Il Grande Fratello, Orwell, il reality show e la pace mondiale

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Personaggio immaginario creato da George Orwell nel romanzo 1984, il Grande Fratello è il dittatore invisibile, forse inesistente, di uno stato totalitario in cui ciascun individuo è tenuto costantemente sotto controllo dalle autorità.

Roberto Cuoghi, Imitatio Christi, impasto organico, dimensioni determinate dall’ambiente, 2017.
Veduta d’installazione, Padiglione Italia: Il Mondo Magico, 57esima Biennale d’arte di Venezia, Venezia, credito fotografico: Roberto Marossi

Ispirato dalla tesi centrale del romanzo, il reality show televisivo omonimo coinvolge anonimi partecipanti privi di ritegno morale che, sapendo di essere ripresi da telecamere nascoste, pur di guadagnarsi un posto al sole, mettono in mostra il peggio di se stessi in uno spettacolo indecoroso, diseducativo, a volte orripilante. Numerose sono le trasmissioni televisive che potrebbero essere accostate al Grande Fratello, ormai superate dalle efferatezze di cui sono quotidianamente colme i social, da Facebook a Tik Tok, che offrono, insieme con le majority di Internet, da Google a Alibaba, la possibilità di accedere ai dati personali e alle faccende private degli individui. E se tutto questo rientrasse in un machiavellico disegno del Vero Big Brother, che è consistito nell’opera di diseducazione delle masse, una diseducazione sentimentale e morale che sostituisce quella famigliare e quella scolastica?

Uno scadimento morale e culturale ottenuto mediante l’offerta di trasmissioni televisive falsamente “popolari” da espletarsi in una seconda fase ancor più raffinata e subdola, consistente nell’appiattimento delle masse rese sempre più ignoranti in una società unica: glebalizzata. Il problema che in questo caso insorge riguarda la quantità degli assoggettati, che raggiungono il numero di 7 miliardi.

Barbara Nati, La casa di questa mia sera #8,  Collage digitale su carta Kodak metallic, 75×125,  2014

La sfida non è impossibile, se si usano mezzi sempre più sofisticati, che impediscono di pensare.

I nostri avi non avrebbero mai potuto immaginare che la società del controllo sarebbe passata non attraverso l’esercizio del potere, bensì mediante il consenso organizzato ottenuto grazie alle armi di distrazione di massa. Grazie agli smartphone, al web, ai reality show.

Eppure, bisogna ritenere che tutto questo sia a fin di bene.

Per la prima volta nella storia dell’uomo si potrebbe pensare a un futuro in cui venga assicurata all’umanità finalmente una pace mondiale, narcolettica. Auguri e sogni d’oro.