Kool Herc e i party che diedero origine all’hip-hop

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Quando ascoltiamo le formule “hip-hop” o “rap” (difficile parlare di un solo genere isolatamente, perché questi sono reciprocamente influenzati e nati dalla stessa origine, con variazioni l’uno, dall’altro) vengono in mente sviluppi musicali e culturali di lunga durata (almeno cinque decenni) ormai oggi consolidati come “trend” principale: Kanye West, Jay-Z e prima ancora Eminem, Dr.Dre, Snoop Dogg, 2-Pac, Notorious B.I.G… L’hip-hop oggi detta la “moda”, ma la sua origine, oggi ormai dimentica, è di genere di controtendenza. 

Controtendenza a cosa? Alla musica disco che dominava gli anni ’60 e ’70: champagne, Rolls Royce, completi eleganti, vestiti mozzafiato. Questa la vetrina newyorkese messa in mostra da queste feste, che ovviamente nascondeva la sua faccia nascosta. L’hip-hop invece nasce nel disagiato Bronx di New York, in un periodo di massima crisi sociale e politica: il South Bronx era ormai quasi completamente devastato da continui incendi, omicidi, rapine, in una situazione di carenza massima di lavoro.

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Il South Bronx negli anni ’70

Lontani dallo status sociale degli adulti delle feste disco, i ragazzi del Bronx si misero alla ricerca di qualcosa di diverso e il punto di svolta furono le feste di Kool Herc. La prima al “1520 Sedwick Avenue”, 11 agosto 1973, organizzata per le gang locali. Il prezzo d’ingresso era irrisorio (25 cents donne/50 uomini) e le feste non accoglievano inizialmente più di 50-100 persone. Cercando qualcosa di diverso dalla imperante disco, Kool Herc cercò un ritorno all’origine: il soul, il funk, il jazz (James Brown in primis), musica che non avresti mai ascoltato in radio. Scorpio e The Mexican sembrano essere due dei brani riprodotti a quella festa, avvolta ormai nella leggenda.

Ma la caratteristica fondamentale dello stile di Herc era la ricerca in un pezzo di quel particolare break nel quale annullare gli altri strumenti per lasciar emergere esclusivamente il ritmo della batteria o di basso e batteria. Così quel particolare break cercato, contenuto in tutti i pezzi selezionati da Kool Herc, divenne fondamentale nella storia dell’hip-hop: basti pensare alla break dance nata in questi anni, i b-boy come ballerini che ballavano quel break. Herc cercava di allungare quel break passando da un disco su un piatto, allo stesso disco su un altro piatto. Fu qualcosa di rivoluzionario: Herc portava alle sue feste due copie dello stesso disco, per allungare il break dei pezzi, fino a creare qualcosa di nuovo. Questa tecnica prese il nome di Merry-go-round (alzare la puntina, per poi riabbassarla nello stesso punto, creando silenzio).

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I ragazzi alle feste di Herc furono i primi adepti dell’hip-hop. L’evoluzione fu da lì graduale, ma continua. I primi dj furono notevolmente impressionati da Herc e cercarono di perfezionare la sua creazione. Tra questi Afrika Bambaataa e Grandmaster Flash. Quest’ultimo ha colmato le lacune dello stile ancora “grezzo” di Herc, cercando un primitivo editing, rendendo possibile ciò che i Dj oggi sono in grado di fare. Il primo è stato non solo un incredibile Dj, ma la sua influenza sociale è stata decisiva. Afrika Bambaataa riuscì a riunire le varie gang, che fino ad allora erano in continua lotta reciproca, nella “Universal Zulu Nation”, formata da MC, Dj, B-Boy, etc. Come il nome del gruppo e del Dj stesso conferma, era necessario recuperare, come Kool Herc già fece, l’identità culturale originaria (quella africana) dalla quale, fino ad allora, la comunità di colore voleva sganciarsi, dimenticandola.

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