Don’t Talk: essere anime gemelle secondo i Beach Boys

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Ci sono canzoni e album che hanno un potere capace di regalare, a noi ascoltatori, qualcosa in grado di rasserenarci, come una preghiera o una meditazione.

Paul McCartney dichiarò più volte di considerare Pet Sounds come un’opera spirituale tanto da regalarlo a chiunque conoscesse, proprio per questa sua energia metafisica. Tutte le armonie e ogni singola linea strumentale di questo lavoro sono state pensate affinché la musica potesse liberare il suo potere curativo.

Ogni canzone in quell’album è una piccola gemma ma ce n’è una, in particolare, capace di trasportarci in un’altra dimensione fuori dal tempo e dallo spazio: Don’t Talk (Put Your Head on My Shoulder).

Sarà perché in questo brano non è il futuro a essere al centro dei pensieri del protagonista ma il presente che dimentichiamo sempre di vivere:

Being here with you feels so right
We could live forever tonight
Let’s not think about tomorrow
And don’t talk, put your head on my shoulder

Esser qui con te mi fa stare così bene
Potremmo vivere in eterno stanotte
Non pensiamo a domani
Non parlare, poggia la tua testa sulle mie spalle

Assaporare il momento e saper cogliere le emozioni profonde che il “qui e ora” può regalarci, come quell’amore e quel senso di pace che si avvertono quando sentiamo accanto un’anima gemella. A volte incontriamo persone che fin dal primo istante entrano nella nostra sfera energetica senza vampirizzarla. Le sentiamo compatibili e vicine. Sappiamo che con loro potremmo liberare tutto il nostro “essere” senza remore, costrizioni e forzature. È come se ci fosse un legame antico o magari vite precedenti che ci hanno visti uniti. In questi casi si crea una telepatia di pensiero e di unione che non ha e non prevede logiche e razionali spiegazioni. Non servono parole o gesti. Si possono solo chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dal battito del cuore.

Anime gemelle

I can hear so much in your sighs
And I can see so much in your eyes
There are words we both could say
But don’t talk, put your head on my shoulder
Come close, close your eyes and be still
Don’t talk, take my hand and let me hear your heart beat

Posso sentire così tanto nei tuoi sospiri
E posso vedere così tanto nei tuoi occhi
Ci sono cose che entrambi potremmo dire
Ma non parlare, poggia la testa sulla mia spalla
Avvicinati, chiudi gli occhi e sii naturale,
Non parlare, prendimi la mano e lasciami sentire il battito del tuo cuore

Musicalmente il brano è complesso e ricco di innovazioni come la linea di basso di Carol Kaye che non si limita a seguire in modo ausiliario la melodia, ma forma contrappunti imprevedibili che dosano la tensione emotiva come quando il basso risuona da vero e proprio “heartbeat” mentre Brian Wilson canta “listen to my heart… beat”.

E che dire della frase ripetuta “listen… listen… listen”?

Qualcosa capace di produrre un effetto molto intenso perché sembra rivolgersi direttamente a noi, invitandoci ad ascoltare la musica stessa per cogliere quella che Brian considerava l’espressione massima della spiritualità.

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