Pet Sounds e God Only Knows: l’amore maturo cantato dai Beach Boys

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Pet Sounds non solo è il più bello dei Beach Boys ma è anche una pietra miliare della musica. L’artefice è un Brian Wilson che, deciso a lasciarsi alle spalle i successi, le hit dell’eterna estate californiana, decise di guardarsi dentro.

Brian Wilson, cuore e anima dei Beach Boys, non è mai stato un vero “beach boy” tutto sole, spiagge, tavola da surf, donne e divertimento. Anzi… la sua è una personalità fragile acuita da vicende spiacevoli dell’infanzia (sembra che il padre picchiasse tutti i figli). Sordo da un orecchio è cresciuto, comunque, in simbiosi con la musica. Eppure, dopo aver fondato il gruppo insieme ai due fratelli minori Carl e Dennis, con l’aggiunta del cugino Mike Love e dell’amico Al Jardine, ha contribuito ad alimentare il mito della California felice: un immaginario che, nella suggestiva cornice di una perenne estate, vedeva spiagge assolate, dolci ragazze dai capelli color oro, drive-in e hot rods, e tutto quello che faceva parte dell’immaginario giovanile americano, nella sua versione californiana.

Pet Sounds contiene anche l’estate ma, per la prima volta, esprime soprattutto l’atmosfera di ciò che prima era rimasto escluso: le ombre lunghe gettate dal sole californiano, le giornate di pioggia e le mareggiate, l’inquietudine per qualcosa che si sta perdendo. Se fino ad allora l’esuberanza della musica dei Beach Boys era stata per lui un antidoto contro i fantasmi interiori, in Pet Sounds sembra rompersi quel fragile equilibrio: qui la spensieratezza sembra durare solo un istante perché, al posto dell’illusoria “endless summer”, c’è la malinconica consapevolezza di un’incombente fine. La fine dell’estate e, con essa, della gioventù.

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La copertina di Pet Sounds

Ma qual è il senso profondo di questo album? Le canzoni raccontano la vicenda interiore di ciascun individuo, della dolorosa separazione da una condizione d’innocenza originaria per intraprendere, attraverso una serie di esperienze in cui centrale è il rapporto con l’altro sesso, il cammino della vita. Pet Sounds è il racconto del passaggio dall’una all’altra cosa, ossia, in termini più semplici, del passaggio dall’adolescenza alla maturità. Il primo e l’ultimo brano sono i due momenti più forti dell’album ed è nella relazione verso questi due poli oppositivi che gli altri trovano la loro collocazione e la loro spiegazione.

Nel brano che apre l’album, un giovane protagonista esprime il desiderio pre-adolescenziale di crescere, di diventare adulto per potersi sposare con la sua amata: “wouldn’t it be nice if we were older”“come sarebbe bello se fossimo più grandi”. Nell’ultimo brano, al contrario, la sopraggiunta condizione post-adolescenziale è accompagnata dalla disillusione e dal rimpianto per un’età dell’oro perduta e che mai più tornerà: il protagonista piange per una ragazza di cui era innamorato in giovane età, ma che ora è cresciuta e non corrisponde più all’ideale che in passato aveva rappresentato per lui. In mezzo, in tensione tra i due opposti complementari, una serie di esperienze simboleggiano il difficile percorso.

Non sappiamo quanto tempo trascorra dalla trepidante attesa di Wouldn’t It Be Nice al rimpianto per l’amore perduto in Caroline No, né tantomeno sappiamo se la ragazza sia la stessa. Non si tratta certo di un tempo reale, ma di un tempo simbolico. Il messaggio di grande profondità che l’album suggerisce è che quanto più si è giovani, tanto più si desidera crescere; al tempo stesso, però, più si cresce e più si rimpiange di non essere giovani. Il paradosso è che non si può individuare il punto in cui l’una cosa si trasforma nell’altra, eppure impieghiamo la metà della nostra vita a desiderare di crescere, e l’altra metà a rimpiangere la giovinezza: in perenne tensione, prima verso il futuro e poi verso il passato, ma incapaci di vivere davvero l’unica dimensione certa, il presente.

Un album intimo, poetico che spiazza pubblico e critica. Un album speciale, nato con la voglia e la consapevolezza di regalare all’ascoltatore qualcosa in grado di rasserenarlo, come una preghiera, come una seduta di Yoga. Paul McCartney dichiarò più volte di considerarlo come un’opera spirituale tanto da regalarlo a chiunque conoscesse proprio per questa sua energia metafisica. La musica è avvolgente. Le armonie e le linee di basso di Carol Kaye geniali.

L’album contiene una canzone in particolare, per alcuni la più bella canzone d’amore mai scritta, God Only Knows. Da ascoltare nella versione originale (qui sotto), ma anche in questa bellissima versione collaborativa con molti illustri partecipanti.

I may not always love you
But as long as there are stars above you
You never need to doubt it
I’ll make you so sure about it

God only knows what I’d be without you
If you should ever leave me
Though life would still go on believe me
The world could show nothing to me
So what good would living do me

Forse non ti amerò per sempre
Ma finché avrai stelle sopra di te
Non hai bisogno di dubitarlo
Farò in modo che tu ne sia completamente sicura

Solo Dio sa cosa sarei senza te
Se mai dovessi lasciarmi
Anche se la vita proseguirebbe, credimi
Il mondo non avrebbe più nulla da darmi
E che piacere potrei ricavare dalla vita?

Armonicamente il brano è raffinato, complesso, elegante e innovativo. Analizzando la sequenza iniziale di accordi ci rendiamo subito conto di essere davanti a qualcosa di inusuale che ci suona all’orecchio. Diciamo prima di tutto che il brano è in Mi maggiore eppure già il primo accordo, un Re maggiore, è un accordo non diatonico (fuori dall’armonizzazione usuale della scala di Mi).

Notiamo poi come ogni volta che compare l’accordo costruito sulla tonica (Mi), quello che dovrebbe conferire stabilità e chiarezza a tutto l’impianto armonico, questo sia in una posizione instabile, rivoltato con la sua quinta al basso. Un espediente che rende l’intera strofa incerta. Dobbiamo attendere il ritornello per sentire un’armonia stabile. Scelte armoniche che rispecchiano le parole del testo. Nelle strofe, infatti, il protagonista canta la sua insicurezza e fragilità mentre nel ritornello si aggrappa alla sua unica certezza, l’amore: God Only Knows.

Questa è una scena stupenda tratta dal film biografico Love and Mercy, un modo diverso per farsi emozionare da questa canzone.

Love and Mercy - God Only Knows (Piano Scene)

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