It’s my life, it never ends
È la mia vita ed è infinita
È questo il mantra di It’s My Life, canzone pubblicata nel 1984 dai Talk Talk di Mark Hollis.
Il grido nel ritornello che sa di disperazione, senso di libertà e di ricchezza.
La canzone parte con un ritmo incalzante, in un monologo, un dialogo tra sé e l’amore per la sua donna. Si domanda del coinvolgimento che c’è da parte di entrambi, si sofferma sulla paura di perdere parte di sé, messa in gioco da questo amore che l’ha reso cieco.
Funny how I find myself
In love with you
….
I’ve asked myself
How much do you
Commit yourself?
….
Funny how I blind myself
I never knew
If I was sometimes played upon
Afraid to lose
Ma la ragione non porta da nessuna parte, pensare all’amore porta alla sconfitta del pensiero, il ragionare non si conclude mai.
If I could buy my reasoning
I’d pay to lose
One half won’t do
Se potessi acquistare il mio ragionare, lo pagherei a perdere. Una metà non basterebbe. Perché la ragione è l’ultima àncora per non perdersi, ma nel contempo il maggiore ostacolo al vivere l’amore.
Ma quando sembra tutto disperante, con i suoi interrogativi senza soluzione, arriva il colpo di reni: la vita è infinita. È infinita in ogni sua sfaccettatura. È il grido, la rincorsa, nella parte in crescendo del brano
It’s my life
Don’t you forget
It’s my life
It never endsÈ la mia vita
Non dimenticarlo
È la mia vita
Ed è infinita.
Un ” non dimenticarlo” ripetuto in monologo/dialogo , principalmente a se stesso. Ed ancora:
It’s my life
Don’t you forget
Caught in the crowd
It never endsÈ la mia vita
Non dimenticarlo
Presa nella folla
È infinita
Un bellissimo passaggio, uno zoom improvviso sulla nostra vita individuale, seppur nella folla.
Il brano parte dall’impensabilità dell’amore. L’amore è l’inciampo della ragione, il tormento, ci rende vulnerabili, sensibili e mostra drammaticamente che la nostra vita è infinita.