Bodies, la serie del momento su Netflix

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Bodies, la serie britannica uscita da qualche settimana sulla nota piattaforma Netflix, diretta dal regista Paul Tomalin, è stata definita da numerosi recensori come la “serie del momento”, arrivando rapidamente nella top 3 di molti Paesi, grazie alla trama avvincente che si muove tra la fantascienza ed il thriller. La fiction si basa sulla graphic novel scritta nel 2015 da Si Spencer ed è incentrata sulla scoperta di uno stesso omicidio che si ripete per quattro volte nell’arco di 150 anni.  Il testo, divenuto in poco tempo, un riferimento cult già nella versione originale, in occasione dell’adattamento televisivo ha di gran lunga aumentato la propria notorietà, attualmente oggetto di una riedizione in lingua inglese diffusa proprio in questi giorni. In lingua italiana, Bodies è disponibile nella traduzione di M. Innocenzi, pubblicata dalle edizioni Lion. La trasposizione televisivaè stata girata soprattutto tra la città di Leeds e lo Yorkshire. Girare le scene interamente a Londra, dove la storia si svolge, avrebbe di certo comportato costi molto più elevati.

La serie britannica, in otto episodi, naturalmente presenta molteplici chiavi di lettura e, nonostante la popolarità raggiunta, non sembra concepita per piacere a tutti. I seguaci dell’intreccio fantascientifico raffinato potrebbero avere l’impressione di assistere all’ennesimo e scontato innesto dei viaggi nel tempo in racconti di tipo fantasy, mentre gli appassionati delle atmosfere giallo-thriller potrebbero rimanere delusi di fronte alla soluzione finale del mistero. Ma, a mio avviso, gli ingredienti per uno spettacolo piacevole ed intellettualmente suggestivo ci sono tutti e Bodies non annoia dall’inizio alla fine.

La trama si articola su quattro diverse epoche storiche: due nel passato, una nel presente e l’ultima proiettata in un prossimo futuro. In ciascuna delle epoche di riferimento, il protagonista è un detective che deve affrontare lo strano caso di un cadavere ritrovato nudo in circostanze misteriose nel quartiere londinese di Whitechapel. Nel 2023, dunque nel presente, la sergente di polizia Shahara Hasan è costretta ad inseguire un giovane nel bel mezzo di una manifestazione organizzata da un gruppo di facinorosi appartenente all’estrema destra e, come per assecondare un destino già scritto, si imbatte nell’enigmatico cadavere. Nel 1941, l’elegante detective Whiteman, in una Londra sottoposta ai bombardamenti tedeschi, durante la seconda guerra mondiale, riceve una misteriosa telefonata per recarsi a Longharvest Lane, dove si imbatte nel solito corpo inerme. Ancora indietro nel tempo, nel 1890 il malinconico e compassionevole detective Hillimghead viene chiamato nello stesso luogo per analizzare un corpo appena scoperto. Ovviamente in ogni età storica, il defunto è sempre lo stesso: trucidato con la medesima ferita da colpo di pistola all’occhio, anche se all’interno del cranio non si riesce ad individuare il proiettile, nonché contraddistinto dallo stesso segno triforcuto tatuato sul polso. Passiamo all’ultima epoca di ambientazione: siamo nel 2053, in una Londra distopica controllata da un regime dittatoriale, al cui vertice detiene il potere un’enigmatica organizzazione. La detective Maplewwod ritrova lo stesso corpo nel medesimo luogo, ma questa volta l’uomo è ancora vivo. Mentre si cercano le connessioni tra i vari decenni, gli inquirenti comprendono che le vicende sono correlate ed un certo Elias Mannix (Stephen Graham), divenuto un importante leader politico nel futuro. Dallo sfondo narrativo di ogni epoca storica, emerge una sorta di culto apocalittico-escatologico agnostico ed antropocentrico, molto slegato dalle tensioni metafisiche e teocentriche delle religioni tradizionali. La frase che intende rappresentare l’intera ambizione spirituale della serie è: know you are loved (sappi che sei amato), sulla quale torneremo in seguito.

Le esistenze dei quattro poliziotti, che in apparenza sembrano legate soltanto dalla scoperta dello stesso corpo, nel dipanarsi della vicenda si capirà che sono intrecciate indissolubilmente, contribuendo a disegnare una realtà paradossale, dove il tempo si piega all’ingegno ed alla volontà dell’uomo. Risulta evidente che uno dei temi fondamentali, intorno al quale si sviluppa l’intero racconto di Bodies, sia l’eterna diatriba tra il determinismo ed il libero arbitrio. Come cerca di spiegare il professor Gabriel De Foe alla detective Maplewood, le scelte sono solo apparentemente determinate dalla nostra volontà, ma in realtà dipendono da una miriade di variabili che contribuiscono a formare il nostro giudizio. In precedenza abbiamo dato una panoramica generale della trama, senza ulteriori spoiler. A proposito della posizione dell’uomo nell’universo, tuttavia, senza entrare nei particolari, anticipo soltanto che il finale dimostrerà che non tutto è completamente scritto, lasciando aperta la possibilità di poter modificare gli eventi.

