Com’è Profondo il Mare: la storia dell’uomo secondo Lucio Dalla

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Lucio Dalla aveva attraversato gli anni di piombo appoggiandosi ai testi di Roversi, il suo fidato paroliere/poeta. Nel 1977 decise che doveva trasformarsi in un cantautore capace ancora di parlare del popolo, dell’amarezza della vita, della presenza di un potere.

Per tutto questo, Come è profondo il mare, canzone contenuta nell’album Amen del 1992, rappresenta un atto rivoluzionario e un battesimo.

Musicalmente è raffinato, poetico, elegante e molto complesso: ci sono enarmonie, improvvisazioni jazz, dissonanze e sperimentazioni esecutive dei talentuosi strumentisti chiamati a collaborare. Perché a differenza di quanto accade oggi, i dischi una volta si facevano tutti assieme, in studio. Non c’erano pre-produzioni con batterie finte sulle quali aggiungere le varie tracce individualmente e in momenti diversi. Era pura arte creativa, musica d’insieme e l’empatia che si creava era un’onda che le produzioni attuali spesso non riescono ad avvicinare. Si sentono molte sporcature, il rumore delle mani sulle corde, il pianoforte leggermente scordato, si sente che non tutti vanno perfettamente a tempo, d’altronde il metronomo e il clic non si usavano… ma è proprio tutta questa imperfezione che rende l’album un capolavoro. C’è musica vera, suonata.

Senza questa libertà, senza quest’onda creativa svincolata dalla fredda precisione di un metronomo, non si sarebbe mai registrato e accettato il particolare suono di chitarra acustica che si sente all’inizio e che caratterizza l’intero brano.

Lucio Dalla - Come è profondo il mare

Fu Rosalino Cellamare, in arte Ron, a idearlo con una 12 e una 6 corde. Ascoltava molto Neil Young e da lui prese quel modo di suonare dando colpetti alla cassa col palmo della mano, creando una specie di compressione. E che dire del basso ostinato talmente atipico nel panorama del pop italiano, da poter essere definito progressive? Una linea geniale del mitico Paolo Donnarumma, il bassista de La Voce del Padrone di Franco Battiato e uno dei più grandi bassisti italiani.

Ogni musicista portò il suo bagaglio di esperienze e di ascolti ed è proprio questo aspetto a rendere l’album una pietra miliare della musica italiana. Un modo di suonare e produrre che è andato perduto.

Noi italiani siamo perfetti masochisti ed esterofili fino alla fine. La buona musica del passato non passa mai in radio e magari ci esaltiamo per la nuovissima hit pop in arrivo dalla Lituania. E intanto ci scordiamo di giganti quali Dalla, Battiato, Battisti, De André e di album come questo.

Ma di cosa parla la title track?

È inutile
Non c’è più lavoro
Non c’è più decoro
Dio o chi per lui
Sta cercando di dividerci
Di farci del male
Di farci annegare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare

Di pesci, da cui discendiamo tutti. Anche noi, come loro, veniamo dall’oscuro abisso del mare. Solo pochi di noi emergono dalle sue profondità perché ai più non piace rischiare e preferiscono rimanere nascosti e al sicuro. Sono pochissimi i pesci che osano e salgono in superficie, mostrandosi coraggiosi. Ecco la rappresentazione simbolica di Dalla: sono rari quelli che sfidano il potere, attuando una resistenza intellettuale e artistica alle bruttezze e oscurità del mondo.

Proviamo a penetrare ancor più a fondo l’ermetismo del testo.

Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Dei linotipisti
Siamo i gatti neri
Siamo i pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare

La paura dei linotipisti può essere vista come la paura di venire colpiti dai giornali di partito e in generale dalla stampa ideologizzata capace di trasformare le notizie. La linotype è una macchina per comporre meccanicamente del testo e stamparlo su carta: è stata per un secolo la macchina con cui si facevano i giornali, producendo le linee di piombo che poi “timbravano” i fogli. Fu inventata da un signore tedesco emigrato negli Stati Uniti che, invece di attribuirle il proprio nome come spesso si fa col frutto del proprio ingegno, la chiamò con la composizione contratta della sua definizione: line of type, riga di caratteri tipografici, che si contrae in linotype. Una volta completata la redazione degli articoli, questi venivano consegnati agli operatori delle linotype, chiamati appunto linotipisti, che componevano sulla tastiera le matrici per la stampa e agivano come editor dei giornali secondo il loro gusto, modificando, di fatto, le notizie. Un messaggio simbolico quello di Dalla, che rimane molto attuale.

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Ma la terra
Gli fu portata via
Compresa quella rimasta addosso
Fu scaraventato
In un palazzo,in un fosso
Non ricordo bene
Poi una storia di catene
Bastonate
E chirurgia sperimentale
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare

E poi ci sono le strofe che ricostruiscono specifici eventi storici: la quarta rappresenta la rivoluzione russa del 1917, la quinta la seconda guerra mondiale, la sesta i campi di concentramento, la settima lo sgancio della bomba nucleare. Insomma… il senso profondo di questo brano è che parla della storia dell’umanità. La storia di come il nostro mondo ha sottomesso alle dinamiche della ricchezza, del potere e della politica, l’uomo e il suo ambiente. Un’escalation distruttiva che simbolicamente nel testo arriva a combattere il pensiero libero di quei pochi pesci che ancora coraggiosamente sono pronti a rischiare pur di difenderlo. La loro rivolta, il fatto di non essere allineati al pensiero dominante rappresenta una minaccia per l’intero sistema che deve essere debellata. Per farlo bisogna bruciare il mare.

Una china, quindi, distruttiva e inevitabilmente autodistruttiva per l’umanità tutta. Un attacco diretto al concetto stesso di potere, che degenera finendo per avere come unico scopo quello di sconfiggere l’autonomia del pensiero (rappresentato proprio dal mare nel suo insieme). Le immagini sono crude: questa è, in gran parte, una canzone che racconta la violenza fatta al pensiero, all’ambiente e a noi stessi. Il racconto di un “dramma collettivo” cui assistiamo inermi. Non tutti. Fortunatamente.

Certo
Chi comanda
Non è disposto a fare distinzioni poetiche
Il pensiero come l’oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
Così stanno umiliando il mare
Così stanno piegando il mare

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