Hotel California: il significato della più grande hit degli Eagles

Posted by

Hotel California nacque come spesso capita alle canzoni: quasi per caso e di notte. Era il 1976 e Don Henley e Glenn Frey viaggiavano per le strade di Los Angeles, mentre le brillanti e ammalianti luci della città delle stelle li accompagnavano e ricordavano loro quanto la California potesse essere seducente.

Il fascino della West Coast era anche più forte per chi, come i due leader degli Eagles, veniva da lontano: Frey era di Detroit e Henley del Texas ed entrambi avevano ceduto volentieri alle possibilità ricreative e alle tentazioni che la California (e soprattutto Los Angeles) aveva prospettato loro fin dall’arrivo. E così, ascoltando il nastro con l’abbozzo musicale dato loro da Don Felder, i due scrissero parte del testo di Hotel California, descrivendo la loro nuova casa come il miglior hotel possibile e Los Angeles come la suite più richiesta in cui alloggiare.

Dopo quella notte, però, si insinuò altro nei due autori e Hotel California venne ripresa e modificata: nel testo emerse anche la difficoltà di riuscire ad allontanarsi da quel luogo, così pieno di tentazioni che spesso nascondevano insidie in grado anche di corromperti. “You check out anytime you like, but you can never leave” divenne la frase che girò completamente l’idillio iniziale e mise in mostra il raggiro dietro l’angolo e la difficoltà di abbandonarlo senza conseguenze. La canzone si colorò così di una patina di critica sociale nei confronti delle fondamenta del Sogno Americano, simbolo dell’illusione di un futuro migliore che può anche tramutarsi in tormento senza fine, capace di attirarti con le sue promesse e poi ingannarti fino a schiacciarti: allontanarsi da esso significherebbe perdere per sempre la speranza e sarebbe un peccato lasciare quella stanza nell’hotel dei sogni.

Non era però solo il testo a rendere unica Hotel California: l’accattivante progressione che Don Felder compose sulla sua chitarra e che diede il via alla canzone colpì subito il resto degli Eagles, conquistati dall’incedere esotico tra il reggae e il flamenco e che permetteva loro di sviluppare il brano sfruttando non solo il talento solista di Felder, ma anche quello del nuovo arrivato Joe Walsh.

La tecnica sopraffina di Felder si sposava alla perfezione con la passionale e istintiva genialità di Walsh e l’assolo di Hotel California mostra quanto le loro peculiarità chitarristiche potessero fondersi straordinariamente: la parte finale della canzone, con gli incroci dei due chitarristi (il “da-da-da-da” dei due strumenti fu un’idea di Joe Walsh), basterebbe a innalzare il livello di qualsiasi pezzo.

Eagles - Hotel California

La casa discografica pose il veto alla pubblicazione di Hotel California come singolo, almeno nella sua interezza, sostenendo che i sette minuti di lunghezza fossero eccessivi per la trasmissione radiofonica. Gli Eagles s’impuntarono e vinsero il braccio di ferro: se fosse stata ridotta, avrebbero negato a loro volta la pubblicazione e la Warner Records si dovette piegare. Il brano divenne Numero Uno, evento quasi unico per una simile durata, che ne arricchì ancora di più il valore.

Hotel California ha pian piano iniziato a vivere oltre il senso che i suoi autori gli hanno voluto dare e a raggiungere lo stato mitico che pochi brani possono permettersi. “Il viaggio dall’innocenza all’esperienza”: così Don Henley descrisse nel 2013 la sua canzone più celebre, dopo essersi più volte espresso al riguardo, incapace pero’ di saziare l’interesse attorno alla magia evocativa e astratta che il capolavoro degli Eagles è riuscito a mantenere per decenni.

Alla fine non resta che fidarsi della definizione della voce degli Eagles e considerare Hotel California come un percorso verso la conoscenza del bene e del male, del sogno e dell’incubo, a volte così sottilmente vicini da non essere distinti e da “non permetterti di andartene anche se puoi fare il check-out quando vuoi”.

2 comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.