Come trasformare un classico del cinema francese in unâopera rock decadente: vergognosamente snobbato alla Mostra del Cinema di Venezia, A Bigger Splash, il film di Luca Guadagnino uscito nel 2015, è un autentico gioiello in celluloide, uno dei migliori prodotti italiani che si siano visti da parecchio tempo, soprattutto in fatto di originalitĂ e coraggio nellâosare. Forse questo non è stato perdonato da quella critica un poâ sonnolenta e pretenziosa, abituata a quel piattismo intellettualoide di genere, che fa solo tanto sbadiglio. Per rimediare a questa plateale figuraccia, infatti, gli stessi critici loderanno il cineasta con la sua opera consecutiva, Call Me By Your Name, riconoscendogli il successo internazionale.
Luca Guadagnino è un regista atipico nel panorama italiano, ma sicuramente un genio. Uno che ha guardato alla stella di Bernardo Bertollucci come una fonte inesauribile di ispirazione, a cominciare dallâutilizzo di un cast internazionale, un plot bucolico ed una squisita attenzione per dettagli sofisticatissimi, che non sfuggono ad un osservatore con una grande quantitĂ di libri letti. Lâestetica di Guadagnino è amabilmente semplice e raffinata al tempo stesso; colma di letteratura, arte figurativa, e musica di un certo livello, e questo non può che farci piacere.
II pretesto nasce dal film La piscine di Jaques Deray, 1969, con Alain Delon e Romy Schneider, bellissimi amanti in vacanza in Costa Azzurra. Ma è vietato parlare di remake.
Qui siamo invece nellâitalianissima isola di Pantelleria, âun non luogoâ, scenario sospeso tra Oriente e Occidente e perfetto buen retiro per una coppia middle-europea che vuole lasciarsi alle spalle qualcosa di maledettamente misterioso. Ad incarnare i due eroi tragici della storia, lâalgida e favolosa Tilda Swinton, nelle vesti di Marianne, una rock star in fase di disintossicazione da sregolatezze e amori sbagliati, e al suo fianco il bel tenebroso Paul (Mathias Schoenaerts), un fotografo in crisi di identitĂ .
I due passano le giornate a crogiolarsi al sole, ad amoreggiare immersi nei numerosi specchi dâacqua naturali presenti sullâisola e naturalmente nella piscina della casa che hanno affittato, presenza costante su cui ruotano tutti i protagonisti, pedine sospese tra inconscio (acqua) e conscio (terra). Questâidillio viene interrotto bruscamente dallâarrivo improvviso di Harry (uno strepitoso Ralph Fiennes), ex agente di Marianne, accompagnato da sua figlia adolescente Penelope, per tutti Penny.
Penny, interpretata dallâincantevole Dakota Johnson, è la maliarda e sfuggente Lolita che, strizzata in bikini appetitosi come fragole, scuoterĂ i cuori di tutti, donne comprese, e persino di suo padre. In realtĂ Harry è atterrato sullâisola per riconquistare Marianne, sua musa e amante per molti anni, e non perde occasione per richiamare alla memoria strampalati aneddoti della vita trascorsa insieme, a base di sesso droga e rock and roll mentre fa ascoltare ai presenti dischi dei Rolling Stones, si lancia in balli sfrenati che coinvolgono gli ospiti della tenuta e riecheggiano gloriosi al sole della Sicilia. Non mancano le digressioni filosofiche ed una frase memorabile a seguito di un rapporto consumato in automobile:
âĂ successo che arrivavo mentre venivo!â
La festa patronale su in paese sarĂ lâoccasione involontaria per uno scambio di coppie che metterĂ a dura prova la fedeltĂ costruita su un placido rapporto sicuro, con lâebbrezza della ritrovata avventura, fresca di novitĂ elettrizzanti. A fare da sfondo, il selvaggio e magnifico panorama isolano, in cui, tra rocce e fonti dâacqua verde smeraldo, si percepisce lâaria salina proveniente da Sud, testimone non solo degli antichi eventi umani che si susseguono nella storia sempre uguali, ma anche del dramma dei clandestini provenienti dallâAfrica, intrappolati nellâisola come rifugiati, ignari del loro futuro destino e metaforicamente collocati in un angusto cortile recintato, ad ammazzare il tempo non vissuto giocando a palla.
La maestria di Guadagnino sta proprio nel saper coniugare abilmente eventi temporali inconsueti come paradossi, riti e luoghi di tradizione tipicamente italiani, scene di gente semplice, che vive ancora secondo cicli immutati nel tempo, con la contemporaneità di eventi attualissimi, di vite frenetiche e complicate, apparentemente lontane dalla lentezza della vita di campagna. Tilda Swinton, avvolta in deliziosi caftani da spiaggia firmati Christian Dior, appartiene a quella categoria di attori divenuti figure mistiche e quasi aliene nella loro bravura, pur rimanendo umilissima nel suo mestiere, è perfettamente a suo agio mentre si lascia guidare dal regista, suo grande amico, che la conferma magistrale interprete di favole moderne quanto remote. Per la serie: dove la metti sta bene.

Si è fatta sera, i rintocchi della mezzanotte risuonano sulle note del Falstaff di Verdi, regalando allo spettatore piacevoli brividi. La tragedia è dietro lâangolo e ancora una volta, quella piscina sarĂ il fulcro delle fragilitĂ in cui annega lâuomo.
Il mattino dopo è serafico e tranquillo come niente fosse successo. Le facce con gli occhi sgranati dipinte sulle anfore intorno alla casa però hanno visto tutto. Ad indagare sullâaccaduto un carabiniere che mai ti saresti aspettato di trovare: Corrado Guzzanti, che qui gioca a fare lâingenuo, buffo e parecchio ruffiano, ma è solo unâimpressione, lui sa il fatto suo. O forse no?.. Non resta che vedere come va a finire.
Questa è unâopera fresca e brillante, ricca di effetti stupefacenti, certo è che ci si diverte guardando un film noir e non capita tutti i giorni al cinema. Il cinema italiano ha sempre piĂš bisogno di tale regia immaginifica. Applausi.