Quale università scegliere? Una (sarcastica) risposta moderna

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– Come sai la mia Carlotta ha fatto la maturità e fra poco comincia l’università. Pensavamo, visto che tu ci sei già passato, forse potevi darle qualche consiglio pratico.
– Guardi, non so se sono la persona più adatta…
– Ma se ti sei laureato con 110 e lode in… in che cos’è che ti sei laureato?
– …zedellamunizione…
– Eh?
– …scienzmunazione…
– Non ho capito.
– Ingegneria.
– Bravo.
– Grazie.
– Allora vi lascio parlare un po’ da soli.
– Va bene.

– Carlotta eh?
– Sì.
– Diciotto anni eh?
– Sì.
– Che nome grazioso, Carlotta.
– Ho un ragazzo. Fa thai boxe.
– Hai fatto benissimo a dirmelo. Senti un po’ Carlotta, mi rendo conto che tu possa sentirti un pochettino in soggezione. Emozionata forse. Faccia a faccia con un adulto, maturo, indipendente e sicuro di sé, ma ci tengo che la nostra piccola chiacchierata non sia viziata da alcun complesso di inferiorità da parte tua.
– Non ho nessun complesso di inferiorità.
– Ah no?
– Indossi una maglia di Spongebob, le braghe del pigiama alle sei del pomeriggio e mi hai fatto sedere su un sacco dell’immondizia.
– È che domani passano a ritirare il secco. Allora Carlotta, che facoltà ti piacerebbe frequentare?
– Giurisprudenza.
– E la peppa! Giurisprudenza! Papà è avvocato?
– No.
– Allora la mamma forse? La mamma è avvocato?
– No. I miei genitori non sono laureati.
– E allora non puoi.
– Come non posso?
– Eh no. Vedi, per frequentare giurisprudenza è necessario che almeno uno dei tuoi genitori sia giusperito. Non lo sapevi? Come per entrare nelle SS. Il principio è lo stesso. Si richiede che tu abbia un certo corredo genetico atto a definire una personalità ben precisa.
– Sei serio?
– Assolutamente. Facciamo un esempio pratico. Stai viaggiando in auto a grande velocità, ad un tratto vedi un dolcissimo gattino bianco che attraversa la strada trotterellando, cosa fai?
– Mi fermo.
– Vedi, non puoi fare giurisprudenza.
– Ma io pensavo bastasse l’impegno, la passione…
– Oh povera Carlotta. Povera, piccola Carlotta. Povera, piccola, dolce…
– È campione regionale di thai boxe.
– Ho capito! Ho capito! E che diamine! Allora niente giurisprudenza, altro?
– Non lo so…
– È normale essere confusi. Proviamo un po’ a ragionarci assieme. Quali sono i tuoi interessi?
– Mi piace scrivere.
– Molto bene.
– E mi piace anche la storia, le culture degli altri paesi.
– Ottimo.
– Sono abbastanza portata per le lingue…
– Alt. Dunque prendendo in considerazione queste tue ben definite predisposizioni, io ti consiglierei senza remore di fare la cam girl.
– Prego?
– La cam girl. Compri una webcam e ti spogli per gli sconosciuti.
– Cosa?
– Ma sì, sei giovane, piacente e maggiorenne. Conosco ragazze con il doppio della tua età che portano a casa un bello stipendio.
– Tu non stai bene.
– Scusami tanto, credevo volessi un futuro, basi solide, una casa con giardino.
– Ma io non voglio spogliarmi in internet!
– Sveglia! È il 2018. Le ragazze in webcam con i plug e i ragazzi a fare le dirette di otto ore su Twitch! È il nuovo binomio cacciatore-raccoglitore. Altrimenti come pensavi di arrivarci alla pensione?
– Ma io voglio un’istruzione superiore.
– Babbio bobbio bubistruzione buberiore. Cresci un po’!
– Credo tu sia insano.
– Te lo dico io cos’è insano. Quest’assurda pretesa che avete voi nuove generazioni di andare avanti nella vita senza assumervi le vostre responsabilità, protetti dalla campana di vetro dell’istruzione a novemila euro l’anno, godendovi una vacanza infinita fatta di mercoledì universitari, bevute in piazza, droghe e sesso facile con chiunque e in ogni momento…
– Che fai, piangi?
– No, pensavo a una cosa triste.
– Cosa?
– Me. Allora, niente cam girl?
– No!
– E vuoi sempre fare l’università?
– Sì.
– Veramente bizzarro. Mamma lo sa?
– Io adesso me ne vado a casa.
– No, no, no. Carlotta. Ascoltami bene. Abbiamo chiaramente cominciato col piede sbagliato. Io sono stato eccessivo, indelicato forse. E poi c’è stato quel brutto malinteso sul porno in webcam. Permettimi di ricominciare da capo dandoti un consiglio onesto e spassionato, un consiglio da uno che ha già fatto l’esperienza di vita che tu ti appresti ad affrontare.
– Sentiamo.
– Goditela. Studia, impegnati, dai il massimo, ma non trascurare tutte quelle esperienze solo apparentemente secondarie di carattere sociale, umano e genuinamente formativo che l’università ti permetterà di fare. E non sto parlando di lezioni, sto parlando di incontri, di condivisioni, di relazioni.
– Ti dirò, le mie aspettative ormai erano piuttosto basse, ma questo sembra un consiglio stranamente valido.
– E non andare mai a letto con un professore.
– Non avevo alcuna intenzione di…
– Fammi finire. Non andare mai a letto con un professore senza prima filmarlo o avere una registrazione audio della faccenda. È fondamentale nel caso poi lui si rimangi la parola riguardo il trenta.
– Addio.
– No, non andare! (urlando giù per la tromba delle scale) Tu non sai niente! Niente! Sei un aquilone nella tempesta, ragazzina! Lì fuori è l’inferno! E non si fanno prigionieri! Nessuno di voi è preparato! Nessuno! Io non lo ero e voi non lo siete! Ascoltami bene perché questa è la dura verità e nessuno te la dirà mai più schiettamente di così! L’università è una costosa illusione, è cultura omeopatica, e voi siete solo agnelli ciechi diretti verso il grande mattatoio della vita! Oh, e un’ultima cosa. E stammi a sentire perché è importante.
– Cosa?
– Non è che potresti portarmi giù il secco? Guarda, basta giusto fuori dal cancel…
(Rumore di portone che sbatte violentemente)

– Che temperamento sua figlia…
– È fidanzata con un campione di…
– …thai boxe! Sì! Sì! Ma che avete oggi tutti quanti!

Questo articolo è un’opera di fantasia pubblicata originariamente dalla pagina Facebook “Non è Successo Niente” e gentilmente concessa ad Auralcrave per la ripubblicazione

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