Cinque quadri per comprendere Jackson Pollock

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Rivoluzionario, selvaggio, anarchico, irascibile e spregiudicato, Jackson Pollock è senza ombra di dubbio l’artista nativo americano più influente della storia dell’arte pittorica oltreoceano. Nato il 28 gennaio del 1912 nel Wyoming, visse una vita breve (morì in un incidente automobilistico a soli 44 anni) ma libera da costrizioni e convenzioni.

La sua opera astratta e furiosa fu la risposta al tentativo sovietico di condizionare l’arte europea ad un ritorno al realismo. Compreso dai suoi contemporanei, ebbe subito una risposta nel mercato tanto da avere una copertina su Life e da essere presentato alla biennale di Venezia del 1948 come l’artista più influente del momento.

Il suo approccio con la pittura avviene nei primi anni ‘30, quando si avvicina al socialismo realistico messicano di Diego Rivera e di Josè Clemente Orozco. Sarà la mostra sul Surrealismo europeo a New York del 1936, soprattutto la scoperta di Picasso, ad allontanarlo dalla tradizione e dal cavalletto. Il Dripping è la tecnica pittorica utilizzata, ovvero lo sgocciolamento del colore dal pennello, o direttamente dal barattolo, sulla tela disposta orizzontalmente a terra per far si che l’artista possa muoversi liberamente intorno ad essa: action painting. Nascono così un groviglio di segni e macchie inconsci (Pollock era attratto dall’analisi junghiana) e primitivi (ispirati probabilmente dalla Sand Painting dei Navajo).

Si è cercato di “rinchiudere” la sua arte nella definizione di Espressionismo Astratto, movimento artistico statunitense successivo alla seconda guerra mondiale, in cui la pulsione violenta del proprio stato d’animo viene trasferita nella tela, spazio per esprimere la libertà di pensiero e di azione dell’individuo. Nel 1950 è a capo degli Irascibili, un gruppo di 18 artisti chiamati così per la clamorosa protesta fatta al Metropolitan Museum di New York. Il museo aveva organizzato una mostra dedicata all’arte contemporanea americana. Esclusi dalla lista degli invitati proprio gli artisti più rappresentativi dell’Espressionismo Astratto. Ciò provocò la reazione degli artisti che inviarono al New York Time una lettera di dissenso nei confronti del museo e del suo Presidente, Ronald L. Redmond. Famosa la foto di Nina Leen, pubblicata nel ‘51 su Life, che ritrai gli Irascibili vestiti da banchieri.

La figura di Pollock oggi ha un alone mitico alimentato dalla sua biografia libera e drammatica. Ma il modo migliore per scoprirlo, e riscoprirlo, resta andando dentro le sue opere d’arte. Queste quelle più significative con cui comprendere il significato della sua tecnica. 


Number 27

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Quadro realizzato nel 1950, si tratta di un olio su tela che misura 124 x 269 cm esposto al Whitney Museum of American Art. È la massima espressione dell’Action painting in cui la fusione di colori lascia poco spazio allo sfondo bianco della tela. Come tutti i quadri di Pollock il tema è indecifrabile, o nascosto nell’inconscio. Pollock, come ha dichiarato, inizia la sua opera con un’immagine che verrà poi coperta dalla furia dei colori.


Blue Poles

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Opera realizzata nel 1953, anche questa di notevoli dimensioni (2 metri per 5). Caotico labirinto su un fondo grigio-nero metallico in cui si intrecciano tonalità rosse e gialle. Otto segmenti neri emergono dal quadro e sono loro a darne il titolo. Assente completamente il colore blu, pur se citato nel titolo, simbolo di spazio e serenità. I pali neri contorti si possono interpretare come allegoria degli sforzi umani di emergere dal caos della vita.


One: Number 31

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Del 1950, grande 2,7 x 5,31 metri, si può ammirare al MOMA di New York. È l’improvvisazione del jazz, c’è una colata di nero che unisce tutte le note e le mani dell’artista sono quelle di un pianista con i suoi virtuosismi tra i tasti neri e bianchi.


Lavender Mist Number 1

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Dipinto del 1950 (221×175 cm) conservato alla National Gallery di Washington. Il titolo Lavender Mist (nebbia di lavanda) è stato aggiunto successivamente consigliato dal critico Clement Greenberg, che notava una prevalenza delle sfumature color lavanda. Sunto di suggestioni olfattive ed atmosferiche di colore che coprono l’intera tela per far si che l’opera non abbia un limite di spazio e di tempo ma si volga all’infinito.


The She-Wolf

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Opera creata nel ‘43, pre-dripping, nella quale si può ritrovare un soggetto pittorico: la lupa mitologica dell’origine di Roma, con i due fratelli Romolo e Remo. Come affermò lui stesso “She-wolf came into existence because I had to paint it” (“la lupa entrò nella mia esistenza perché io dovevo dipingerla”).

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