Tecnologia, dimensione umana e futuro distopico: The Circle è il film che può farci riflettere

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The Circle, il nuovo film di James Ponsoldt con Emma Watson e Tom Hanks, tratto dal best-seller di Dave Eggers, si inserisce all’interno di un filone narrativo già abbastanza ricco. Questo genere prende spunto dai capolavori distopici del ‘900 (1984 di Orwell, Fahrenheit 451 di Bradbury, Brave New World di Huxley e così via), assorbendo lo stile tragico e pieno di disperazione, e adattando questo clima alla critica di un potere che ha cambiato connotati: non più il dittatore totalitario (il Grande Fratello) che basa il suo potere sull’autorità che possiede e sulla conseguente forza militare, ma una cerchia ristretta di imprenditori informatici che dirigono lo sviluppo tecnologico. Tecnologia di cui l’uomo sembra essere ormai inevitabilmente dipendente.

Eamon Bailey, interpretato da Tom Hanks, è il Jobs-Zuckerberg-Gates di turno.

La sua idea è quella di rendere il suo social network (TrueYou, molto simile a Facebook) il luogo di qualsiasi attività: dalle votazioni, ai pagamenti, alla comunicazione in diversi modi (come avviene già nei nostri, di social).

Oltre a questo obiettivo, in parallelo, nasce un progetto (SeeChange) che risponde alla necessità di controllare attraverso delle videocamere ad alta risoluzione, della dimensione di una goccia d’acqua quasi, ogni centimetro della terra, in modo da essere capaci di ricercare qualsiasi criminale in meno di 20 minuti, ritrovare un amico scomparso, riuscire a salvare una persona in fin di vita (Mae Holland, interpretata da Emma Watson, che rischia di annegare, mentre fa kayak in piena notte…).

Mae dunque, dopo esser stata salvata grazie a SeeChange, e grazie anche all’appoggio della società alle spese mediche del padre, malato di SLA, sposa al 100% la causa di The Circle e si propone come tester per un ulteriore passo in avanti: rendere completamente pubblica tutta la sua vita, visibile in diretta tutti i giorni.

Ovviamente Mae diventa una star, un simbolo prezioso per tutto il progetto: il primo caso di totale annientamento della privacy, del rapporto pubblico-privato.

Ogni istante della vita di Mae è seguito da milioni di spettatori in tutto il mondo, come in una continua e senza interruzioni diretta Facebook.

Ma questa attenzione ossessiva avrà ripercussioni sull’amico di Mae, Mercer (Ellar Coltrane), che, nonostante i suoi tentativi di rimanere al di fuori di questo mondo “social”, sarà continuamente pedinato e morirà proprio in un incidente, mentre cerca di fuggire dai suoi “paparazzi”.

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The Circle – La locandina ufficiale

Il film nel complesso presenta una trama poco originale, sembra essere un episodio della serie Black Mirror.

Piccolissima parentesi a riguardo: c’è una particolare scena del film che assomiglia quasi in toto ad una dell’episodio Orso Bianco (stagione 2, episodio 2): la fuga di una “criminale” (in entrambe le scene la criminale è una donna che ha ucciso bambini) che viene inseguita da persone che cercano di riprendere con il loro smartphone.

Al di là di questo, c’è un messaggio chiaro che questo genere narrativo vuole lasciare nello spettatore: la tecnologia può essere distruttiva.

La nostra realtà non è poi così lontana da quella del film: esistono diversi programmi televisivi in cui la vita di determinati individui è 24/7 sotto gli occhi di tutti: Grande Fratello, L’isola dei Famosi e così via.

La televisione deve cercare di guadagnare spettatori, promettendo una fantastica evasione dalla vita quotidiana [1]” e per ottenerla ha reso la stessa vita oggetto tra gli oggetti, esposta in vetrina, offerta “al potere di uno sguardo che ne giudica il valore, in relazione ai canoni di consumo in voga [2]”.

Quello della prevaricazione della privacy è un tema che oggi più che mai ci tocca da vicino: basti pensare (un esempio comune, ma ce ne sono moltissimi altri) ai casi sempre più frequenti di revenge porn, come quello che portò al suicidio di Tiziana Cantone, o al cyberbullismo (in gruppi di cinico black-humor da quattro soldi in primis).

Oltre i buchi che la trama presenta (e sono diversi), ciò che può e deve essere afferrato è il messaggio di un uso critico e moralmente attento della tecnologia, superando l’ottuso e spesso distratto ottimismo nei suoi confronti.

The Circle è nelle sale italiane a partire dal 27 Aprile.

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[1] David Foster Wallace, E unibus pluram: gli scrittori americani e la televisione in Tennis, TV, Trigonometria, Tornado e altre cose divertenti che non farò mai più, Roma, Minimum Fax, 2011, p. 64.

[2] Rosa Gallelli, Incontri Mancati. Didattica e sessualità, Bari, Progedit, 2012, p. 6.

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