Il documentario di Jim Jarmusch sugli Stooges al cinema per due giorni

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Somebody needs to say, some of the biggest peace & love acts of the California five years of love were created in meetings. And that stuff… smells.
I say still smells.
– Iggy Pop

Il 21 e 22 Febbraio sarà possibile assistere in alcuni cinema (trovate l’elenco completo a questo link) alla proiezione della versione italiana di Gimme Danger, il documentario sugli Stooges diretto da Jim Jarmush, già disponibile già da qualche tempo in DVD nella versione originale in lingua inglese.

Il film si apre con l’inquadratura di un signore un po’ ambiguo: capello lungo biondo sfumato, mappatura a vista di vene su pelle dal colorito scuro ed età non esattamente definibile, anche se risulta semplice affermare non sia più un giovanotto da qualche decennio. Una voce fuori campo si incarica delle presentazioni, ricordandoci che il signore è stato (o è ancora?) un membro degli Stooges, per poi glissare in maniera ferma e sicura: “the greatest rock ‘n roll band of all time”. Dissolvenza.

Il signore anzianotto è Iggy Pop, mentre la voce fuori campo è di Jim Jarmusch.
Il primo, al secolo James Newell Osterberg Jr , è stato non proprio un membro a caso degli Stooges, ma il fondatore e, con enorme sopresa di tutti quanti, unico membro ancora in vita della formazione orginale. Il secondo è forse il cineasta indie più noto di tutti. L’ultimo suo film è Paterson, uscito l’anno scorso (potreste trovarlo ancora in qualche cinema), mentre fra le sue produzioni passate si ricorda in particolare la serie di cortometraggi supercult Coffee & Cigarettes  fra i quali se ne trova uno (Somewhere in California)  che ha per protagonista proprio Iggy Pop al fianco di Tom Waits.

Il piazzamento di Iggy nel suo corto è solo uno dei tanti indizi che il regista statunitense ha disseminato fra le sue opere a testimonianza dell’amore nutrito per il musicista ed i suoi Stooges. Amore che viene adesso portato al livello successivo da questa ultima opera, nella quale Jarmusch si occupa non solo della regia ma anche della scrittura.

Il tono utilizzato nel documentario è estremamente intimo, nel senso che a parlare sono unicamente i membri degli Stooges o persone a loro fortemente correlate come il manager ed alcuni turnisti. Quindi non troverete uno stuolo di rockstar o attori che vi racconteranno quanto e come siano stati importanti gli Stooges nella loro carriera, così come non troverete degli storici della musica che sciorinano degli uber pistolotti per convincervi che gli Stooges abbiano avuto un peso specifico maggiore dei Beatles o di Elvis Presley nella storia dell’umanità. Jarmusch ci tiene a non allargare il campo, a tenere tutto molto stretto per non perdere il punto di vista cruciale: cioè gli Stooges. È l’opera di un fan particolarmente bravo con la cinepresa che cerca di comunicarvi un pochino meglio cosa sia successo in quegli anni di fuoco fra la fine dei ’60 e l’inizio dei ’70.

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Cosa capita quando sei una band il cui livello tecnico non è particolarmente alto e sei dal lato sbagliato dell’industria musicale? E cosa succede se il tuo cantante nelle sue esibizioni non può fare a meno di muoversi e comportarsi sul palco come un primate aggiungendoci un po’ di sano autolesionismo ed una delle forme più arcaiche di stage diving? E da dove nasce questo suono così aggressivo e velenoso che anni dopo verrà ricordato come antesignano e diretto padrino del Punk pur essendo arrivato quasi una decade prima? E poi: cosa c’entrano John Cale, Nico e David Bowie con questi scoppiati? Chi hanno corrotto per essere entrati nella Hall of Fame del rock’n’roll?

Gimme Danger vi darà qualche carta in mano per rispondere a queste domande e, come ogni documentario musicale che si rispetti,  troverete anche una bella tonnellata di materiale di repertorio per il quale è consigliata la visione anche ad un ascoltatore accanito e ben informato.

Il mondo si divide in due categorie: quelli che ritengono Iggy Pop un genio e quelli che lo ritengono il più sopravvalutato “artista” di tutti i tempi. La posizione del regista è chiara: è tempo che scopriate la vostra.

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