The Hot Zone: la storia vera dietro la nuova serie Sky

Il terribile virus Ebola è arrivato a soli 30 chilometri da Washington, capitale degli Stati Uniti. Non è la trama di un film di fantascienza ma un fatto realmente accaduto. È la verità che racconta la serie The Hot Zone Area di contagio in onda su National Geographic da mercoledì 4 settembre.

Ebola è uno degli agenti patogeni più letali per l’uomo e per questo tra i più temuti. Il Virus arrivò all’attenzione internazionale per la prima volta nel 1976, quando venne registrata la prima epidemia nella foresta pluviale dell’Africa centrale. Negli ultimi anni i media ci hanno allarmato con notizie sulla comparsa di nuovi focolai in Africa, in particolare in zone dove Ebola aveva fatto la sua comparsa per la prima volta. Ma mai ci è stato raccontato che la seconda epidemia nella storia di questo virus sarebbe potuta esplodere proprio negli Stati Uniti.

Era il 1989 quando l’agente patogeno apparve improvvisamente nelle scimmie di un laboratorio scientifico alla periferia di Washington.  Venne subito inviato un campione presso il laboratorio di Nancy Jaax, dottoressa dell’esercito statunitense, interpretata nella serie da Julianna Margulies. Il colonnello Jaax, patologa veterinaria, impiegata in una squadra speciale per la ricerca sugli agenti biologici, capisce subito che si tratta di un virus terribile riconducibile a Ebola ma deve scontrarsi con lo scetticismo dei colleghi.

La miniserie in sei puntate prodotta da Ridley Scott e scritta da Brian Peterson, Kelly Souders e Jeff Vintar ricostruisce con fedeltà gli eventi che portarono alla comparsa del virus sul suolo americano basandosi sul best-seller omonimo di Richard Preston.

La sequenza di apertura è un flashback dal forte impatto emotivo e simbolico: un corvo plana sulla tavola imbandita di una grande e sontuosa villa in Africa. È l’abitazione di un ricco uomo francese che mostra i sintomi di un grave malore. L’uomo sale su un aereo nel tentativo di raggiungere l’ospedale, ma quando arriva è troppo tardi. Il dottor Musoke, dopo averlo visitato e aver riscontrato sintomi mai visti fino ad allora, rimane lui stesso contagiato.  Questo evento, realmente accaduto, è una delle prime testimonianze della diffusione del virus da febbre emorragica Marburg. Fu solo un primo esempio di malattia infettiva capace di transitare dalle scimmie all’uomo, da lì a poco sarebbe arrivata l’ancora più spaventosa Ebola. 

La dottoressa Nancy Jaax, nonostante l’opposizione dei suoi colleghi decide di continuare la ricerca sul campione sospetto. Cerca sostegno nel Dottor Wade Carter, suo mentore nonché uno dei primi scienziati ad aver studiato Ebola anni prima in un villaggio dello Zaire. Nancy è disposta a mettere a rischio la sua vita per dimostrare che quello che hanno davanti è proprio il temibile virus capace di migrare da scimmia a uomo. Grazie alla suo coraggio e alla sua tenacia riuscirà a convincere l’esercito americano ad adottare velocemente tutte le misure per il contenimento di un possibile contagio.

È una storia da brividi che ci fa toccare con mano l’impatto dei virus sulla razza umana in un mondo sempre più veloce e ci fa riflettere sulle singole azioni coraggiose di scienziati e ricercatori che hanno salvaguardato la vita su questo pianeta e che sono troppo spesso dimenticati. Ben vengano quindi serie che omaggiano il loro coraggio. 

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