Salad Fingers: cos’è la serie animata che spopola su Youtube

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“I love the rusty spoons”

Il 30 gennaio del 2019, a sei anni di distanza dall’ultimo episodio, è uscito rigorosamente su Youtube (così come l’intera serie) il nuovo ed undicesimo episodio di Salad Fingers: serie animata ideata dall’artista inglese David Firth. Sin dal primo episodio, diffuso nel Luglio del 2004, essa riscosse un enorme successo in rete, diventandone un fenomeno cult, pur essendo costituita da scene inquietanti ed un senso alquanto criptico.

La colonna sonora, scelta e in parte composta da David Firth stesso, crea un’atmosfera alienante. I brani dei Boars of Canada, Brian Eno, Lustmord (colui che collaborò con i Tool in 10,000 days), Flyng Lotus ed Aphex Twin contribuiscono ad aumentare il senso di turbamento e mistero durante il susseguirsi degli episodi, ognuno della durata di quattro minuti circa, escluso il decimo e l’undicesimo, entrambi di un minutaggio superiore.

Salad Fingers è il protagonista della serie. Un personaggio strambo, nutre un particolare feticismo verso ogni superficie ruvida o arrugginita che, accarezzandola con le sue “dita di insalata”, gli procura delle sensazioni orgasmiche. Oltre a tale attrazione per le “buone cose di pessimo gusto”, Salad Fingers possiede numerose fobie e alterazioni caratteriali manifesti in situazioni spesso paradossali, come per esempio nei suoi cambi di umore repentini, nei dialoghi con dei misteriosi fantocci tenuti sulle dita raffiguranti i suoi amici (Hubert Cumberdale, Marjory Stweart Baxter e Jeremy Fisher) e nelle sue frequenti visioni. Chi siano i suoi amici, con cui Salad Fingers instaura dei monologhi introspettivi, è una delle tante domande che lo spettatore si pone ma a cui David Firth non risponderà.

Salad Fingers 1: Spoons

Durante la visione degli episodi, un senso di Vacuità permea lo spettatore. Il Vuoto del vasto deserto in cui dimora il protagonista, il Vuoto della sua capanna fatiscente, il Vuoto trasmesso dal cielo plumbeo che sembra rispecchiare il Vuoto interiore dei personaggi grotteschi, il Vuoto insito nel verde pallido del volto di Salad Fingers e nella sua flebile voce, a tratti inquietante e a tratti melanconica, infine il Vuoto causato dal conflitto bellico, citato nei monologhi interiori tra Salad Fingers e gli altri personaggi, la maggior parte privi di parola. Probabilmente è proprio la “Great War” ad azzerare il paesaggio e causare i turbamenti psichici dei personaggi umanoidi che vi compaiono nel corso degli episodi. Si avverte infatti la presenza di un Passato terribile, spesso manifesto nei ricordi del protagonista e nelle sue frequenti visioni. Proprio nell’undicesimo ed ultimo episodio, egli tenta di prendere contatto con questa realtà terribile attraverso un viaggio nelle “memorie del sottosuolo” che lo ricongiunge verso sua madre, una figura dall’aspetto disgustoso e dal carattere autoritario con cui umilia costantemente suo figlio.

Nel finale Salad Fingers decide di conservare in uno scrigno, un frammento dello specchio infrantointriso di sangue in cui egli vede riflessasua madre. Tutto ciò lascia intuire che il protagonista sia riuscito ad interrogare gli aspetti più traumatici del Passato e sceglie quindi di conservare tutti i suoi dolori, turbamenti, angosce ed i sentimenti più intraducibili proprio in quello scrigno dei ricordi. Ora Salad Fingers è sereno e può continuare a vivere al fianco del suo amico Hubert Cumberdale, trasformato in un “bambino vero” (più che un bambino assomiglia ad una massa gelatinosa deforme), una chiara allusione a “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi.

Qui sotto potete trovare l’undicesimo episodio si Salad Fingers. Questa serie è un’autentica opera d’arte che attesta le abilità creative di David Firth.

Salad Fingers 11: Glass Brother

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