Per quanto attiene agli aspetti collegati alle moderne teorie di meccanica quantistica e alla effettiva possibilità di viaggiare nel tempo, la serie si affida a qualche fugace lezione del professor De Foe, secondo il quale, un corpo, in occasione dei viaggi nel tempo, si duplicherebbe creando delle versioni alternative di sé stesso sia nel passato che nel futuro. Si tratta, per la verità, di una spiegazione originale, ma alquanto debole. Molto più convincenti, anche se fantascientifici, sono i riferimenti al passato ed al futuro come realtà di per sé alternative. Come abbiamo precisato in altri scritti, la meccanica quantistica ci offre una spiegazione dello scorrere del tempo non per forza “lineare”, così come siamo abituati a concepirlo, soprattutto in relazione alla dimensione dello spazio.

Know you are loved è la frase che campeggia su un grattacielo del 2053 ed è con questa frase che si salutano i fautori di una misteriosa setta che, affondando radici in un lontano passato, riesce a conquistare il potere nel futuro, grazie ad un disastro di dimensioni apocalittiche. Sembra che questa organizzazione abbia in odio l’antico concetto di democrazia e voglia inaugurare una nuova era, fondata sull’ordine sociale e su un’apparente uguaglianza. E’ la metafora di una umanità irredenta del futuro che rinuncia alla libertà, in cambio di uno stato di passiva omologazione sociale, dopo aver sperimentato il trauma di una grave catastrofe.  Anche le altre epoche non sembrano scelte in maniera casuale: il 1890 con la bigotta morale vittoriana e la grande diseguaglianza tra i diversi ceti; il 1941 nel pieno della tragedia del secondo conflitto mondiale; il 2023 con le tensioni economiche e razziali mai sopite. Gli stessi detectives rappresentano quattro diverse minoranze, ciascuna emblematicamente discriminata nella propria epoca. Hillinghead (Kyle Soller)nel 1890 deve nascondere la propria omosessualità, considerata ancora un crimine punibile con il carcere; Whiteman (Jacob Fortune-LIoyd)nel 1941 è un Ebreo malvisto da certe frange del suo Paese che simpatizzano per gli ideali nazisti; Hasan  (Amaka Okafor) di chiara origine medio-orientale si trova al centro di tensioni razziali di cui lei stessa fa parte; Maplewood (Shira Haas)è una disabile che riesce a condurre una vita normale, solo grazie ad aggeggi meccanici inseriti nel suo corpo da un scienza del futuro deumanizzata e transumanista. Le discriminazioni, più o meno esplicite, a cui sono sottoposti i protagonisti, servono principalmente a far comprendere l’eventuale tentazione di cedere ad un regime autocratico egalitario in un distopico futuro.

In una trama così complicata, è normale che alcuni particolari possano apparire senza senso, ma la fantascienza che si tinge di giallo sembra funzionare ed il ritmo procede in maniera avvincente e serrata. Nell’intento paradigmatico di Bodies emergono comportamenti catartici come il sacrificio e la dedizione assoluta, sia votata al bene che al male. Anzi, si può dire che il confine tra il bene ed il male non è mai netto e banalizzato, ma ciascuna forza in campo persegue un fine che ritiene giusto. A differenza di Dark, la famosa serie Netflix suddivisa in più stagioni, Bodies, pur nella sua complessità, scorre in maniera più lineare ed i collegamenti tra le diverse epoche storiche si intuiscono con maggiore evidenza.

La criptica ed inaspettata scena finale dell’ultimo episodio, che ovviamente non riveleremo, fa presagire una seconda serie. Analogamente all’incerto finale, nulla si sa del destino riservato allo scienziato Defoe, altro importante personaggio della fiction, così come non si comprende bene lo scopo che muove la misteriosa setta a progettare un futuro tirannico ed orwelliano. Alla fine, tuttavia, in un’analisi retrospettiva, l’espressione “sappi che sei amato” acquista ancora di più un significato preciso: l’amore, o meglio la consapevolezza di essere amati, anche per pochi istanti, può cambiare i propositi distruttivi di ciascuno. In estrema sintesi, la morale della serie sembrerebbe suggerire che l’amore può salvare il mondo.