The Art Of Listening, il documentario sull’esperienza d’ascolto che cambierà la vostra percezione

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L’idea dei registi Michael Coleman ed Emmanuel Moran ci porta dritti al cuore dell’azione più spontanea e istintivamente libera che facciamo, tutti i giorni, specie se siamo appassionati di musica e ne coltiviamo una grande passsione: l’ascolto. Ma l’obiettivo del documentario, The Art Of Listening, in full streaming più sotto, è ben distante da una normale analisi degli artisti, del loro linguaggio e dei rispettivi processi creativi. Mette in risalto, infatti, l’azione dell’ascolto e le sue mille sfaccettature, in contrapposizione al normale sentire passivo più canonico, avvalorando l’autorità di un gesto apparentemente così normale, attraverso cui però passa tutto ciò che è la musica. Intervistati sul loro approccio, sul loro metodo di ascolto e su come esso diventi una funzione, i diversi artisti che passano in rassegna, da Hans Zimmer a Tycho, dai The Chainsmokers all’ingegnere Dave Smith (padre della leggendaria Prophet 5, apparsa alla fine degli anni Settanta), aprono le porte alla percezione che ognuno di essi ha per il suono, facendoci conoscere più da vicino le dinamiche dell’udire e di come la sua importanza nella creazione di quest’arte influisca.

Ogni strumento gioca la sua parte, con un ruolo che, come i protagonisti spiegano, può sempre mutare, acquisire significati diversi da applicare al proprio linguaggio, come i differenti toni di una batteria per Antonio Sanchez o l’equilibrio e la forza di una band che registra al completo ogni parte sonora secondo Gabe Roth. Una partecipazione così attiva in ascolto può farci cogliere differenti spunti dietro l’idea di musica che l’artista immagina, che non è sempre facile sentire in superficie, ma che cambia molte volte anche le sorti di una intera carriera. Attraverso le sensazioni raccontate nel documentario è possibile scoprire quanto possiamo ampliare la nostra assunzione effettiva di musica, anche per un semplice brano passato in radio che ci colpisce, di un disco che mettiamo su per tenerci compagnia, mentre andiamo a lavoro, senza prestare troppa attenzione. La musica portata su una dimensione psicologica ci incuriosirà e ci farà apprezzare con più cura molti dei dettagli che il nostro ascolto abituale lascia da parte, facendoceli osservare più da vicino.

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