Tra street art e musica: a Torino la mostra dedicata alle copertine dei dischi

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Ci siamo mai davvero chiesti che cosa ci spinge a collezionare quegli ingombranti 33 giri che negli ultimi tempi sembrano esser stati sottratti dalla loro triste fine nel dimenticatoio, una volta diventati “obsoleti” in confronto alle moderne tecnologie in campo musicale? Al giorno d’oggi il vinile sembra essere tornato di grande interesse non solo per i nostalgici ma anche per i giovani: quindi è bene chiedersi se non vi sia qualcos’altro, qualcosa che vada la di là della semplice musica incisa su di essi o del nome del contante a cui siamo tanto devoti. Quel qualcosa è l’arte, nel vero senso della parola, l’arte grafica che ci fa rigirare più e più volte il disco tra le mani, mai stanchi si rimirarlo, oppure che ce lo fa incorniciare -come un quadro o un poster, perchè no?- e appendere in salotto, così da poterlo mostrare agli amici appena verrano a trovarci.

Ancora meglio se l’artwork di copertina di un album è stato eseguito da un grande artista, uno di quelli che vengono valutati per centinaia, se non migliaia di euro dalle case d’asta (Christie’s per esempio). L’arte che incontra la musica e vi trova uno spazio fisico -eccola la differenza dal formato digitale- ed esprime in modo immediato il concetto base racchiuso nelle tracce dell’album.

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Questa è l’idea che ha portato Davide Loritano, gallerista, a contattare numerosissimi collezionisti di vinili di valore per esporli alla Square23 Art Gallery di via S.Massimo 45 a Torino: la mostra, che va dal 4 marzo al 1 aprile, comprende artisti come Jean-Michael Basquiat, Keith Haring, Obey (aka Shepard Fairey), Dface, Blu, Borondo, Banksy con la sua realizzazione per la copertina di Melody A.M. della band elettronica norvegese Röyksopp, Space Invader con la copertina di La Souris Déglinguée, Futura (aka Lenny McGurr) con l’opera per un LP di Rammellzee e ancora Jeff Koons con una copertina di Lady Gaga e, ovviamente, Andy Warhol con la sua celeberrima creazione per i Velvet Underground (quella banana gialla adesiva a sfondo bianco che ha fatto la storia dell’arte e della musica). E tra i cantanti/gruppi esposti compaiono le stelle che hanno lasciato un’impronta indelebile nelle coscienze di ben più d’una generazione: Patti Smith, Talking Heads, Blur, Madonna e altri ancora.

Non si tratta solo di una mostra però, infatti per i collezionisti è possibile sia vendere sia acquistare le opere esposte e portarsi a casa album che racchiudono uno speciale incontro tra due mondi -quello musicale e quello artistico- da sempre strettamente connessi. Realizzazioni da vedere e da ascoltare, da attaccare a una parete o da far girare su un giradischi… insomma un’occasione per comprendere quanto l’arte grafica abbia influenzato e a sua volta sia stata influenzata dalla musica.

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