggi, di luci di stagioni, di solidarietà, sebbene spicciola, manifestazione di umanità e di stare al mondo.

“Quando il cielo è azzurrissimo, estivo, il pendolare può guardare in aria fuori dal finestrino, e scoprire che il treno sta gareggiando con un aereo bianco e lucente, lassù in alto.
L’aereo sembra quasi fermo, vince il treno.”

“Le madri pendolari partono a strappi, arrivano trafelate e calde di baci dei loro figli, dati nel buio mentre ancora dormono.
Sul treno si accrocchiano come intorno a un luogo domestico, una sala, una cucina, i paesaggi scorrono veloci dai finestrini che inquadrano una dopo l’altra le case di altre madri, di altri bambini.
Parlano come pregrassero, come facessero una confidenza lunghissima, si dicono delle vite, delle fatiche, di questi viaggi che rubano tempo ai figli e un poco ne restituiscono a loro stesse.”

Il viaggio del pendolare è solitudine, non si parte con amici o con i propri affetti, anzi questi sono lontani. I pendolari sono strappati dai luoghi familiari.

Ma dopo questo primo dolore, agli occhi del poeta si dispiega la scoperta di un mondo interiore che diventa esteriore e viceversa, la ferita a cui il lavoro o lo studio ci obbligano, diventa feritoia, la morte una nuova rinascita nella dimensione del viaggio.

“Il libro, non c’è migliore amico per il pendolare!
Non il giornale, sia chiaro, ma proprio il libro. Sedersi e aprirlo immediatamente significa risparmiarsi convenevoli e dialoghi indesiderati coi vicini di sedile, invece aprirlo solo dopo aver sonnecchiato un po’ serve a riportarlo quietamente dal sonno alla nuova giornata.
Poi c’è il caso del Viaggiatore, quello che guarda spesso fuori dai finestrini, osserva scorrere gli scenari di campagna e di mare e, quasi come senza interrompere il filo dello sguardo, s’immerge improvvisamente nelle pagine aperte a caso. Dimenticare, dimenticare solo per un poco.”

Questa raccolta di prose poetiche ci insegna quanta scoperta e bellezza ci può essere nella quotidianità, oggi sempre più vilipesa, luogo di luoghi comuni, di una narrazione indolente e cattiva, spesso televisiva.

Come diceva John Lennon:

“La vita è ciò che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti” .

Diario Pendolare, il libro di Rossella Tempesta, ci spinge a ricercare la profondità che ci circonda, vivere intensamente, rendere con lo sguardo i giorni tutti diversi, come lo potrebbero essere quelli del pendolare.

Parafrasando l’ingegnere Luciano De Crescenzo:

“La lunghezza effettiva della vita è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere.

Il problema è che gli uomini studiano come allungare la vita, quando invece dovrebbero studiare come allargarla.”

In questo libro, Rossella Tempesta ci insegna come allargarla

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