Valerian: l’ultima frontiera del cinema di fantascienza, firmata Luc Besson

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Ci sono film che scendono a fondo nel midollo dei contenuti come un coltello che taglia il burro, scavando dentro le nostre sensazioni e raggiungendo gli incastri segreti delle cose. E poi ci sono film che restano intenzionalmente sullo strato superficiale, esaltando le sfumature più affascinanti della forma, solleticando i confini del cinema da un punto di vista puramente estetico. Valerian, l’ultima colossale fatica di Luc Besson, rientra in quest’ultima categoria: due ore e venti di spettacolo dell’immagine, in cui lo spettatore è trascinato dall’azione e dal fascino visivo, senza che in fondo la trama in sé faccia nulla di particolare per spiccare. Gli eventi si comprendono solo alla fine, quando ormai si è accettata l’esperienza visiva come principale ragione del film. Il che non è né giusto né sbagliato, è semplicemente l’elemento distintivo sul quale ha scommesso il film.

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Se ne parla da mesi, del ritorno di Luc Besson al genere di fantascienza vent’anni dopo Il Quinto Elemento. E se ne parla in termini sensazionalistici, per diversi motivi. Valerian e La Città dei Mille Pianeti è il film indipendente europeo più costoso di sempre, con un budget di 197 milioni di euro. L’idea di realizzare un film tratto dal fumetto francese Valérian and Laureline bazzicava nella testa di Luc Besson già dai tempi del Quinto Elemento, ma era stato accantonato semplicemente perché ritenuto “impossibile da realizzare”. Poi, nel 2009 James Cameron fece Avatar, spingendo all’estremo il progresso tecnologico nel campo degli effetti visivi, e come ha spiegato lo stesso Luc Besson in questa recente intervista, da allora è stato provato che fondamentalmente tutto è possibile. Luc Besson stesso ha ammesso che senza Avatar, Valerian non sarebbe mai stato fatto. E da allora le tecnologie sono progredite ulteriormente, permettendo a Valerian di raggiungere risultati ancora più spettacolari.

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Con Valerian, per la prima volta lavorano insieme le due più grosse compagnie di effetti speciali al mondo, WETA (che realizzò Avatar) e ILM (che invece realizzò Star Wars). Il cast ovviamente è eccelso: i protagonisti sono Cara Delevingne e Dane DeHaan, mentre tra i ruoli secondari figurano Clive Owen, Rutger Hauer, Ethan Hawke, Herbie Hancock e Rihanna nei panni di un androide trasformista che prende uno spazio consistente nella seconda parte del film. Con un inizio dai tratti sentimentali con Space Oddity di David Bowie (sempre gettonata quando si tratta di missioni spaziali) e diverse scene pronte ad entrare del cult (come quella dell’incastro delle due dimensioni al mercato del deserto, o lo stesso spettacolo di pole dancing che introduce Rihanna al pubblico), Valerian ha diversi elementi che porteranno il pubblico nelle sale.

L’uscita nei cinema italiani è prevista per il 21 Settembre. Ricordate di affrontare il film nel modo giusto: è un’esperienza che merita soprattutto dal punto di vista visivo, ed è per quello che vi colpirà. Il resto conta molto meno. Volutamente.

2 comments

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