Ragusa di Dalmazia: la città vecchia di Dubrovnik

Nel VII secolo, in seguito alla situazione di instabilità causata dalle invasioni degli Slavi e degli Avari in Dalmazia, e dopo un sisma che distrusse la colonia greco-romana di Epidauro, la popolazione di questa città fu costretta a cercare un insediamento più sicuro: il luogo prescelto fu l’isola di Ragusa, un piccolo sperone di roccia sul mare Adriatico separato dalla terraferma da uno stretto braccio d’ acqua.

Sulla costa vicina, nacque poco dopo l’insediamento slavo di Dubrava. Con il passare del tempo, quando la vecchia inimicizia andò scomparendo, le due città iniziarono ad avere relazioni sempre più strette e alla fine si unirono. Nel XII secolo venne anche riempito il canale che le separava: l’isola era diventata così una penisola.

Fin dalle sue origini, da quando cioè non era altro che un insieme di poche case arroccate sull’estremità sudoccidentale dell’isolotto roccioso, Ragusa era circondata da una cinta muraria. Questo primo agglomerato urbano era collegato alla terraferma da un ponte, che era l’unico accesso alla città e il piccolo porto, grazie al quale iniziò la vocazione marittima di Ragusa.

Nel XIII secolo Ragusa era già un importante centro di traffici commerciali, la cui attività portuale era stata trasferita all’ampio porto orientale, dove si trovavano anche il centro amministrativo e religioso di tutta la regione circostante. L’antico canale venne sostituito dallo Stradum, che è l’ampia via principale. Nelle vicinanze della sua estremità orientale, a ridosso del porto, furono costruiti la prima cattedrale e il centro amministrativo che con il trascorrere del tempo fu sostituito dal palazzo dei Rettori.

Ricostruita varie volte, la cinta muraria divenne l’orgoglio di Ragusa e il suo principale simbolo. Si tratta di un imponente complesso della lunghezza di circa due chilometri, formato da solide mura di pietra, due porte, torri, case e fortificazioni ausiliarie, come il forte di San Giovanni che permisero a Ragusa di resistere per secoli a tutti gli attacchi esterni, diventando, nel Trecento, una repubblica aristocratica indipendente come Venezia, città con cui competeva per il controllo delle rotte commerciali del Mediterraneo.

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La nuova repubblica governava un territorio molto limitato comprendente la città vera e propria, una stretta fascia costiera e alcune isole vicine. Facendo affidamento, tuttavia, sull’inestimabile valore della flotta mercantile, Ragusa potè occupare una posizione importante nel contesto politico del Mediterraneo medioevale. Il mare e le sue rotte apportavano alla città ricchezze che si traducevano nella costruzione di splendidi monumenti.

Sorsero così palazzi, edifici pubblici, chiese e conventi. I lavori del convento dei Francescani, il monumento più antico esistente oggi a Dubrovnik, furono iniziati nel 1317 in uno stile di transizione tra il gotico e il romanico.

Quando nel 1440 la Dalmazia entrò a far parte della Repubblica di Venezia, soltanto Ragusa, grazie alle sue mura e alla sua capacità di negoziazione, riuscì a mantenere lo status di città indipendente. L’ arte italiana riuscì a penetrare in modo pacifico nella città dalmata. Il nuovo palazzo dei Rettori, destinato a ospitare il potere della città libera, fu costruito tra il 1435 e il 1441 sulla base di un progetto di Onofrio di Giordano della Cava, in stile gotico fiorito.

Con il passare del tempo, tuttavia, nuovi artisti locali soppiantarono quelli italiani, sebbene le novità dell’ arte italiana, all’ epoca all’ avanguardia in tutta Europa, continuassero ad essere importante dall’ altro lato dell’ Adriatico.

Il grande sviluppo che tutte le discipline artistiche conobbero nella Repubblica di Ragusa le valsero il nome di “Atene Slava”.

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Ragusa prima del terremoto del 1667

Nel 1667 un terremoto distrusse gran parte del suo nucleo urbano decimandone drammaticamente la popolazione. La città, anche per la diminuzione dei traffici causata dalla perdita d’ importanza della navigazione nel Mediterraneo in seguito all’ apertura delle nuove rotte dell’ Atlantico, del Pacifico e dell’ Oceano Indiano, non riuscì a riprendersi completamente dalla catastrofe.

Fu possibile, comunque, riedificare i suoi monumenti più importanti. Il barocco entrò a far parte del patrimonio artistico di Ragusa, la cattedrale e la chiesa del santo patrono della città, San Biagio, furono interamente ricostruite. Questo fu l’ultimo progetto urbanistico di un certo livello portato a termine dentro le mura di Ragusa.

Nel 1808 la città, conquistata da Napoleone, perse definitivamente lo status di repubblica indipendente. Il suo territorio oggi fa parte della Croazia e, in minima parte, di Montenegro e Bosnia-Erzegovina.

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