Madre! La spiegazione allegorica e il finale del film

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Questo articolo rivela la trama e la spiegazione dettagliata di Madre!, il film di Darren Aronofsky, svelandone i significati e gli eventi descritti. Se ne suggerisce dunque la lettura solo ed esclusivamente dopo aver visto il film, e non prima, per evitare di perdervi il gusto della prima visione.

Il fatto stesso che si finisca di vedere Madre! e si resti in uno stato di silenzio che sa di shock, con la netta sensazione che il film stia ancora crescendo dentro di te, dicendo delle cose in un linguaggio prevalentemente inconscio, in realtà è già un segnale importante circa l’importanza del film di Darren Aronofsky. Significa che è uno di quei pochi film che ti mettono davvero in gioco. Un’esperienza dagli impatti pratici su mente e psiche, non una semplice visione di intrattenimento. Uno di quei casi che non accadono tutti i giorni e che rappresentano ancora una rarità nella produzione cinematografica. Per molti versi l’effetto ricorda quello di Strade Perdute di David Lynch: la stessa sensazione di disorientamento, carenza di appigli e necessità di approfondire i significati. E anche questo è un altro segnale importante.

Il gioco della scoperta dei significati è ovviamente un bell’esercizio da svolgere a visione avvenuta. Le ipotesi sono state tante, tra chi ci vedeva una rappresentazione della tendenza distruttiva dell’essere umano e chi notava una definizione peculiare del processo creativo in generale. Ma la risposta l’ha già data Aronofsky stesso, al Toronto Film Festival, è stata spiegata bene dal magazine Collider e vale la pena ricordarla, anche per chi il film non l’ha ancora visto: Madre! è una rappresentazione allegorica delle vicende bibliche dalla Genesi in poi, ed è possibile identificare in versione simbolica tante delle vicende del vecchio testamento, anche se non tutte sono facili da individuare.

Madre! | Trailer Ufficiale HD | Paramount Pictures 2017

Javier Bardem è Dio, Jennifer Lawrence è Madre Natura. L’uomo che si presenta in casa all’inizio è Adamo, presto seguito da Eva (dopo aver scoperto la ferita di Adamo). Dio è tremendamente accogliente verso i due, ma quando i due rompono il cristallo (allegoria del frutto del peccato nel giardino dell’Eden), Madre Natura li caccia via. Presto appariranno i due figli, Caino e Abele, e avviene l’uccisione di Abele. Il funerale avviene a casa di Dio, che mette sempre a disposizione qualsiasi cosa per l’Uomo, proprio perché lo ama profondamente. Madre Natura, invece, si sente violata, sente invasi i propri spazi, senza rispetto.

Madre Natura è di colpo incinta. Ciò riempie di gioia Dio, che ritrova il proprio entusiasmo creativo. Gli uomini, invece, si mostrano sempre meno rispettosi. Invadono la casa, ne distruggono l’arredamento, danno vita a violenza, caos, guerre, rituali pericolosi, simbolo delle degenerazioni prima dell’arrivo di Cristo. La nascita del bambino segna un punto di rottura: il bambino ovviamente è Gesù, Dio vuole mostrarlo agli uomini, Madre Natura ne è gelosa. Alla fine Dio riesce a portarlo tra gli uomini, che ne spezzano il corpo (la persecuzione dei Romani) e ne mangiano la carne (il Cristianesimo). Madre Natura ne è sconvolta e si rivolge agli uomini come a degli assassini (immagine dell’uomo moderno senza fede). Dopodiché va nei sotterranei e dà origine a un incendio che distruggerà l’intera casa, simbolo dell’apocalisse che ripulisce il mondo col fuoco. Alla fine, Madre Natura dona il proprio amore a Dio, lasciando che il cuore venga estirpato dal proprio corpo. Dio lo riposiziona nel luogo da cui il film ha inizio, segno che un nuovo mondo (dopo l’Apocalisse) è arrivato.

La potenza di Madre!, eppure, non sta nel significato in sé e per sé, ma nell’osservazione stessa da parte dello spettatore, nel vedere come i contenuti si traducono in immagini, situazioni, stili estetici e simboli. E l’aspetto estetico è anche ciò che rende il film (e in generale Aronofsky) differente da altre opere simili: anche quando la materia rappresentata è violenta, anche quando assistere alla vicenda ti porta vicino al masochismo visivo, lo stile resta sempre affascinante. A tratti riconosci anche in Aronofsky la voglia di sfoggiare la sua forza, con piccole parentesi da film di guerra o situazionismo familiare. C’è profondità, possibilità di vedere cose diverse a seconda della prospettiva personale, coinvolgimento diretto, un’azione che sa essere claustrofobica all’estremo, certe sensazioni di impotenza verso il decadimento totale che non ti si scollano di dosso e una sequenza di immagini che comunque restano intriganti anche solo alla vista.

Madre! è stato uno dei film che più ha colpito il pubblico negli ultimi anni, nel bene e nel male. A giudicare dall’impatto e dalla mole di confronti nati da esso, il pubblico ne è stato coinvolto come successo in pochi altri casi.

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