Sinead O’ Connor e la foto strappata del papa: la storia completa

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Correva l’anno 1992 quando Sinead O’Connor compromise la sua carriera, dopo aver strappato in diretta TV la foto di Papa Giovanni Paolo II. Fu durante un’esibizione live, in cui la cantante irlandese spiazzò i telespettatori facendo a pezzi l’immagine del Papa. Lo scandalo fu enorme e perseguitò a lungo la O’Connor, che veniva dall’incredibile affermazione di Nothing Compares 2 U.


Nothing Compares 2 U

Prince aveva scritto la canzone per i Family (una delle sue molteplici creature), ma l’insuccesso del gruppo aveva fatto sparire nel nulla il brano, dimenticato anche dal suo autore. Nothing Compares 2 U venne dunque inaspettatamente ripresa e incisa dalla giovane cantante irlandese, su sollecitazione del suo manager, per poi essere pubblicata nel suo secondo disco nel 1990.

L’interpretazione della O’Connor dona a Nothing Compares 2 U uno spessore diverso e il videoclip entra stabilmente in rotazione su MTV. I Do Not Want What I Haven’t Got balza in poco tempo in cima alle classifiche internazionali e Sinead O’Connor diventa una delle nuove stelle degli anni 90.


L’esibizione al Saturday’s Night Live

Nel settembre del 1992 Sinead O’Connor pubblica il suo nuovo lavoro, che dovrebbe consolidare la sua posizione nell’affollato mercato discografico. Am I Not Your Girl? è una raccolta di standard jazz, che spiazza i fan e non riceve l’accoglienza prevista.

La cantante parte per la promozione del disco, che nell’ottobre del 1992 tocca il Saturday’s Night Live. Dopo aver presentato Success Has Made A Failure Of OurHome, l’irlandese propone War di Bob Marley, brano di protesta dell’artista giamaicano. La canzone denuncia quanto la guerra sia spesso causata dalle differenze tra gli uomini ed è ispirata a un discorso tenuto all’ONU nel 1963 dal Re etiope Haile Selassie.

Alla fine della densa interpretazione a cappella di War, il colpo di scena: la O’Connor cambia le parole del testo e attacca la Chiesa Cattolica per i continui episodi di pedofilia, strappando di fronte alle telecamere la foto di Papa Giovanni Paolo II e sentenziando un feroce “Fight your real enemy”.


“Combatti il tuo vero nemico”

Lo scandalo che segue l’episodio è incredibile e distrugge la reputazione acquisita dalla cantante. Oltre 5.000 telefonate di protesta sommergono la NBC, che è anche costretta a pagare più di 2 milioni di dollari di multa per l’oltraggio alla figura del Papa.

L’emittente dichiara a propria discolpa che non era a conoscenza delle intenzioni della cantante e che durante le prove la O’Connor aveva usato la foto di un bambino, ma questo non placa le polemiche. Molti altri esponenti del mondo dello spettacolo si scagliano contro l’irlandese: Sinatra dichiara di volerla prendere a sberle, così come Joe Pesci, che nella puntata successiva del Saturday’s Night condanna l’incidente e si rammarica di non essere stato presente per dare una lezione alla donna.

I lunghi applausi certificano la pubblica condanna della cantante.


L’umiliazione pubblica

Qualche settimana dopo l’accaduto, Sinead partecipa a un concerto al Madison Square Garden in onore della trentennale carriera di Bob Dylan. Quando è il suo turno i fischi e i cori di disapprovazione coprono i flebili applausi e le impediscono di cantare.

Dopo aver atteso a lungo il silenzio del pubblico la cantante  intona War e poi abbandona in lacrime il palco.

Sinead O’Connor prova la via della dichiarazione pubblica e scrive una lettera aperta ai fan in cui spiega la sua esperienza con la Chiesa Cattolica in Irlanda. Ma la denuncia sulla pedofilia e sugli interessi economici della Chiesa esaspera ancora di più i media e il pubblico. Evidentemente gli argomenti non sono interessanti e portano alla convinzione di essere di fronte a una folle ricerca di pubblicità sfuggita di mano.


Le scuse

Gli anni successivi si rivelano difficili per la cantautrice, costantemente incapace di riprendersi un posto stabile nell’industria discografica. L’etichetta di “fuori di testa” ingestibile che le è applicata la perseguita e le distrugge sostanzialmente la carriera.

Nel 1997 arrivano le scuse al Papa per il gesto di cinque anni prima, condannato come ridicolo dalla stessa O’Connor, che non smette comunque la sua lotta per salvare Dio dalla religione. La cantante arriva a descrivere il gesto come un tentativo plateale di affrancarsi dalle rigide regole cattoliche con cui era cresciuta.


Una denuncia troppo in anticipo

In realtà la denuncia della cantante fu troppo in anticipo con i tempi e troppo rabbiosa e per questo non trovò terreno fertile presso l’opinione pubblica. Le cronache e gli scandali degli anni successivi hanno portato alla luce le molte ambiguità della Chiesa Cattolica sugli abusi sessuali da parte dei suoi sacerdoti.

Sinead O’Connor ha pagato pesantemente per la sua presa di posizione, sia in termini di successo che personali. Il suo messaggio all’epoca non fu capito e ci si concentrò superficialmente solo sul gesto, ma come disse una volta l’uomo ritratto nella foto strappata “bisogna non avere paura di avere coraggio”.

E Sinead ne ha avuto.

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