Origini e tradizioni del Ferragosto

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Come è ben noto, la denominazione della festa di ferragosto, fissata per il 15 del mese, deriva dall’espressione latina “feriae Augusti”, che in lingua italiana si può tradurre con “riposo di Augusto” oppure “ferie di Augusto”. L’espressione latina si riferiva, ovviamente, al princeps Ottaviano Augusto, primo imperatore romano, a cui è dedicato l’intero mese  e che istituì, nel 18 a.C., la festa principale per la data del primo agosto.

Nell’antica Roma si trattava di un periodo di riposo e, nel contempo, di festeggiamenti istituito dallo stesso Ottaviano Augusto, a sua volta riconducibile all’antica tradizione dei Consualia, ricorrenze che celebravano il termine dei lavori agricoli, in onore di Conso che rappresentava una delle divinità protettrici della terra e della fertilità. Nello specifico, Conso era un figura mitologica, preposta alla protezione ed alla conservazione dei depositi dei semi del grano. Al dio era dedicato un altare ipogeo situato al centro del Circo Massimo a Roma, che prendeva il nome di “ara Consi”. L’altare era ricoperto completamente da terreno e veniva scoperchiato soltanto in occasione della celebrazione dei Consualia. Pertanto, Conso era considerata una divinità “ctonia” ed i rituali in suo onore venivano officiati dai sacerdoti Flamini Quirinali e dalle Vestali. Il nome di Conso , nell’antica Roma, fu anche associato ai “consigli segreti”, come riporta Dionisio di Alicarnasso nella sua opera “Antichità romane”, spiegando il suffisso del diffuso termine “consilium”, da cui in italiano deriva la parola “consiglio” con i suoi molteplici significati. I Consualia, oltre che il 21 agosto, venivano festeggiati anche il 15 dicembre. Secondo il già citato Dionisio di Alicarnasso, il dio Conso era da identificare con il Neptunus Equestris, ossia nel dio Nettuno nel suo compito di protettore degli equini, animali peraltro che partecipavano attivamente ai festeggiamenti relativi. A ciò si aggiunge un’importante curiosità: secondo Tito Livio, i Consualia sarebbero stati istituiti dallo stesso Romolo, il primo re mitico fondatore delle città eterna, quando con gli altri giovani romani organizzò il famoso ratto delle Sabine. Si comprende l’intento celebrativo di Tito Livio, allo scopo di rendere più autorevole e prestigiosa l’istituzione della festa a cura di Ottaviano Augusto.

Nel territorio dell’impero romano, nel corso delle “ferie” di agosto, si usava organizzare feste con giostre di cavalli e, durante le quali, gli animali da soma, per celebrare appunto la fine dei duri lavori nei campi, venivano adornati di fiori e di orpelli. In tale occasione, inoltre, si usava che i contadini presentassero i propri auguri per il futuro raccolto ai proprietari dei terreni, presso i quali prestavano servizio, ricevendo in cambio una lauta mancia. Le fonti non concordano su quale fosse il periodo esatto clou dei festeggiamenti, anche se i giorni di riposo e di “ferie” duravano per quasi tutto il mese, con ricorrenze particolari, come la festa del giorno 13 in onore della dea Diana. Oltre che i Consualia, durante il mese di agosto, nella Roma  repubblicana,  ricorrevano le feste dei Vinalia rustica e dei Nemoralia. In sintesi, si può dire che Ottaviano Augusto non fece altro che attribuire maggiore legittimazione “politica” ad un periodo nel quale i Romani erano già abituati al riposo.

Il periodo, corrispondente al mese di agosto, era legato anche ad altri rituali pagani celebrati nel bacino del Mediterraneo ed in ambito celtico. Dal punto di vista astronomico ed astrologico, si tratta, infatti, del periodo dell’anno in cui la stella Sirio, chiamata anche Stella del Cane ed individuata dagli Antichi come significativo portale esoterico, diventa più visibile nella volta celeste. Il “ferragosto” era considerato un momento propizio per far leva sulle energie del femminino sacro, incarnate nella Grande Madre, in Iside e, come vedremo, nella Vergine Maria. Anche le divinità maschili non erano escluse dai festeggiamenti ferragostani, come l’irlandese Lugh, chiamato “il Luminoso” e ritenuto abilissimo in molte tecniche, tanto da racchiudere in sé due principi, soltanto in apparenza non conciliabili e simboleggiati dalla stirpe dei suoi avi: dalla parte paterna, i figli della de Danaan, e da parte materna, le forze del caos rappresentate dai Fomori, antichi abitanti dell’isola, spesso raffigurati come deformi e mostruosi. Risulta chiaro l’intento simbolico della leggenda che conferisce al luminoso Lungh il potere solare di custodire i misteri dell’esistenza. Le ricorrenze pagane del mese di agosto erano profondamente legate a due elementi cosmogonici: il fuoco e l’acqua. Si tratta di due elementi contrapposti che, però, concorrono alla concezione catartica di purificazione. In particolare, presso alcune tribù celtiche, si accendevano enormi falò per allontanare gli spiriti maligni e, nello stesso tempo, per ingraziarsi i favori del Sole, ancora luminoso, ma destinato al suo inevitabile declino autunnale. Questi rituali tendevano a sublimare i timori per  dover affrontare la stagione invernale che, per le antiche civiltà, poteva essere fatale per le temperature rigide e per la scarsezza dei mezzi di sostentamento. Lontani echi di questa consuetudine ancestrale sopravvivono ancora oggi nei vari spettacoli pirotecnici, che si organizzano da ferragosto sino alla fine del mese in molte località, allo scopo di salutare l’estate.

