The Serpent: la vera storia di Charles Sobhraj

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Questa vicenda inizia dalla ricerca di due turisti scomparsi. Un’indagine complessa che porterà a rivelare un terribile vaso di pandora. La scoperta dell’esistenza di un sadico criminale assetato di sangue che stava seminando una lunga scia di morte in tutta l’Asia. Consegnarlo alla giustizia sarà un’impresa molto difficile.

Un assassino in libertà

6 Febbraio 1976. Si preannuncia una giornata piuttosto particolare per Herman Knippenberg, membro dell’ambasciata olandese a Bangkok, quando riceve una lettera decisamente allarmante. È stata scritta da un cittadino olandese, il quale dichiara di non aver più notizie da settimane della cognata e del suo fidanzato, dopo che erano partiti per un viaggio in Asia.

Questa missiva fa scattare un campanello d’allarme nella mente del diplomatico, in quanto si ricorda che qualche tempo prima erano stati trovati due cadaveri nei pressi di Ayutthaya, non molto lontano dalla capitale. Si trattava di una coppia. La donna era stata colpita violentemente alla testa e l’uomo strangolato, dopodiché erano stati entrambi bruciati vivi. Un crimine orribile, rimasto senza un colpevole. Oltre a questo, le vittime non erano state identificate.

Knippenberg decide così di mobilitare un’indagine, arruolando un dentista per poter effettuare una comparazione tra il calco dei denti degli scomparsi e quello dei cadaveri. L’intuizione si rivelò giusta. Le vittime erano proprio quella coppia di olandesi scomparsa, ovvero Henk Bintanja e Cornelia Hemker.

A questo punto Herman richiama alla memoria una strana storia, che un suo amico gli aveva confidato. Secondo la voce che era giunta, Alain Gautier, un venditore di gioielli francese residente a Bangkok, risultava essere in possesso di un gran numero di passaporti nel suo appartamento, tutti appartenenti a persone partite in viaggio e di cui si erano perse le tracce.

Decide così di approfondire la veridicità di questa vicenda, recandosi nell’alloggio in questione. Parlando con una vicina, riceve la conferma di queste circostanze. La donna gli racconta anche di aver visto la coppia di olandesi recarsi in quella casa.

Knippenberg a questo punto è convinto di avere a che fare con un serial killer. Ma riuscire a fermarlo non sarà affatto facile.

Interrogato dalla polizia, il sospetto riesce a convincere gli agenti della sua innocenza. Pochi giorni dopo, l’uomo scappa in Malesia. Una successiva ispezione nel suo appartamento fa venire alla luce una grossa quantità di droga e lassativi, nonché alcuni oggetti appartenenti alla vittima olandese.

Si innesca così una caccia all’uomo a livello internazionale. Ma il ricercato è piuttosto astuto e sa come nascondersi, in quanto si camuffa attraverso false identità e riesce sempre a scampare alla cattura. Per questa sua abilità viene soprannominato The Serpent.

The Serpent | Official Trailer | Netflix

Nonostante ciò Herman e la moglie Angela Kane non si arrendono e continuano le loro indagini, risalendo anche al vero nome del fuggitivo. Si chiama Charles Sobhraj.

La svolta avviene il 5 Luglio 1976. A Nuova Delhi un gruppo di studenti francesi viene avvicinato da un uomo che si propone come guida turistica. Offre ad ognuno di loro delle pillole, dicendo che si tratta di un medicinale per la dissenteria. Quando però alcuni dei ragazzi cominciano a perdere conoscenza, tre di loro realizzano di essere stati drogati, e riescono a fermare il soggetto, chiamando la Polizia.

L’avvelenatore viene arrestato. Si tratta proprio di Charles Sobhraj.

Charles Sobhraj

Nato nel 1944 a Saigon da padre indiano e madre vietnamita. Durante l’infanzia i suoi genitori divorziano e finisce così a trasferirsi in Francia, insieme al nuovo fidanzato della madre. L’adolescenza sarà un periodo piuttosto turbolento per Charles, in quanto si rende spesso protagonista di vari furti, che gli costeranno il carcere nel 1963.

Nel periodo di permanenza in prigione conosce e stringe amicizia con Felix d’Escogne, un ricco volontario della prigione. Una volta uscito, continua a frequentarsi con Felix, inserendosi anche negli ambienti della società benestante francese. Allo stesso tempo prosegue la sua attività criminale, tra furti e truffe di vario genere.

