È decisamente il tema del momento. Da quando, pochi giorni prima di Natale 2015, è stato pubblicato

Stories for open-minded
Perché va di moda, mi viene da rispondervi in prima istanza. Seguendo quanto vi dicevo qualche tempo fa sulla natura istintiva dei fenomeni social, temporanei o duraturi che siano.
E sicuramente sarebbe una risposta valida.
Nessun cinismo.
Però c’è dell’altro.
C’è anche una enorme, imponente, pesantissima valanga di nostalgia. Che viene giù dal nostro, vostro ricordo delle cose migliori fatte dalla band newyorkese.
Nostalgia alimentata e rivitalizzata dal pezzo natalizio. E dalla condivisione collettiva delle loro canzoni migliori che sta andando in onda in questi giorni in tutti i social network.
Niente di cattivo, sia chiaro. Nessuna accezione negativa va data al termine “nostalgia” detto sopra.
Nostalgia di qualcosa che è stato grande significa riconoscere le cose come stanno.
D’altronde gli LCD Soundsystem sono stati dei grandi. Intorno alla metà degli anni 2000, hanno incarnato l’onda propulsiva di quello che i critici usarono chiamare col redivivo termine “disco punk“. Altresì detto “p-funk“, Vale a dire, il sound più acclamato venuto fuori dagli USA lo scorso decennio.
Il decennio in cui si è compiuta la nascita, la gloria e il declino di quello che per lungo tempo è stato una specie di olimpo della produzione musicale statunitense: DFA Records. Fondata proprio da Murphy insieme a Tim Goldsworthy della Mo’ Wax.
Un gruppetto di nomignoli che comprendeva The Rapture, The Juan MacLean, Shit Robot, Black Dice. E sopra tutti, LCD Soundsystem. L’etichetta che ha prodotto tutti i dischi delle band sopra, più le famose compilation di casa che han rappresentato un ritratto così perfetto di un suono che per anni ha esaltato tutti.
Una delle ultime, rilevanti onde sonore della musica contemporanea.
Durata una manciata d’anni, in cui si son registrati tutti i picchi, e poi caduta lentamente nell’ombra man mano che i protagonisti faticavano a ripetersi. Tutto praticamente iniziato e finito col decennio ’00.
Sette anni dopo. Sette anni passati con la DFA che ha continuato a proporre nomi nuovi e vecchi tentando di mantenersi in vita, benché consapevoli di essere in una nuova fase. Sei anni dopo, l’annuncio: gli LCD Soundsystem son tornati e produrranno un nuovo disco.
Ecco il perché ne stanno parlando tutti.
La prima metà della risposta ce l’avete già: sono stati i trascinatori e il principale riferimento di tutto quanto detto sopra.
La seconda metà della risposta è presto detta: LCD Soundsystem e Sound Of Silver.
I loro primi due album. I loro migliori due album.
E non costringetemi ad entrare in una di quelle fighissime diatribe musicali circa qual è il disco migliore. È Sound Of Silver, ovvio.
Come dite? Tutti dicono che il migliore è il primo?
Lo so. Proprio per questo il migliore è il secondo.
Il fascino dei sottostimati.
Questione di sfumature, comunque. Entrambi gli album sono stati una scarica di energia che è valso come risveglio generale e catalizzatore di attenzione.
Ed entrambi erano dei dischi che trasudavano New York da ogni poro.
Funk, disco, ribellione. Electro con le palle. Ma anche attitudine da rocker. E una certa vena melodica che faceva capolino continuamente. Persino qualche ballata.
I ’70 che prendevano da dietro i ’90. Senza preservativo.
Roba che ha fatto saltare d’euforia mezzo mondo.
E soprattutto, una serie di singoli uno meglio dell’altro. A partire da Losing My Edge, il primissimo singolo datato 2002. Quello del video dove James Murphy viene preso a schiaffi per quattro minuti e mezzo.
Passando per Daft Punk Is Playing At My House. Praticamente un manifesto.
Tribulations. Someone Great.
E tutti i pezzi che han dato sostanza ai dischi. Get Innocuous. Disco Infiltrator. Movement. All My Friends.
Tante facce diverse, tante forme di un’energia fatta per esplodere.
E tanta qualità. La qualità che si misura in termini di intuizione, accessibilità e fantasia.
Qualità che era anche talento nella composizione, vena sentimentale e un pizzico di malinconia.
New York I Love You, But You’re Bringing Me Down.
La risposta ufficiale l’ha data lo stesso James Murphy qualche anno fa nell’intervista su Clash: “quando avevo 30 anni, ho promesso che a 40 avrò smesso definitivamente. E ora ne ho 40. Continuare adesso significherebbe prenderla come una professione. E non ho voglia di ripetermi.”
La verità è semplicemente la traduzione di quelle parole in termini strettamente stilistici: c’era stato un netto calo ispirativo.
Quel che per i primi due dischi era esprimere l’intuizione, presto era diventato adottare la formula.
D’altronde quel che gli LCD Soundsystem possono dare è tutto nei primi due dischi. Ogni sfumatura.
Quel che è arrivato dopo è This Is Happening.
Che non è stato un fiasco, ma ci è andato vicino.
Perché non era un disco che diceva qualcosa in più rispetto a quel che conoscevamo.
Era un disco che ha riutilizzato la formula di rappresentanza.
In maniera anche un tantino chiassosa.
Il video di Drunk Girls ha rappresentato involontariamente l’immagine emblematica di quel che sto dicendo.