La festa di “ferragosto” fu portata al 15 agosto dalla Chiesa Cattolica, che fece coincidere la ricorrenza laica con  la solennità religiosa dell’Assunzione di Maria, un dogma di fede, secondo il quale Maria, la madre di Gesù Cristo, sarebbe stata assunta in cielo in corpo ed anima, dopo la sua vita terrena. Il culto popolare dell’Assunzione si sviluppò  a partire dal V secolo d.C., nonostante il totale silenzio in merito da parte degli autori dei vangeli canonici e delle altre fonti religiose. La devozione popolare favorì la proclamazione del dogma da parte di Pio XII, il primo novembre 1950, con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus, utilizzando la seguente formula: “la Vergine Maria, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”. La formula, in maniera consapevole, trascura di chiarire se l’Assunzione di Maria in Cielo sia stata preceduta o meno da sonno profondo o da morte naturale. Si tratta, comunque, dell’ultimo dogma di fede in ordine cronologico pronunciato dalla Chiesa Cattolica e la sua festa, celebrata appunto il 15 agosto, rappresenta la solennità in onore della Madonna più importante dell’intero anno liturgico.

In Italia, il ferragosto è dedicato alle gite fuori porta, a pranzi al sacco e a visite turistiche in località balneari o di montagna. La tradizione popolare della cosiddetta “gita turistica” del giorno di ferragosto risale, in particolare, al ventennio fascista. A partire dalla seconda metà degli anni Venti, le associazioni delle varie corporazioni dopolavoristiche, cominciarono ad organizzare numerose “gite popolari”. Nel periodo dal 1931 al 1939, l’esodo ferragostano fu favorito dall’istituzione di “treni popolari speciali”, all’inizio soltanto di “terza classe”, con prezzi decisamente abbordabili a beneficio dei meno abbienti. Tale iniziativa permetteva anche agli appartenenti alle classi sociali meno agiate di poter visitare altre città italiane, nonché località di mare e di montagna, di cui è ricca la nostra Penisola. Nelle formule ferroviarie agevolate non era compreso il vitto ed ecco nascere l’usanza del “pranzo a sacco”, ossia di una raccolta di cibarie che ciascuna famiglia preparava presso la propria dimora e portava con sè durante il tragitto. A ciò si aggiunge un’altra consuetudine diffusa nell’Italia settentrionale, in particolare in Lombardia ed in Piemonte. I datori di lavoro usavano “dare il ferragosto”(in lombardo “dà ol faravost), che consisteva nell’elargire ai dipendenti una somma di denaro oppure beni commestibili, in modo che potessero trascorre un buon periodo di riposo insieme alle rispettive famiglie.

Tra le tradizioni ancora conservate, spicca sicuramente quella del “Palio”, in ricordo delle corse di cavalli che si organizzavano in epoca romana. In Toscana, infatti, in prossimità del ferragosto, precisamente il 16 agosto, si svolge il prestigioso “Palio di Siena”,  le cui modalità di esecuzione sono state più volte messe in discussione, sia per i pericoli che affrontano gli stessi partecipanti, sia per un’inutile sofferenza a cui vengono sottoposti gli animali in uno dei periodi più caldi dell’anno. Nella zona dell’Argentario, sempre in Toscana, va di scena il cosiddetto “Palio Marinaro”, dove quattro equipaggi su quattro imbarcazioni chiamate “gozzi” gareggiano nelle acque del Mar Tirreno davanti alla cittadina di Porto Santo Stefano, in provincia di Grosseto. Nel Lazio, invece, nella località di Paliano, si svolge la “Giostra del Turco”, una gara di abilità dove a vincere sono i fantini che riescono a centrare il maggior numero di anelli, adoperando un corto pugnale. Spostandoci più a sud, a Pozzuoli, vicino Napoli, il giorno di ferragosto si tiene una sfida originale chiamata “O Pennone” o anche “Palo di Sapone”: in pratica i concorrenti devono riuscire a salire in cima ad un palo, preventivamente cosparso di sapone e a recuperare una bandiera collocata sulla cima.

Nella ricchissima e variegata cucina italiana, non potevano mancare tradizioni specifiche legate alla festa del ferragosto. In Toscana, ad esempio, è ancora viva l’usanza di cucinare il piccione arrosto, un’antica abitudine che sembra risalga addirittura all’età carolingia. In Sicilia, terra dei dolci per eccellenza, si prepara il cosiddetto gelu ri muluni, un dolce al cucchiaio a base prevalentemente di melone.   Nella capitale, si consuma il pollo con i peperoni, mentre a Foggia si prepara il brodo di gallo, un piatto per la verità che sembra poco adatto alle alte temperature estive.     In Sardegna, invece, per ferragosto, si usa mettere a tavola dei dolci di origine spagnola, che prendono il nome di “orelettes”. In generale, in tutta Italia, l’alimento che meglio ricorda il periodo di ferragosto è senza dubbio l’anguria, il popolare cocomero così diffuso nel pieno dell’estate.

Non ci resta che augurare: Buon ferragosto a tutti!