The Early Years 1965-1972: il cofanetto dei primi Pink Floyd, solo per veri fan

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La mia generazione, cioè i nati nei primissimi anni ’90, sono stati forse gli ultimi a sfiorare cosa significasse possedere e desiderare un bene musicale “solido“. Per solido intendo un cd, un dvd, un nastro.

Breve passo indietro su quanto successo negli ultimi anni: gli Mp3 e la velocità di internet sempre più in crescita hanno quasi immediatamente distrutto il senso di possedere un album da 10 canzoni originali comprato in un negozio. Scelta migliore: un cd vergine masterizzato con 4 cartelle da 20 canzoni l’una che il tuo compagno di banco aveva ricevuto dal cugino grande che sapeva già usare Limewire. I riproduttori Mp3 portatili hanno finito il lavoro, rendendo il compact disc un vago ricordo usato al limite come supporto per i file video. D’altronde chiunque abbia mai provato a correre per prendere l’autobus con un riproduttore cd portatile capirà il dramma del “disco che salta” e tutto lo stress che questo provocava.

Ad oggi Spotify, Tidal e tutti gli altri servizi di streaming stanno di fatto eliminando anche il meccanismo “compro l’album così alla band arrivano dei soldi“, essendo servizi che pagano una royalty all’artista per ogni ascolto (sebbene quanto i diritti di streaming siano in grado di sostentare il mercato musicale è ancora un grosso punto aperto dei tempi moderni). La non più trascurabile crescita delle vendite di dischi in vinile sembra essere il segnale definitivo che la musica solida si acquista ormai per motivi di collezionismo, per attaccamento emotivo o per puro e semplice feticismo del possedimento.

Io stesso tempo fa ho collezionato e completato un bel cofanetto che usciva in edicola per avere in versione originale e rimasterizzata tutta la discografia dei Pink Floyd. Il mio gruppo preferito, sono sempre stati particolarmente bravi nell’alimentare il mercato del collezionismo a suon di raccolte, “nuovi” album di qualità perlomeno discutibile ed edizioni limitate.

Poiché la legge di mercato regna sovrana, finchè l’acquirente si dimostra recettivo alle nuove uscite (e sarebbe strano il contrario vista la grandezza del gruppo) non c’è un motivo per smettere.

Pink Floyd - The Early Years 1965-1972

“So, our records are not selling here…” (Roger Waters)

Ed è per questo che è uscito The Early Years Box Set: 1965-72. Non si erra definendola una raccolta del raccoglibile: 27 dischi, dai primissimi vagiti del gruppo nella metà degli anni 60 fino al 1972, cioè l’anno prima di The Dark Side of The Moon, che potremmo definire un leggerissimo spartiacque fra il prima ed il dopo.

Nel superpacco trovate il materiale diviso in 7 parti (ciascuna a forma di libro) ed ordinato cronologicamente per ripercorrere tutta la carriera prima del loro capolavoro più famoso. Ore ed ore di materiale audio e video, comprese tracce inedite (come Vegetable Man e In the Beechwoods) che non erano neanche mai state mixate prima di questa uscita. Per non parlare di due storici Quad Mixes, repliche dei biglietti dei concerti, memorabilia, esibizioni rarissime restaurate ed il leggendario Live at Pompei in 5.1.

In pratica avrete tutto il materiale che potrebbe possedere uno che nel ’65 aveva vent’anni ed era di Cambridge ed aveva deciso di votare la sua intera vita fino al 1972 all’accumulazione seriale di tutto ciò che riguardasse i Pink Floyd . Perciò chiunque si senta abbastanza a proprio agio nello spendere 550$ (spese di spedzione escluse) per tutto il kit da vero Die Hard fan, si ritroverà fra le mani un autentico tesoretto da esposizione che richiederà il posto migliore della mensola sopra il proprio impianto hi-fi (decisamente non opzionale).

pinkfloyd_earlyyears

La buona notizia è che tutti i sottocofanetti (eccetto uno) usciranno in edizione singola dall’inizio del prossimo anno e che sarà anche disponibile un’edizione ridotta (che ti renderà immediatamente un indegno ascoltatore occasionale).

A voler essere maligni, potrebbe essere solo l’ultima uscita di una band che ormai cerca di raschiare anche la vernice antiaderente del fondo del barile pur di mettere sul mercato qualcosa e pagarsi la pensione.

O magari potrebbe essere un’occasione per tuffarsi a bomba nel periodo in cui uscirono capolavori spesso dimenticati : The Piper at the Gates of Dawn, A Saucerful of Secrets, Atom Heart Mother, Meddle. Un’occasione per studiare meglio un determinato momento storico. Quando a guidare la band c’era il mai troppo compianto Syd, quando a scintillare erano i suoi outfit più che i dobloni accumulati a pacchi. Quando si sperimentavano album come Ummagumma o si facevano colonne sonore per Antonioni, fino alle transizione di un album come Obscured by Clouds.

Sta a voi decidere dove porvi. State pur certi che se non lo comprate non sarà un dramma. Band come i Pink Floyd sono un culto, e come in ogni culto c’è sempre chi è più integralista e scellerato di voi.

Io la mia scelta l’ho già fatta, ma non ve la dico e forse non vi interessa nemmeno.

Che poi sono quasi certo che Waters in persona non possegga un biglietto di un concerto dei Pink Floyd del 1967.

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