L’algida fotografia de Il Sacrificio Del Cervo Sacro

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Il fotogramma che vedete qui sopra rappresenta uno dei momenti topici nella trama de Il Sacrificio del Cervo Sacro, il film di Yorgos Lanthimos del 2017, e anche uno dei più interessanti dal punto di vista della composizione. Il direttore della fotografia è Thimios Bakatakis e vale la pena analizzare il suo tocco.

In quest’ospedale così asettico, il bambino, all’improvviso, cade inerme sul pavimento. E, invece di mostrare la scena da vicino, di entrarci dentro; il regista sceglie un’inquadratura dall’alto, distante, quasi indifferente ai problemi dei protagonisti.

È un’immagine priva di movimento, statica: a catturare l’attenzione è prima la cornice che lentamente, ma inesorabilmente, guida lo sguardo verso il centro dell’azione. Questa staticità data dalle forme geometriche rettangolari che la cornice crea è accentuata dalla differenza di grandezza tra la struttura e i protagonisti, che svia l’attenzione e costringe a una rianalisi costante di quello che sta succedendo all’interno.

The Killing of a Sacred Deer where Bob falls

Il Sacrificio Del Cervo Sacro è un’algida attualizzazione del mito di Ifigenia. Con una sfumatura un po’ da “ai confini della realtà” il regista, greco come la tradizione a cui si ispira, ci racconta di una famiglia sconvolta da un avvenimento surreale.

E, come quasi in tutti i film di Lanthimos, a creare un certo stridore e un’accentuata sensazione di disagio è il distacco quasi medico con il quale il tutto viene raccontato. Nonostante le interazioni personali siano delineate con maniacale attenzione per il dettaglio.

Se in molti hanno, giustamente, sottolineato il debito che il cineasta ellenico contrae nei confronti di Kubrick, specialmente nella geometria delle inquadrature, può essere interessante considerare l’influenza di un altro regista britannico: Hitchcock.

Così come in Psycho era la musica di sottofondo ad anticipare, e accentuare, la suspance; ne Il sacrificio del cervo sacro il tono musicale va progressivamente acuendosi creando una sensazione di ansia nello spettatore prima ancora che lo svolgimento della trama la giustifichi.

Piccola nota a margine: dopo questo film mangiare gli spaghetti non sarà più lo stesso.

Federico Cacia e Fausto Pirrello

(Articolo pubblicato originariamente sulla pagina Facebook Storia della Fotografia e concesso ad Auralcrave per la ripubblicazione web)

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