John Lennon, Working Class Hero: la classe operaia non andrà mai in paradiso

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Qualche giorno fa ho letto un articolo di un noto quotidiano nazionale, che riportava come in Italia i working poors – ossia coloro che hanno contratti a breve termine, basse retribuzioni – siano oltre tre milioni.

Finito l’articolo la mia “memoria musicale” ha premuto immediamente play su Working Class Hero di John Lennon, brano del 1970 contenuto in John Lennon/Plastic Ono Band, il suo debutto da solista. 

“As soon as you’re born they make you feel small
By giving you no time instead of it all
Till the pain is so big you feel nothing at all”. 

In questa prima strofa è racchiusa la “sofferenza” di crescere in una famiglia del ceto proletario: la società fin da quando sei in fasce ti fa sentire in difetto; tuo padre seduto al tavolo in cucina a fare i conti: con le bollette da pagare, con sé stesso e tutto quel lavoro che sembra non bastare mai, tua madre si prende cura di te cercando di non farti mancare niente, e ci riesce, ma a volte questa situazione insostenibile è così pressante che bisogna e si deve essere un Working class Hero, un qualcosa a cui tutti gli appartenenti al ceto proletario dovrebbero aspirare a diventare. 

They hate you if you’re clever and they despise a fool
Till you’re so fucking crazy you can’t follow their rules

“Tu operaio però, sei solo un mero ingranaggio del sistema e non puoi permetterti di avere un punto di vista, peraltro anche intelligente. “Come cazzo ti permetti?” Non lo conosci il vecchio adagio Produci, Consuma, Crepa?

Sei parte della base piramidale, perciò devi vederci dalla cintola in su come Farinata degli Uberti”. 

Lennon non era assolutamente d’accordo nel modo in cui la società trattava gli operai, e a maggior ragione non lo sarebbe stato neanche adesso; probabilmente avrebbe visto Sorry, we missed you di Ken Loach e avrebbe manifestato contro la gig economy, ma sicuramente avrebbe manifestato un’acredine maggiore nei confronti dell’uomo e della sua incapacità di venire a patti con questo gioco al massacro. 

“When they’ve tortured
and scared you for 20 odd years
Then they expect you
to pick a career
When you can’t really function you’re so full of fear”
Keep you doped with religion and sex and TV
And you think you’re so clever and classless and free
But you’re still fucking peasants as far as I can see 

La società si aspetta persino che che l’operaio faccia quello scatto che gli permetta di crescere, ma la sua è un’aspettativa ipocrita, a chi la vuole dare a bere.

WORKING CLASS HERO. (Ultimate Mix, 2020) - John Lennon/Plastic Ono Band (official music video HD)

La paura oramai è penetrata nella mentalità dell’operaio, ma John Lennon ci dice che bisogna scardinare quella logica imposta dalla società e “scavalcarla” con quella fierezza e dignità che appartiene alla classe operaia. “Working class hero is something to be”. 

La tv generalista non fa altro che alimentare l’alienazione instillatasi nell’operaio come un cancro ed ormai è talmente radicata in lui che se vuole evitare che tutto questo vada in metastasi, deve continuare a lottare anche se, come Don Chisciotte della Mancia, è una lotta contro i mulini a vento, un po’ come quella di Pasolini quando polemizzava sulla televisione ed il suo potere di mercificazione ed alienazione.

Chissà cosa avrebbe detto Pier Paolo Pasolini sui social network? Con molta probabilità si sarebbe scagliato contro la nostra inettitudine a buttar via le nostre vite su un media che è l’emblema della mercificazione, quando noi dovremmo essere esclusivamente alla mercè di noi stessi. 

There’s room at the top
they are telling you still
But first you must learn
how to smile as you kill
If you want to be like the folks on the hill 

“Tu caro operaio, se vuoi salire in cima come noi, e quindi conseguentemente abitare in case come le nostre, e ti risparmio caro tutta l’opulenza in cui navighiamo, dovresti imparare ad uccidere con il sorriso, proprio come noi”. 

Ma per Lennon l’operaio è un eroe proprio perché di norma, -anche se alla fine in un modo o l’altro che piccoli o grandi che siano, cede sempre a dei compromessi- non rinuncia alla sua dignità, anche se essere operaio nel 2022 è tutt’altro che facile, ma essendo un’eroe del quotidiano ce la fa.

Nella maggior parte dei casi gli operai sono messi l’uno contro l’altro grazie anche a dei meccanismi di violenza psicologica che lo fanno sentire sempre in torto, costringendolo a restare buono, ma soprattutto fermo e immobile.

Adesso poi, con gli smartphone molti operai sembrano essere diventati dei “paparazzi” che non vedono l’ora di spifferare ai loro responsabili quello che fanno i loro colleghi, tentando così di crescere e “farsi belli” ai loro danni.

Come vedete, parlando per l’appunto di fotografie, quella fornitaci da Lennon nonostante sia stata “scattata” nel 1970, è rimasta intatta dall’erosione del tempo, siamo noi che siamo peggiorati e spesso ignorati, ma ciò nonostante dobbiamo continuare a lottare perché…”Working class hero is something to be”.