Il simbolismo della colomba in Pablo Picasso e T. S. Eliot

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Mary Zournazi, filosofa australiana, e Wim Wenders, acclamato regista tedesco, in concomitanza con lo scoppio della Guerra del Golfo iniziarono una corrispondenza via email che si concentrerà principalmente sulla tematica della pace e della sua percezione da parte dell’essere umano, l’insieme di questi scritti verrà successivamente raccolto nel libro Inventare la pace. Dialogo sulla percezione. Partendo dall’analisi di varie forme d’arte – prediligendo ovviamente quella cinematografica – Wenders e Zournazi tracciano un percorso ricco di digressioni su alcune delle questioni fondamentali del nostro tempo: le guerre, le carestie, le condizioni socio-economiche dei popoli del terzo mondo, sono trattate con dei toni poetici (quasi utopici). Ogni opera citata, sia essa cinematografica, pittorica o poetica, conserva al suo interno un concetto univoco: l’indissolubilità della speranza.

In uno dei passi più interessanti del libro, ad essere messe a confronto sono due opere solo all’apparenza distanti tra loro: Guernica di Pablo Picasso, tra i suoi dipinti più famosi, ed un componimento di T. S. Eliot, Little Gidding IV estratta dalla raccolta di poemi Quattro Quartetti. Entrambe le opere presentano un elemento in comune: la raffigurazione della colomba. Storicamente, dai tempi biblici, questo animale rappresenta “L’ultima traccia della speranza. […] la colomba è foriera di buona fortuna e speranza per l’umanità. È un simbolo di pace, lo spirito santo incarnato, alato, ispiratore. La colomba bianca è immagine sacra e archetipo dello spirito.” Il lavoro attuato dai due artisti sull’inserimento della colomba, nel dipinto e nella poesia, è stato quello di immaginarla in un contesto intessuto di guerra e distruzione, restituendoci così un simbolo di pace offuscato ed elusivo. Ma non per questo la speranza che esso produce rimane inaccessibile all’umanità.
guernicaDipinto nel 1937 da Picasso, sotto commissione del governo spagnolo per rappresentare il paese durante l’Esposizione Universale di Parigi dello stesso anno, Guernica è considerato tra i quadri più belli e ricchi di significato mai dipinti dal pittore spagnolo. Ispiratosi ai bombardamenti che rasero al suolo la città basca di Guernica il 26 aprile 1937, Picasso mostrò e denunciò gli orrori della guerra a modo suo: l’orgia di corpi, di animali e di edifici apparentemente dislocati hanno “una presenza quasi cinematografica; il tempo e lo spazio sono momentaneamente sospesi.” Questa disposizione non è puramente casuale, bensì segue un ordine preciso (l’opera deve essere letta da destra verso sinistra) ed ogni elemento restituisce un significato profondo, il tutto accentuato dall’uso dei chiaroscuri e delle varie sfumature di blu.

L’oggetto di molte teorie e riflessioni è stato il simbolismo legato – ad esempio – al toro (che rappresenta la Spagna) o al cavallo imbizzarrito (che vuole simboleggiare l’insensatezza e la follia della guerra). Un elemento spesso poco discusso in questi termini è la figura della colomba che notiamo alla sinistra del quadro. La figura dell’animale, “annerita dalla pittura” e tagliata da una striscia di colore bianco che ricorda un pugnale” è la rappresentazione di una speranza divisa e fatta a pezzi dall’atrocità della guerra.

Come riparare a questa rottura, a questa frammentazione? si chiedono Mary Zournazi e Wim Wenders nelle loro conversazioni, la risposta può essere fornita analizzando la figura della colomba in Little Gidding, IV di T. S. Eliot.

La colomba discende e rompe l’aria                                                                                          Con fiamme di terrore incandescente
Le cui lingue dichiarano
La sola remissione di peccati ed errori
La sola speranza, o si dispera,
Sta nella scelta di rogo e rogo…
Per redimersi dal fuoco col fuoco.
Chi dunque escogitò il tormento?
Amore è il Nome non familiare
Di chi con le sue mani tessè
L’intollerabile camicia di fuoco
Che forza umana non può levare.
Noi solo viviamo, solo sospiriamo
Consumati da fuoco a fuoco.

(T. S. Eliot, Little Gidding, IV)

guernica-colomba

Incluso nella serie dei Quattro Quartetti, in Little Gidding Eliot analizza, rispetto ai poemetti precedenti (Burnt Norton, East Coker, The Dry Salvages), l’unità del passato, del presente e del futuro: la stessa unità che in Guernica era sospesa tra il tempo e lo spazio. La colomba descritta dal poeta inglese in questo quarto tempo della composizione rappresenta l’accezione più pura dello Spirito Santo che discende sulla terra: distruttore (“oscura colomba con la lingua fiammeggiante” è come la descrive Eliot in Little Gidding, II) e purificatore (Per redimersi dal fuoco col fuoco). La soluzione per Eliot è la redenzione attraverso il fuoco dell’Amore divino in contrapposizione al fuoco del desiderio, che bruciando ci consuma sempre di più senza mai spegnersi.

Entrambi gli artisti in definitiva, Picasso ed Eliot, “ci indicano la necessità di pace mostrandoci gli orrori della guerra.” Picasso rende immobile e fissa nel tempo un preciso momento, Eliot con il ritmo derivante dall’uso del suo linguaggio “mostra il sacro alla luce dell’orrore”. Le due colombe rappresentate, subiscono una trasformazione dal reale verso l’immaginario artistico; sono fissate nel tempo e nello spazio in uno stato di quiete perenne che – pur mostrando l’orrore – non paralizza chi guarda (o chi legge) ma invita a  riflettere su questa violenza temporaneamente sospesa dal simbolo creato tramite metafora. C’è la necessita dunque di un’ennesima creazione in bilico tra reale ed immaginario, ovvero di “un tempo e di uno spazio per la pace.”

Attendi senza pensiero, perché non sei pronta al pensiero
così il buio sarà luce, e la quiete la danza.

(T. S. Eliot, East Coker, III)

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