Qualcosa ci osserva: riflessioni su un mondo che cambia

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Cover image: Nicola Nannini, Autobus, da Prove di immagine, olio su tela, 210×520, 2016

Telecamere di sicurezza puntate sulle (in)coscienze. È diventato imbarazzante, per chi soffre di prostata o per chi ha bevuto troppo, esibirsi nella minzione davanti a queste fotocellule scure, minacciose. Ci spiano. In verità, è che non ci fidiamo più di niente e di nessuno. Ci aggiriamo diffidenti sui pullman, chiediamo notizie sul circondario al taxista prima di scendere, incarichiamo un investigatore di impicciarsi dei nostri fatti privati; dubitiamo perfino del tempo atmosferico, sempre pronti a interrogare le previsioni meteo.

Massimiliano Zaffino, scariche di fotoni irrompono in un campo a metà giugno, olio su tela/oil on canvas,  100×95, 2022

Il Grande Fratello vigila sulle nostre conversazioni private (sarà mania di persecuzione?).

La notte non sogniamo più, il giorno siamo isterici, nevrotici, aggressivi, depressi. La sera tutti a cena, con gli amici, per il baccanale, il rituale che conclude una liturgia quotidiana di sospetti e di inganni.

Dalla nostra vita sono banditi i silenzi, le pause, le virgole: tutto è organizzato, preordinato, gli impegni assunti in giornata superano di gran lunga la possibilità di riuscire ad adempierli tutti, il figlio, ancora inumidito dopo la doccia, attende in strada al buio l’arrivo del genitore dopo la lezione di nuoto in piscina.

L’amante non è più un piacere, è un dovere. A lui o a lei ricorriamo come a un confessore, ma l’altro o l’altra nutre la stessa aspettativa nei nostri confronti, e allora, chi ascolta più? Se non mi ascolta, come farò a scaricarlo/a? Il solito espediente dell’sms: ma funziona solo per i giovani.

Il telefono rivela il bisogno di aiuto, lo consultiamo come un oracolo, incanta, prende, muta, illuminando le facce di notte, ma diventa anche quello un obbligo; al contrario, il computer permette l’accesso a una navigazione senza scopo e senza senso: alla libertà, finalmente!, ma poi i social ci ricordano di dover essere presenti, per ricevere almeno dieci like al giorno.

Le telecamere registrano il nostro transito, sanno tutto di noi, un giorno potremo chiedere loro il motivo del nostro passaggio al mondo.

Andrea Fiorino, Lost paradise, cartone dipinto, 60×44, 2015