L’aereo più pazzo del mondo: la clamorosa commedia senza attori comici

Posted by

“Non funzionerà mai questa roba. E poi per quale motivo gli spettatori dovrebbero ridere a un disastro aereo?”

Leslie Nielsen era piuttosto scettico mentre scorreva il copione di Airplane!, meglio conosciuto da noi come L’Aereo più pazzo del mondo. Soprattutto non riusciva a spiegarsi perché i fratelli David e Jerry Zucker e Jim Abrahams, gli autori di quella sequela di gag, volessero proprio lui tra i protagonisti: era un attore ben oltre la cinquantina, che aveva speso la sua carriera in pellicole drammatiche e serie televisive e non aveva mai avuto a che fare con il genere comico. Quello che il futuro Frank Drebin de Una Pallottola Spuntata ancora non sapeva era che gli autori volevano lui esattamente per questo.

leslienielsen
Un giovane e sornione Leslie Nielsen

Ma facciamo un doveroso passo indietro: gli anni ’70 avevano visto sorgere e affermare un genere, il disaster-movie, che, attraverso le apparentemente insormontabili difficoltà nel portare a termine un volo di linea, aveva inchiodato gli spettatori nei cinema e arricchito i vari produttori. La serie Airport (e tutti i suoi derivati) era diventata l’occasione per mettere insieme vecchie glorie sul viale del tramonto e qualche caratterista senza fissa dimora, che venivano legati in un calderone corale e spesso confusionario, ma dalla suspence assicurata.

I due Zucker e Abrahams, però, non si erano ispirati in prima battuta a Airport quando avevano scritto una prima stesura di Airplane! nel 1975, bensì al vero capostipite dei disaster-movie, il misconosciuto Zero Hour del 1957: a causa di un’intossicazione alimentare, l’intero equipaggio di un aereo di linea viene messo KO e l’unico tra i passeggeri in grado di concludere il volo é Ted Striker, un ex pilota traumatizzato dalla guerra e per giunta in crisi sentimentale.

tedstryker
Il Ted Striker di Airplane!

Non solo la trama e il nome del protagonista sono gli stessi, ma anche molte delle scene vengono riprese (per quanto distorte) dal film ribattezzato da noi Ora Zero, che, anche a causa degli innumerevoli spunti comici inseriti nel remake, divenne involontariamente la versione seria de L’Aereo più pazzo del mondo: anche per evitare probabili problemi di copyright, i tre sceneggiatori decisero quindi di acquisire i diritti da Arthur Hailey (e qui il cerchio si chiude), autore anche del libro da cui fu tratto il primo Airport ed evidentemente con più di un conto aperto con l’aviazione.

Zucker, Abrahams & Zucker erano riusciti a farsi notare nell’affollato mondo di Hollywood anche grazie a John Landis, da cui appresero una solenne verità: se volevano il pieno controllo delle loro opere, non dovevano delegare ad altri i compiti di regia, ma diventare loro stessi registi. E così fecero.

E qui torniamo a Leslie Nielsen e ai suoi dubbi su cosa avesse a che fare con quella sorta di parodia: Zucker, Abrahams & Zucker volevano che il cast principale fosse composto da attori che nella loro carriera non avevano mai interpretato ruoli comici, ritenendoli più efficaci nel rendere credibile e meno marcato l’assurdo contesto del film. Solo che non era per niente facile convincerli di questo: se Nielsen si fece un po’ pregare, ma alla fine firmò senza ulteriori storie il suo contratto e accettò di diventare il Dr. Rumack (anche perché dirà poi di aver sempre voluto lavorare in una commedia), i suoi futuri colleghi si mostrarono molto meno disponibili.

Robert Stack, anch’egli attore di lungo corso e conosciuto per i suoi ruoli da “duro”, era considerato dai tre giovani sceneggiatori il perno di tutta la produzione e imprenscindibile da essa: fu lungamente corteggiato e cedette probabilmente per sfinimento. Stack fu tra tutti quello che faticò di più a capire quale registro tenere e solo dopo che Zucker, Abrahams & Zucker gli mostrarono un suo imitatore televisivo capì cosa i tre volevano: Rex Kramer era in definitiva Robert Stack che imitava il suo imitatore che lo imitava.

rexkramer
Esattamente

Lloyd Bridges, pure lui con una lunga carriera da attore drammatico alle spalle, fu convinto dai figli (Jeff e Beau) a tentare la svolta comica e interpretando Steve McCroskey rilanciò in maniera inaspettata la propria carriera.

lloydbridges
“Ho scelto il giorno sbagliato per smettere di fumare”

Peter Graves, famoso per la serie TV Mission: Impossible, fu scelto per il ruolo del Capitano Oveur quando l’Universal Pictures, terrorizzata dalla probabile perdita di credibilità del protagonista dei vari Airport, pose il veto alla partecipazione di George Kennedy: l’attore ebbe comunque modo di rifarsi e lavorare anni dopo con Zucker, Abrahams & Zucker, interpretando per loro il Capitano Ed Hocken ne Una Pallottola spuntata.

Per la parte di Ted Striker la Paramount provò a convincere i tre registi a coinvolgere almeno un vero comico, come Bill Murray o Chevy Chase, ma la proposta fu respinta: furono presi in considerazione Bruce Jenner e David Letterman, ma alla fine a vestire i panni dello psicolabile ex-pilota de L’Aereo più pazzo del mondo fu scelto il giovane attore televisivo Robert Hays. La Produzione tornò alla carica per la co-protagonista femminile,  spingendo per Sigourney Weaver, che però non superò il provino degli esigenti autori e il ruolo della hostess Elaine Dickinson toccò così alla debuttante Julie Hagerty.

Kareem Abdul Jabbar, stella dei Los Angeles Lakers, fu convinto ad interpretare il co-pilota Roger Murdock solo dopo aver ottenuto come compenso i 35.000 dollari necessari ad acquistare un tappeto orientale di cui si era invaghito. A questa carrellata di attori, tutti più o meno poco inclini per carriera e indole al genere comico, se ne aggiunse uno che non era neanche lontanamente umano, ma che divenne uno dei più iconici oggetti del Cinema: Otto, il pilota automatico.

inflatable-pilot-from-airplane-movie
Fate però attenzione a come gonfiarlo

L’influenza de L’Aereo più pazzo del mondo sul cinema comico è stata notevole e più che meritata, ricco com’è di spunti comici: tra le decine di scene esilaranti (che meriterebbero ognuna uno spazio dedicato), l’incontro tra Ted ed Elaine sulle note di Stayin’ Alive è uno dei migliori e più citati esempi della genialità dei fratelli Zucker e di Jim Abrahams.

Leslie Nielsen, vinte le iniziali reticenze, ritenendo di fare cosa gradita al resto del cast e alla produzione, si portò sul set una decina di cuscini per peti, che finirono costantemente per invadere con i loro rumori molesti le riprese, fino a che i tre disperati registi non li fecero sparire. Il futuro Frank Drebin, imperterrito, concesse tutte le interviste per la promozione del film con il suo cuscino preferito, che, come si può immaginare, non esitò a usare. Alla fine L’Aereo più pazzo del mondo costò 3,5 milioni di dollari e ne incassò 83, diventando il quarto film più visto del 1980: non male per una commedia in cui non c’era praticamente traccia di un attore comico.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.