I Feel Love: quando Giorgio Moroder e Donna Summer scrissero il futuro

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Donna Summer e Giorgio Moroder si erano incontrati nel 1974 a Monaco di Baviera, negli studi del produttore italiano, quando la carriera di quella che sarebbe diventata la Queen Of Disco non era che un’ipotesi. La collaborazione tra i due (supportati dallo storico braccio destro di Moroder, Pete Bellotte) portò in una manciata di album l’ex modella a diventare l’assoluta protagonista della scena disco, grazie soprattutto all’infinita rassegna di orgasmi che era Love To Love You Baby, vero trampolino di lancio per la cantante.

Donna Summer - I Feel Love [Studio Version]

Seguirono altri album che confermarono la bontà della coppia artistica, con la voce della Summer che veniva plasmata e guidata attraverso i suoni sempre più sperimentali del genio di Moroder: poi, all’inizio dell’estate 1977, Donna Summer pubblicò I Remember Yesterday. Un album che era pensato come qualcosa in più che il disco in cui era contenuta I Feel Love.

L’impostazione concept con cui venne realizzato l’album, nonostante non fosse una novità per l’artista e il suo produttore (il precedente Four Seasons To Love attraversava musicalmente le quattro stagioni), mise in risalto lo sviluppo musicale cui voleva giungere Moroder: I Remember Yesterday (in origine intitolato A Dance To The Music Of Time) partiva dallo swing della title track di chiara ambientazione anni 40 e passava di brano in brano attraverso i vari decenni e stili musicali che avevano caratterizzato la pop music americana.

Love’s Unkind era di chiara matrice rock’n’roll, mentre il soul di Back In Love Again richiamava alla mente lo stile Motown delle Supremes e il funk di Black Lady sembrava uscire dalla colonna sonora di Shaft o di qualche film blaxpoitlation.

Gli altri pezzi erano Take Me (a rappresentare la Disco e gli anni più recenti) e Can’t We Just Sit Down (And Talk It Over) era il pezzo più debole e prevedibile dell’album, un lento messo lì più come riempitivo e senza un’effettiva esigenza, se non quella di mettere in risalto le notevoli doti vocali della cantante.

L’approdo finale dell’album era I Feel Love (che aveva la missione di immaginare la musica del futuro), che fondeva la techno alla disco music, sconquassando l’ascoltatore con la linea di basso e i riverberi del sintetizzatore che, con le loro pulsazioni ipnotiche, crearono un beat incredibilmente affascinante: la melodia veniva dopo ed infatti venne concepita in un secondo momento rispetto al resto.

L’uso massiccio di sintetizzatori era una pratica ancora poco comune nel 1977 e I Feel Love, dall’alto del suo clamoroso successo (numero uno praticamente ovunque), spalancò le porte all’uso dell’elettronica, influenzando altri artisti e permettendo l’evoluzione della musica pop e dance nei decenni successivi.

La critica si dovette piegare e riconoscere l’importanza del pezzo (e del disco) e, tra chi paragonava il lavoro di Moroder a quello dei Kraftwerk di Trans-Europe Express e chi si stupiva di come la Disco Music potesse andare oltre il semplice singolo da ballare, emerse il giudizio definitivo di Brian Eno: il produttore entrò con I Remember Yesterday sottobraccio negli Hansa Studio di Berlino, dov’era impegnato insieme a David Bowie a realizzare la Trilogia Berlinese. Fermò tutto e gli disse: “Ecco qua, non serve guardare altrove. Questo è il brano che cambierà la storia della musica dance per i prossimi 15 anni.”

I Feel Love oscurò la bontà degli altri pezzi del disco, sorprendendo lo stesso Moroder per l’enorme impatto del brano, soprattutto perché si basava completamente sull’assenza dell’orchestra, vero marchio di fabbrica della Disco Music.

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Donna Summer e Giorgio Moroder, 1977

Il successo di I Feel Love proiettò la Disco oltre i suoi confini: Moroder immagino’ che la musica dovesse passare soprattutto attraverso i sintetizzatori e non basarsi solamente sulla strumentazione tradizionale. Grazie alla magica voce della Summer fu possibile concretizzare e rendere viva questa visione e ottenere una canzone che, a distanza di quarant’anni, appare ancora oggi non aver terminato il suo viaggio verso il futuro.

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Luca Divelti scrive storie di musica, cinema e tv su Rock’n’Blog e Auralcrave. Seguilo su Facebook e Twitter.

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