Un uomo adulto che gioca a fare il giovane, inseguendo il sound giovane perché questo da lui ci si aspetta.
Per di più, con una formula stilistica parecchio statica.
Non era un disco brutto, sia chiaro. Diciamo che era un disco da 6. E diciamo che se il prossimo avesse seguito l’inerzia, sarebbe stato da 4.
Qualcosa che la carriera LCD Soundsystem non meritava.
Perché i migliori son quelli che se ne vanno al momento del loro apice.
E gli LCD poco ci mancava che lo facessero troppo tardi.
Ha ragione Murphy, insomma: i contenuti che gli LCD Soundsystem potevano dare son quelli, e all’orizzonte non c’erano nuove rivoluzioni sonore.
La ripetizione non interessa a nessuno.
Verrete a dirmi: “ma allora il dance punk era tutto qua? Una manciata di volti venuti fuori in un paio d’anni o giù di lì e poi basta? Nessuna nuova direzione nata da esso, nient’altro da sperimentare? Una fiamma bruciata velocissimamente e poi spentasi di botto, perché non c’era più nient’altro da tirare fuori?”
Io questo non l’ho detto. Ma siccome sono cattivo, non ribatto nemmeno.
Questa domanda non la sto facendo perché non sapete la risposta.
Questa domanda la sto facendo perché voi la risposta l’avete già pronta. Acida e tagliente come una lametta da barbiere.
E riguarda quella brutta battuta sul bisogno di tirar su soldi.
Solo che stavolta è la risposta sbagliata.
Anche perché James Murphy non ha esattamente bisogno di soldi. E se ne avesse, gli basterebbe continuare a fare il suo mestiere di label manager e scopritore di nuovi talenti e i soldi arriverebbero dalla DFA.
La risposta l’ha data ancora una volta lui stesso, nel post pubblicato sulla sua pagina ufficiale proprio ieri. E stavolta spiega tutto.
Semplicemente, Murphy ha composto parecchio materiale in questi anni. E da artista dominato dalla sua stessa arte, si è posto il problema di cosa farne. Ne ha parlato con gli altri membri degli LCD Soundsystem, Nancy Whang e Pat Mahoney, e ha constatato la volontà comune di fare uscire il materiale come nuovo disco degli LCD Soundsystem.
Tornare in studio e lavorarci tutti insieme. Come ai vecchi tempi.
Si è pure posto il problema di quelli che vedranno di cattivo occhio questa operazione.
Gli ha chiesto scusa.
Gli ha detto che avevano tutto il diritto di pensarla così.
Di considerare chiuso il capitolo LCD Soundsystem e rifiutarsi di ascoltarne il seguito.
Gli ha anche raccomandato di condividere la nuova musica che stanno ascoltando, così tutti possiamo continuare nel segno delle produzioni che valgono la pena un ascolto.
C’era tantissima umiltà in quella lettera. Anche nel notare che in realtà i detrattori sono stati pochi e i risorti a nuova felicità moltissimi.
Già, perché è questo che è successo. Quasi nessuno si è lamentato. Gli LCD Soundsystem sono tornati e tutti a saltare di gioia come bambini di fronte all’albero di Natale. Con l’acquolina in bocca per quanto sta per arrivare.
Beata innocenza.
È un po’ una pratica stregonesca, ma facciamola.
Cosa accadrà nella pratica: gli LCD Soundsystem si faranno i loro live e pubblicheranno il nuovo disco.
E lo faranno con la grinta dei vecchi tempi, perché la sfida ormai è chiara: dover rispondere alla sensazione consolidata che i nuovi LCD non potranno essere come i vecchi LCD.
E il disco darà la sentenza in maniera chiara: i nuovi LCD non possono essere come i vecchi LCD.
Saranno la continuazione di quel sound. Con qualche tentativo di aggiornamento (impossibile: il dance punk non accetta rivisitazioni) ma sempre confermando la propria identità.
Non si inventeranno nulla di nuovo, perché non c’è più nulla da inventarsi. O reinventarsi.
Cosa accadrà tra i fan degli LCD Soundsystem all’ascolto del nuovo album: soddisfazione generale, sensazione che sia tornato qualcuno di importante per fargli un regalo atteso e tutti contenti.
Tipo un altro Star Wars.
Perché i fan funzionano così. Non hanno bisogno di molto, solo di conferme e garanzie di presenza.
Loro son gasati in partenza e non permetteranno a niente di rovinargli l’entusiasmo. Nemmeno all’eventualità che uscisse un DDM (Disco Di Merda).
La ripetizione a loro in fondo andava benissimo.
Dà sicurezza e calore.
Come un bambino che riceve le carezze dalla mamma.
Voi conoscete bambini che pretendono dalla mamma un tocco sempre diverso o un movimento che dia nuovi stimoli?
Murphy, non ci hai capito niente.
Il prossimo Natale ti regalo un corso base di psicologia collettiva.
Anzi no, te lo compri da solo. Col successo già annunciato che avrai quest’anno, i festival e il nuovo tour (a proposito, quando lo annunci?), te lo puoi permettere.
Infine, cosa accadrà a voi all’ascolto del nuovo disco degli LCD Soundsystem: ripenserete a questo trombone arrogante che vi ha già detto cosa farete, valuterete la migliore strada per contraddirmi e la prenderete di corsa.
Io sto qui ad aspettarvi.
PS: questo articolo è stato scritto subito dopo aver letto “Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita” di Giulio Cesare Giacobbe. Il che significa 1) che gli stili di scrittura sono contagiosi, 2) che il libro non è servito a nulla.
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