Il secondo album degli AlunaGeorge alla fine passa senza troppe sorprese e con molte conferme. I Remember è arrivato tre anni dopo Body Music, che nel 2013 era stato uno degli ascolti più sbarazzini della nuova moda r’n’b, e diversi dei singoli che hanno anticipato l’uscita quest’anno (peraltro parecchi) sembravano confermare il polso ben concentrato su un’atmosfera pop moderna, vicina a quelle sfumature future bass che piacciono tanto al nuovo pubblico ma sempre attente ad offrire la parte cantata orecchiabile.
Nello specifico il disco ha diverse strutture che in realtà potrebbero rendere più complessa la fruibilità complessiva: pezzi come Full Swing e My Blood in realtà sono più trap che pop, e Heartbreak Horizon potrebbe somigliare più al pop elettronico caciarone statunitense. Però oltre metà delle canzoni funzionano benissimo e sono abili ad offrire anche mood diversi. Dal ritmo movimentato di Mean What I Mean (qui sopra) alla ballata sentimentale dell’ultimo singolo Mediator, passando per la fantasia di I Remember (che fa molto Flume). Più conferme che sorprese, appunto. Il che, per loro, è solo positivo.
7 / 10
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