Appetite For Destruction: quando i Guns’n’Roses conquistarono il mondo

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Nel 1987 i Guns’N’Roses mostravano al mondo tutta la loro voglia di approdare all’Olimpo delle superstar, pubblicando nel mese di luglio Appetite For Destruction, che seguiva Live ?!*@ Like a Suicide, EP di poche decine di migliaia di copie. La band, formatasi nel 1985 dalla fusione di due gruppi di Los Angeles, i L.A. Guns e gli Hollywood Rose, si assestò dopo qualche abbandono su cinque componenti: Axl Rose, Slash, Duff McKagan, Izzy Stradlin e Steven Adler.

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I Guns’n’Roses nel 1987

Il budget che viene messo a disposizione del gruppo per il primo album, dopo che i tipi della Geffen Records fecero carte false per scritturarli (arrivando a spargere la voce che facessero pena, per allontanare le altre case discografiche), è di circa 400 mila dollari e permette ai Guns’N’Roses di registrare quello che diventerà uno dei best-seller del decennio.

Le evidenti infatuazioni per gli Aerosmith e i Rolling Stones, vestite di abiti punk, rendono il sound della band particolare e riconoscibile, anche grazie alla voce e al carisma di Axl Rose e alla presenza scenica e alla tecnica di Slash. I Guns’N’Roses scrivono delle loro esperienze piene di eccessi e sempre sul filo del baratro (la droga e l’alcol erano compagne di vita della band fin dai primi giorni) e solo la grande voglia di imporsi permette loro di realizzare nei tempi stabiliti il disco.

Praticamente il solo Axl Rose si presenta sobrio o quasi alle sessioni in studio, anche se neanche lui riesce a stare del tutto fuori dai guai: la leggenda narra che, durante la registrazione di Rocket Queen, il cantante volesse inserire gemiti di piacere che fossero il più possibile autentici e convinse la ragazza di Adler a fare sesso con lui nel bel mezzo della canzone. Il fatto che Rose fosse solito incidere la voce da solo in studio evito’ una probabile reazione del batterista, almeno nell’immediato.

Se Rocket Queen concludeva Appetite For Destruction con una canzone che coniugava il trasporto carnale alla passione romantica, Welcome To The Jungle apriva l’album con sferzante aggressività, non lasciando niente di celato del selvaggio circo itinerante chiamato Guns’N’Roses. A bilanciare la frenesia della maggior parte dei brani pensavano la zuccherosa ballad Sweet Child O’ Mine (capace di regalare al gruppo il suo primo numero uno nella classifica dei singoli) e l’inno da stadio Paradise City, pezzo che ogni rock band degna di questo nome dovrebbe avere. Fin dal primo ascolto tutti i manager della Geffen si convincono che Axl e soci siano il prossimo crack del music business, pronti a prendere per mano gli esigenti fans del rock e a trascinarli nel loro vortice di sesso, droga e rock’n’roll.

Invece, in realtà Appetite For Destruction non viene notato all’uscita nei negozi e impiega mesi prima di cominciare a ripagare l’esborso della casa discografica: le polemiche per i testi troppo espliciti, che non permettono al video di Welcome To The Jungle di andare in onda in orari umani su MTV e quelle per la violenza dell’artwork (che riprendeva un’opera di Robert Williams), non lasciano che il disco venda come sperato dalla Geffen, che forza la mano con l’emittente musicale, ottenendo alla fine una migliore programmazione.

La copertina, raffigurante una ragazza in procinto di venire stuprata da un robot e soccorsa da un mostro volante, viene sostituita con quella con i cinque teschi dei componenti del gruppo, a causa delle lamentele di Williams, che reclamava i diritti d’autore: questo fa sì che Appetite For Destruction abbia una migliore distribuzione nei negozi, sempre restii a mettere sugli scaffali immagini troppo violente.

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Appetite For Destruction, le due copertine a confronto

Nel settembre del 1988, dopo oltre un anno dall’uscita, Appetite For Destruction conquista le classifiche statunitensi (e di conseguenza quelle mondiali) per quattro settimane, portando i Guns’N’Roses a diventare un fenomeno globale proprio nel momento in cui non ci credeva più nessuno: i cinque selvaggi, viziosi e incontenibili ragazzi saranno per un quinquennio il punto di riferimento del rock mondiale, fino a che litigi, abbandoni e licenziamenti non porranno fine a questa incredibile cavalcata. D’altra parte, le loro intenzioni erano più che evidenti fin dal titolo del loro primo, grande, disco.

Appetite For Destruction dei Guns’n’Roses è su Amazon.

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Luca Divelti scrive storie di musica, cinema e tv su Rock’n’Blog e Auralcrave. Seguilo su Facebook e Twitter.

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