Murder Most Foul: la canzone di Bob Dylan, il ricordo di una morte tragica

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Nella nostra memoria collettiva abbiamo dei giorni impossibili da dimenticare. Non potranno mai essere rimossi in quanto i fatti correlati a quelle reminiscenze hanno avuto un effetto tale su di noi da rimanere impressi nei negativi della nostra memoria.

Per alcuni di noi questi fatti depositati nel cervello saranno ripescati solo occasionalmente, mentre per altri saranno delle ossessioni che in un modo o l’altro dovranno essere lenite o riversate.

L’arte è taumaturgica, potente, e l’arte di scrivere una canzone è il forte di Bob Dylan che con “Murder most foul” è riuscito non solo nell’impresa di raccontare un fatto così tragico e spartiacque come l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, ma a sottolineare come la musica anche di fronte all’evento più tragico sia così potente e miracolosa.

Basta premere play. Pronti?

Bob Dylan - Murder Most Foul (Official Audio)

Prima di quel giorno così oscuro ed infame negli Stati Uniti c’era il sole o perlomeno una promessa ridente e vitale come la Nana gialla più famosa dell’universo.

Nel 1963 la stella di John Fitzgerald Kennedy era luminosa più che mai, fino a quando i due proiettili non lo colpirono mortalmente, mentre la macchina dove era a bordo stava sfilando lungo Dealey Plaza.

Il fantasma del passato è andato a trovare Bob Dylan, e come lo spettro di Shakespeariana memoria gli ha intimato di vendicare l’assassinio più turpe, più disgustoso.

“Ghost
Revenge his foul and most unnatural murder. 

Hamlet
Murder? 

Ghost
Murder most foul, as in the best it is; 
But this most foul, strange and unnatural”.

Amleto (Atto I, scena quinta)

Bob Dylan ha utilizzato la sua arma preferita, la penna, per scrivere una canzone che è un vero e proprio viaggio all’interno di quel giorno così scuro e pieno di infamia.

Nel mentre dalla città attraversata dal Mersey, Liverpool, stavano arrivando i Beatles, pronti a tenere le mani di tutti quei ragazzi/e americani/e che il 22 novembre del 1963 persero l’innocenza, ma che solo due giorni dopo con “With the Beatles” -uscito il 24 novembre del 1963- ritrovarono la spensieratezza con i Fab 4.

“That’s the place where Faith, Hope and Charity died”

L’innocenza però era scomparsa e a quel tempo difficilmente si poteva “vedere un mondo in un grano di sabbia e l’universo in un fiore di campo” – William Blake “Gli auguri dell’innocenza”-.

Dylan si chiede dove sia la verità, cita la commissione Warren, il filmato di Zapruder, il “magic bullet” l’esportazione del cervello di John Fitzgerald Kennedy; invoca la libertà come Omero invocava le muse, ma si sente braccato ed in trappola come uno schiavo.

Però esiste la musica ed in quel periodo il disk jockey che andava per la maggiore negli U.S.A era Wolfman Jack che dal 1963, conducendo per l’emittente messicana XERF-AM, riuscì ad arrivare in quasi tutte le case degli americani, allietandoli con i suoi ululati, come se fosse in piena estasi d’Aviliana memoria.

Bob Dylan gli suggerisce una playlist Play, “Please Don’t Let Me Be Misunderstood”

Play it for the First Lady, she ain’t feeling any good

Play Don Henley, play Glenn Frey”. Questa è solo una piccolissima parte della lista di Dylan che sembra dire a Wolfman: “Suonala ancora Jack, per noi e il nostro dolore”.

Questo è l’ultimo atto della tragedia messa in scena da Bob Dylan che allo stremo delle forze sembra dirci come ogni cosa possa essere suonata per lenire il dolore o l’assassinio più turpe, compresa la sua “Murder Most foul” che con i suoi sedici minuti e cinquantaquattro secondi è il brano più lungo che abbia mai composto…finora.

È molto più complessa di quella che sembra, perché con i suoi giochi di parole, con le sue citazioni, “Murder Most Foul” è così complicata, così misteriosa che è impossibile descriverla nella sua interezza e bellezza, come la musica e le sue infinite proprietà benefiche.

Sicuramente non avrebbe sfigurato nel suo libro “Filosofia della canzone moderna”, ma così per Dylan l’autocelebrazione sarebbe stata troppo evidente.

Beh, se volete celebrare la musica suonate questa canzone, premete play senza farvi spaventare dalla lunghezza e dal cantato monocorde di Bob Dylan. Richiede tempo, pazienza e tanti ascolti, ma sono convinto che ne verrete ripagati.

Per favore Bob suonala ancora. Grazie.