Sono innumerevoli gli esempi di plagio perpetrato dal rock sulla classica. Molti artisti hanno attinto più o meno ufficialmente dal vasto repertorio sinfonico e pianistico.
Could It Be Magic è una canzone di Barry Manilow che riprende quasi integralmente il Preludio op.28, n.20 di Chopin. Barry ha dichiarato di averla composta dopo una serata “a base di vino” e di non essersi reso conto di aver ripreso gli accordi di Chopin… una sorta di plagio non voluto. Confrontate voi le due esecuzioni.
E che dire della melodia che ha ispirato Santana nella sua Love of My Life? Riprende precisamente il Terzo movimento della Sinfonia n.3 di Brahms.
All By Myself di Eric Carmen è fortemente ispirata al Piano Concerto No.2 in C minor Op.18 2. Adagio di Rachmaninov. Ma Eric deve aver nutrito una passione sconfinata per Rachmaninov visto che anche nella sua Never fall in love again riprende spudoratamente la Sinfonia n.2 op. 27 in Re minore del compositore russo.
Ci sono anche casi di plagi per modo di dire. Spesso la musica leggera ha semplicemente “montato” un testo su un brano conosciuto. Un esempio? La canzone Adagio di Lara Fabian il cui testo è messo sulle note dell’Adagio di Albinoni. E, infatti, è correttamente registrato come “Adagio (Fabian/Albinoni)”. Semmai il problema nasce quando il pubblico riconosce una canzone solo con il nome di chi è in quel momento più famoso (per la maggioranza). Nello specifico quello è diventato l’Adagio di Lara Fabian… con buona pace di Albinoni.
Il repertorio classico è stato anche usato per performance insolite come in questo caso: Jimmy Page e la sua chitarra elettrica ci presentano una variante stupenda del Preludio op 28 .n 4 di Chopin. Questa la versione originale.
Ora ascoltate la cover di Jimmy Page. Geniale l’utilizzo dell’archetto di un violino.
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Anche se non è proprio rock, mia madre ha scoperto un plagio ai danni di un compositore di musica classica. In un concerto a cui ho assistito con lei e mio padre, nel programma era inserito un concerto per tromba del musicista tedesco G. P. Telemann. La mattina dopo quel concerto, sempre mia madre ha letto e sentito che “La canzone dell’amore perduto” di Fabrizio De André (1966) riprende la melodia del primo movimento del concerto per tromba di Telemann.