Dopo aver conosciuto Chantal, una ragazza con cui instaura una relazione, viene arrestato un’altra volta. Quando viene scarcerato, decide di lasciare la Francia, nel 1970, insieme alla fidanzata. Si stabiliscono a Mumbai, dove nasce anche la loro figlia. Ma la passione di Charles per le attività illecite non si placa, tanto che nel 1973 finisce in galera per tentata rapina. Una volta rilasciato, continua a spostarsi tra le varie nazioni, prima Kabul, poi in Iran. Nel frattempo la compagna e la figlia vanno a vivere in Francia, interrompendo qualsiasi tipo di rapporto con lui.

In seguito Sobhraj si trasferisce a Istanbul, dove inizia una carriera criminale insieme al fratello, muovendosi tra Turchia e Grecia. Vengono arrestati ad Atene. Charles riesce ad evadere dal carcere, ma suo fratello viene condannato a 18 anni.

Tornato in India, conosce una donna, Marie Andrèe Leclerc, che diventerà la sua fidata compagna. Durante i suoi interminabili viaggi in giro per il continente asiatico, diventa amico di un giovane ragazzo indiano, Ajay Chowdhury, il quale lo seguirà in ogni sua attività criminale.

A questo punto Sobhraj comincia a spingersi sempre più a fondo nel suo disegno perverso della realtà, arrivando a diventare un serial killer. È il 1975 quando insieme ad Ajay, ormai suo complice, inizia ad attirare turisti e saccopelisti, che in quel periodo stavano attraversando l’Asia, nella sua abitazione, promettendogli un po’ di ristoro. Grazie alla sua conoscenza delle lingue e al suo modo di presentarsi, conquista la loro fiducia. Una volta messi a loro agio, riesce ad avvelenarli di nascosto. Dopodiché ruba i loro passaporti e oggetti, per poi ucciderli tramite accoltellamento, strangolamento, e talvolta dando i corpi alle fiamme.

Alla fine gli omicidi accertati saranno dodici.

Charles aveva tessuto una trappola folle e mortale, a cui nessuno ha mai saputo dare una spiegazione, se non quella della malignità fatta persona. Una sanguinosa attività che ha portato avanti sfruttando le sue doti affabulatorie e le sue abilità sociali.

Probabilmente non si sarebbe mai fermato se non fosse stato per l’impegno e la dedizione di Herman e Angela nel riuscire a collegare i vari casi e a dare un cambio di direzione alle indagini.

Le condanne

Charles Sobhraj viene condannato nel 1977a 12 anni di carcere, ma aveva anche un mandato di arresto dalla Thailandia con conseguente condanna a morte, una volta terminata la sua prima pena. Proprio per sfuggire a questo, nel 1986 organizzò una delle sue trappole, drogando le guardie con del sonnifero e riuscendo così ad evadere.

Viene riarrestato in India e condannato ad altri 10 anni.

Nel 1997 esce di prigione ed emigra in Francia, dove non aveva un mandato di cattura, diventando una celebrità. Assume anche un agente pubblicitario e si fa pagare per essere intervistato, arrivando ad accumulare cifre importanti. Passa diversi anni da benestante, fino a quando nel 2003 decide di visitare il Nepal, nonostante fosse uno degli stati dove rischiava di essere imprigionato.

Durante il suo soggiorno viene riconosciuto da un giornalista del The Himalayan Times, che realizza un report su di lui. A questo punto interviene la Polizia del posto che lo intercetta e arresta. Viene definitivamente condannato all’ergastolo il 20 Agosto 2004.

Oggi ha 77 anni e sta continuando a scontare la sua pena.

La storia di Charles Sobhraj è quella di un uomo dalle molteplici caratteristiche criminali. Partito come rapinatore, nel tempo si è trasformato in truffatore, per poi mutare definitivamente in assassino seriale. Proprio come un serpente che cambia pelle.

L’intera vicenda è tuttora molto discussa, e recentemente è stata realizzata una miniserie prodotta da BBC One e Netflix, chiamata The Serpent, basata sui fatti e distribuita in Italia da Aprile 2021.

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Fonte: CNN – From diplomat to detective, this man helped bring Asia’s notorious ‘Serpent’ killer to justice

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