La benvoluta collaborazione di Roger Waters col produttore dei Radiohead Nigel Godrich

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Roger Waters non si fa problemi.
Sul serio: Roger Waters non si fa problemi.
L’ultrasettantenne ex-Pink Floyd, ex-solista è oggi più che mai un’eminenza grigia della musica rock (e non).

I suoi giudizi taglienti su colleghi, artisti e figure politiche sono ancora una piacevole lettura nelle le pagine dei giornali (o delle webzines). Frasi come “David Gilmour  è un grande, ma non riuscirà mai a scrivere un testo come i miei” lo rendono una personalità eufemisticamente spinosa e non necessariamente gradevole.

L’ego ipersviluppato ed accentratore del musicista ha messo a dura prova i Pink Floyd, sino a portarli ad una rottura netta, totale, testimoniata da centinaia di dichiarazioni, interviste ed interi libri biografici. E da un album ostico e quasi sempre snobbato come The Final Cut.

Fossero tutte così le rotture.

Da segni del genere è ben comprensibile la qualità del musicista che è in sostanza innegabile.
Esistono (e sono numerose) le opinioni di chi ritiene i Floyd un feticcio di loro stessi dopo l’addio di Waters.
Fra queste, ovviamente, anche Waters stesso.
Sta di fatto che se il buon Roger prende una decisione, di certo non starà a sentire i pareri di chi la pensa diversamente da lui, se non per insultarli in qualche modo creativo.

Ed ecco allora ad Ottobre, l’indiscrezione secondo la quale il venerabile musicista starebbe collaborando con Nigel Godrich per produrre del nuovo materiale.
Un leggero tremito.

Potrebbe essere arrivato il momento per un Forse non tutti sanno che: Nigel Godrich è un produttore inglese, noto soprattutto per il sodalizio ormai decennale con i Radiohead.
Se già questo basterebbe per un invidiabile resume che in confronto il nostro è buono solo per fare gli aeroplanini, aggiungiamo pure che: ha collaborato o prodotto fra gli altri  R.E.M, Paul McCartney (who?), Beck, Badalamenti, Red Hot Chili Peppers, Air e Gianna Nannini (sorpresa!).

Fra un lavoretto e l’altro ha anche avuto modo di inventare e portare avanti il format televisivo In The Basement, nel quale i musicisti suonano un vero e proprio concerto dal vivo in intimità, cioè unicamente di fronte ai tecnici richiesti per la registrazione e qualche fortunato che deve aver trovato l’invito nell’incarto dorato di una tavoletta di cioccolato. Se ve li siete persi recuperateli in fretta, sono uno più bello dell’altro ed i nomi di prestigio, anche qui, si sprecano.

Ah si, l’anno scorso ha anche partecipato attivamente  al film/documentario Junun, con Johnny Greenwood per la regia di Paul Thomas Anderson.

A conferma della speculazione, circa una settimana fa è comparso un video nel profilo Instagram di Godrich che mostra in maniera inequivocabile il Venerabile ed il produttore alle prese con delle registrazioni in studio.
Il tremito diventa importante.

 

Senza troppe cautele ed al di là delle centinaia di argomentazioni possibili, Waters è stato un innovatore rivoluzionario. Godrich dal canto suo ha quasi sempre avuto a che fare con musicisti i quali in un modo o nell’altro cercano una strada meno battuta e quantomeno il più personale possibile, senza scendere a compromessi.
Sembrerebbe dunque un caso da perfetto sillogismo aristotelico: proprio per il tipo di passato artistico/lavorativo, la collaborazione assume un’importanza particolare.

Per il momento dobbiamo accontentarci degli scarsi 10 secondi di musica del video, ma siamo decisamente ansiosi di sentire cosa ne potrà uscire fuori.

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