The Crystal Ship, l’amore frangibile secondo i Doors

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The Crystal Ship è sempre stata la canzone che più ho amato dei Doors.

L’immagine richiamata dal titolo è emblematica. L’ispirazione fu una piattaforma petrolifera a largo di Santa Barbara che, quando illuminata di notte, risplendeva come una “nave di cristallo”. Ma questa immagine reale nasconde un riflesso simbolico molto forte.

La nave di cristallo rappresenta, infatti, qualcosa di fragile ma al tempo stesso di apparentemente imponente, come solo un amore sofferto può essere. E proprio l’amore è al centro della storia che è raccontata da Jim Morrison, scritta subito dopo la rottura con la sua fidanzata di allora Mary Werbelow.

Come spesso accade quando si parla di Doors, di Jim e in generale di musica rock, in molti ci hanno visto riferimenti alla droga. A me piace leggerla semplicemente per quello che è: una struggente poesia d’amore in musica. Spesso Morrison ha giocato sui doppi sensi ma mai come in questo caso credo che l’essenza del messaggio sia molto pura e chiara.

Già dai primi versi l’intenzione appare chiara: Jim vorrebbe ricevere ancora “un altro bacio” dalla sua amata, se non addirittura un’altra “opportunità di beatitudine”, termine molto forte che eleva la figura di Mary a una dimensione angelica. Anche se si sono lasciati, Morrison non l’ha ancora rimossa. Il motivo della rottura fu “insensato”, come insensato fu il suo comportamento (forse non ancora pronto e maturo per un rapporto sincero). Eppure non manca la promessa: “c’incontreremo ancora”, ripetuto – con sicurezza – ben due volte. Sebbene i giorni siano ora luminosi (Morrison ha assaggiato il successo con la sua band), essi non sono pienamente godibili, anzi sono pure “pieni di dolore”. Il pensiero di Mary, del loro amore, della loro relazione, incide sulla capacità di sentirsi pienamente felici e sulla stabilità emotiva dell’autore.

Ecco cos’è The Crystal Ship: il testamento più tangibile di un amore mai tramontato. La vita però deve andare avanti e Jim è disposto a farsene una ragione. La memoria del loro amore inizia a vacillare. I ricordi degli attimi passati assieme cominciano a sbiadire sotto l’effetto del tempo, offrendogli un facile pretesto per cominciare a dimenticare. Paragona la loro storia a una “strada”, troppo lontana ormai da raggiungere e percorrere. Nella parte conclusiva della canzone Morrison ci confessa, però, che pur provando a dimenticare, concedersi ogni lusso (“mille ragazze/mille brividi/un milione di modi per passare il tempo”), nei suoi pensieri c’è sempre e ancora lei, Mary. Lo dimostra l’ultimo verso quando ammette, più che a noi o a lei che a sé stesso, che tornando magari da qualche tour, le scriverà.

morrison
Jim Morrison nel 1967

Una poesia così intensa merita di essere colta in ogni sfumatura. Qui sotto trovate il testo e relativa traduzione:

“Before you slip into unconsciousness
I’d like to have another kiss,
Another flashing chance at bliss,
Another kiss, another kiss.

The days are bright and filled with pain.
Enclose me in your gentle rain,
The time you ran was too insane,
We’ll meet again, we’ll meet again.

Oh’ tell me where your freedom lies,
The streets are fields that never die,
Deliver me from reasons why
You’d rather cry, I’d rather fly.

The crystal ship is being filled,
A thousand girls, a thousand thrills,
A million ways to spend your time;
When we get back, I’ll drop a line.”

Prima che tu sprofondi nell’incoscienza
Vorrei ancora un tuo bacio
Un altro abbaglio di beatitudine

solo un bacio ancora, solo uno.

Questi giorni sono luminosi e pieni di dolore.
Fammi stare al sicuro nella tua pioggia leggera
La volta che fuggisti fu pura follia
Certo c’incontreremo ancora, c’incontreremo ancora

Dimmi dov‘è che la tua libertà si nasconde,
Le strade sono campi che non morranno mai
Liberami da quelle cose
che ti fanno piangere, che mi fanno volare.

La nave di cristallo è quasi carica ormai
Mille ragazze, mille fremiti
Un milione di modi per passare il tempo
Ma sai che al ritorno ti scriverò due parole.

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